domenica 1 aprile 2018

Cibo e Parola

AMARE
Pasqua di Risurrezione



Beato Angelico, Cristo Risorto con le pie donne al sepolcro (1439-1445 c.), Firenze, Museo di S. Marco


Alla vittima pasquale, s’innalzi oggi il sacrificio di lode. 
L’Agnello ha redento il suo gregge, 
 l’Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre. 
 Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. 
 Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa. 
 «Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?». 
«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, 
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. 
 Cristo, mia speranza, è risorto: precede i suoi in Galilea». 
 Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. 
Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi.
(Sequenza pasquale)




La Domenica di Pasqua risuona dell'annuncio gioioso della Maddalena: Cristo è risorto! L'Agnello Pasquale ha sconfitto la morte! Come gli Ebrei passarono attraverso il Mar Rosso dalla schiavitù alla libertà così Cristo è passato dalla morte alla vita. 
È una Liturgia che parla di amore: quello con cui Gesù di Nazaret è vissuto sulla terra, «beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui» (At 10, 38) e quello con cui Dio Padre «lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti» (At 10, 40-41). Gente semplice, gli apostoli, che dopo aver alternato entusiasmo e delusione, saranno infine ricolmati di Spirito Santo (ricolmati di amore) e chiamati a portare la buona novella a tutto il mondo. È la bella notizia è questa: Dio è amore, Dio ama, Dio è il Dio della vita. 
Sembra un luogo comune quello che afferma che «l'amore muove il mondo», ma il messaggio rivelato dalla Pasqua è esattamente questo. L'amore rivoluziona la vita e non solo: scombussola addirittura la morte, stravolgendo gli schemi logici della biologia. Un uomo, un Uomo-Dio – Gesù di Nazaret – è vissuto, è morto ed è risorto. Si è incarnato per amore; è vissuto per e con amore; è risorto per il grande amore di un Dio Padre che ha voluto glorificare il Dio Figlio che sempre per amore aveva dato tutta la sua vita. Questa notizia-bomba ha innescato una reazione a catena di cui ancora permangono gli effetti dopo più di 2000 anni.
«L'amore muove il mondo». Tante volte lo si sente dire e poi, magari, troppo poco se ne fa tesoro, non ricordando sempre quale siano la vera energia e il vero motore della vita e, in sintesi, di ogni singolo uomo. Lo si dimentica troppo facilmente, pensando che sì, forse per i grandi santi oppure per i protagonisti dei film succede qualcosa di simile. Ma nella realtà, nella nuda e cruda realtà, davvero questo può accadere?
Può l'amore muovere il mondo dove albergano sofferenza, fragilità, miseria? Tra le difficoltà di chi cade a precipizio negli abissi della fame, della malattia, delle separazioni... l'amore può davvero fare la differenza? 
L'esperienza di molte persone dice che è proprio così, ma occorre avere occhi per riconoscere il grande mosaico dell'amore, la sua forza prorompente e tenace che a volte lavora in sordina, come la goccia che scava la roccia. E non sono solo le grandi storie note ai più, come quella di Madre Teresa di Calcutta, per la quale non c'è bisogno di citare neppure un esempio perché il nome dice già tutto... ma anche piccole storie, conosciute da un ristretto numero di persone. Esperienze di gente ordinaria, diremmo per distinguerla da quella dei film o dai santi, esperienze di gente comune che magari, quando meno te l'aspetti, ti fa toccare con mano che la gioia pasquale esiste, ed è una gioia fatta di amore: quella di sapersi amati da Dio, un Dio che non promette morte, ma vita, e su cui, per questo motivo, vale la pena di scommettere, perché Lui per primo ha scommesso sull'uomo.
Sono le esperienze di chi riesce a rimanere pieno di gioia e a sentirsi addirittura "fortunato" proprio quando sta lottando per la vita. Sono le esperienze di chi non perde neppure nelle circostanze più difficili e dolorose il gusto dell'ironia, il piacere di una chiacchierata, il calore di un abbraccio, la bellezza di un sorriso.
Quando si incontrano persone così è difficile non rimanerne toccati e anche... contagiati. E ci si