domenica 20 giugno 2010

LASCIANO STARE LA RELIGIONE, MA DIMENTICANO ANCHE IL CODICE CIVILE? Divagazione sugli “obblighi” dei genitori verso i figli

Frase “fatta” del modello di “medio genitore distratto, con figlio-giocattolo a carico”: “LA SCUOLA DEVE SOSTITUIRSI ALLA FAMIGLIA”.
Una “sentenza” del genere è come un marker-tumorale che misura il grado di cellule “cancerogene” puntualmente sparate sul corpo sociale, dà nettamente l'idea della preoccupante e crescente forma di disinteresse morale verso il nucleo primario del sociale stesso - ossia, la famiglia- e fa rendere conto di come, oggi, il mondo, nelle sue diverse "istituzioni", venga visto non come un puzzle in cui le varie tessere debbano saldamente essere attaccate l'una all'altra, per realizzare un lavoro unitario e comune, ma qualcuna si "sganci", presa da smania di "autonomia" finto-produttiva.
Proprio perché di scolari e famiglie, di maestri e impiegati nel settore istruzione, sento spesso parlare, so che quello che dico non è campato per aria: moltissimi genitori oggi credono che il loro compito sia di “sfornare marmocchi”, come bambolotti con cui “completare” la loro idea-giocattolo di matrimonio e di famiglia, lasciando poi che ad educarli siano la scuola, la Chiesa, tramite il catechismo....e intanto loro rimangono beatamente seduti sulla panchina di nozze, a fare o gli sposini allegri e modaioli, o peggio ancora, quelli perennemente annoiati, che da coniugati, fanno vita da “single” (ossia: penso ai fatti miei e tu ai tuoi!)
Per intenderci: i tipi che, anche ammesso vedano un figlio di sei anni “azzuffarsi” col compagno di classe, lasciano che siano i genitori degli altri ad occuparsene....quelli che durante le Sante Messe, permettono ai figli (non lattanti, ma già cresciuti), di girovagare fra i banchi e di parlare ad alta voce ...quelli che, quando vi vengono a far visita insieme ai bimbi, rimangono in silenzio, o sfoggiano solo un flebile “non toccare”, mentre i loro figli beatamente vi distruggono mezza casa (o almeno ci provano)...
Il risultato di questa mentalità “scaricabarile” è infatti spesso quello di figli senza regole, che già fin da piccoli si trovano ad accusare problemi di natura psicologica (un bambino si accorge benissimo se una madre, un padre, lo rispettano come persona e lo educano veramente), con assenza spesso totale di regole basilari della convivenza civile...e naturalmente, in situazioni simili, nessuna istituzione può sopperire a quello che manca nella cellula primaria.
Si può solo provare a “contenere” un fenomeno, ma non eliminarlo totalmente.
La scuola, così come la Chiesa, non è un “tappabuchi”; rettamente intesa, diventa casomai un “completamento”, un supporto: nell'ambito scolastico si fornisce un tipo di educazione differente da quello che viene donato (gratuitamente!) in famiglia, e, se si trovano insegnanti validi, spesso e volentieri, questo bagaglio di conoscenze si affianca anche ad un contributo più interessante, facendo di una classe scolastica, anche un luogo in cui si impara un po' “la vita”, con linguaggi adatti alle diverse età degli alunni, ma anche nei suoi diversi aspetti....e questo perché, i bambini (soprattutto), ma anche gli adolescenti, se ben stimolati, sono anche curiosi e la curiosità può essere incanalata per fornire un valido insegnamento.
Lasciando stare per un attimo il discorso religioso, ci sarebbe da dire che il “marker cancerogeno” di cui scrivevo all'inizio, nasce in partenza da un'errata comprensione di quello che si “fa” sposandosi, anche su un piano puramente legale.
Sappiamo che il matrimonio è, per lo Stato, un contratto e a meno che la gente non si sposi con strani riti di religioni differenti e tralasci il matrimonio civile, normalmente, sia che si celebri un rito in Chiesa, sia che lo si faccia solo in comune, viene sempre data lettura di alcuni articoli del codice civile, che rammentano ai novelli sposi, a quali diritti e doveri “vanno incontro” a partire da quel momento.
Allora, le cose sono due: visto il modo in cui ci si “dimentica” di questi piccoli “dettagli” o abbiamo tutti bisogno di una cura a base di “ram artificiale”, oppure dovremmo capire che sposarsi non è solo mettere distrattamente un firma sopra un registro, ma è un'azione responsabile, frutto di una scelta anch'essa responsabile, da cui nascono svariate...conseguenze!
Recita il codice civile:
DOVERI VERSO I FIGLI: Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l'obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole, tenendo conto delle capacità, dell'inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli.
La stessa Costituzione, afferma: “E' dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio”.
Se si presta attenzione a queste norme, va da sé che “educare ed istruire” sono compiti genitoriali che richiedono un paziente, direi certosino, lavoro di “ascolto” e “osservazione” dei propri figli. Non basta “educare e mantenere” distribuendo soldi, vestiti, cibo e nozioni, bisogna farlo affinando la propria capacità di ascoltare, seguire, conoscere la prole, per scegliere poi il metodo educativo “a misura” non dei figli in generale, ma di quel figlio che si è ricevuto “in dono”, che è unico, diverso da tutti gli altri, e che quindi richiede un suo metodo, un suo sistema....non un “meccanismo standard”.
Se ci si fermasse al metodo standard educativo, avremmo un blocchetto con fogli staccabili, da distribuire per ogni occasione differente...con regole scritte identiche per ogni situazione “tipo” di ogni differente figlio....
Non solo, ma appunto per questo, basterebbe iscrivere a scuola un bambino e mettersi la coscienza in pace, dicendo che, da quel momento in poi e fino all'università, i genitori potranno incrociare le braccia e delegare tutto al mondo dell'istruzione...
Un discorso simile, si potrebbe fare anche per la “fede”: se ci si sposa in Chiesa, si sa che sarà compito dei genitori educare alla fede, visto che la famiglia viene definita dal Concilio Vaticano II come “piccola Chiesa domestica”.
Quello che potrà fare il catechismo, sarà un'opera di arricchimento e completamento del lavoro svolto a casa!
E non diciamo che “non sappiamo”, che non abbiamo “cultura”, perché spesso, grandi santi sono nati in famiglie in cui, di cultura “accademica” se ne respirava poca, ma di “soda pietà” (come si diceva...un tempo!) ne “svolazzava” veramente parecchia (catechismo spicciolo, partecipazione regolare ai Sacramenti....).
Dunque, il metodo standard educativo, non è valido,ma è solo una “buona” scusante per genitori distratti: la psicologia umana è molto complessa e mentre per una persona (anche adulta!) è efficace l'educazione “vigorosa”, per altri sarà necessaria quella “guanto di velluto dentro pugno di ferro”....se si comporta così anche il Padre Eterno con le diverse anime, figuriamoci se, a maggior ragione, noi creature non dovremmo seguirne l'esempio...sappiamo anche che non tutta la vita di un bambino e ragazzo si svolge a scuola e che quindi famiglia e sistema scolastico (e Chiesa) devono andare a braccetto, ma non escludersi a vicenda...l'uno integra quello che l'altro non può dare, ma poiché la scuola è “settoriale”, mentre la famiglia è “cellula primaria e generale”, naturalmente è quest'ultima la sede principale che deve formare la persona umana.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, si esprime proprio in questi termini: “la famiglia è la cellula originaria della vita sociale. E' la società naturale in cui l'uomo e la donna sono chiamati al dono di sé nell'amore e nel dono della vita. [….] La famiglia è la comunità nella quale, fin dall'infanzia, si possono apprendere i valori morali, si può incominciare ad onorare Dio e a far buon uso della libertà. La vita di famiglia è un'iniziazione alla vita nella società”.
“Iniziazione”: altro che delegare compiti alla scuola!
Dove sta scritto che a scuola debba arrivare un bambino a cui non è stato nemmeno insegnato a star seduto sulla sedia, a rispettare le persone (le maestre), ad obbedire agli educatori?????
In queste condizioni di “disinteresse educativo”, la scuola, “a stento” può (quando ci si riesce) supplire a questa carenza di “funzione educativa dei genitori”. “I genitori devono considerare i loro figli come figli di Dio e rispettargli come persone umane. Educano i loro figli ad osservare la legge di Dio mostrandosi essi stessi obbedienti alla volontà del Padre dei Cieli” (e torniamo al punto di cui sopra: non serve la formazione accademica dei genitori, basta la buona “pratica”!)
I genitori sono i primi responsabili dell'educazione dei loro figli. […] Il focolare domestico costituisce l'ambito naturale per l'iniziazione dell'essere umano ala solidarietà e alle responsabilità comunitarie”.
Serve altro per smontare le assurde tesi dei “simil-genitori” deleganti?
Che la Vergine Maria illumini i padri e le madri, perché si possa tornare ad un modello educativo “sano” e “completo”, all'interno delle stesse famiglie e nella piena collaborazione (non sostituzione) delle restanti istituzioni.
Buona Domenica a tutti!

2 commenti:

  1. Hai toccato il punto dolens!! Come catechista, a suo tempo battevo sempre sullo stesso tasto: la famiglia deve essere la prima fonte dell'educazione,sia civile che morale e religiosa. Se a monte non c'è questo contesto, nessun catechista (per un'ora o due la settimana, che può fare?) e nessun educatore o insegnante può supplire, malgrado tutta la buona volontà, alle carenze dei genitori che non si impegnano ad educare seriamente i propri figli. E alla fine ci ritroviamo la società che abbiamo, dove tutto è lecito, dove il rispetto per il prossimo è rasente lo zero, ecc. Poveri genitori incapaci di educare!! Non lo sanno ancora, ma poi tutto quel delegare, si rivolta contro loro stessi: non avranno il rispetto dei figli, volteranno loro le spalle. E quei figli,una volta adulti, come amministreranno la propria vita nel privato e nel pubblico? Non oso pensarci!! Brava, hai toccato un argomento di grande interesse!!

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  2. Sono d'accordo con te, questi genitori "distratti" non sono consapevoli che oggi, ma anche e soprattutto domani, non riusciranno a dire piu' una parola ai propri figli (salvo miracoli), perché non saranno ascoltati....e poi si capirà che questo tipo di non-educazione è un vero boomerang!

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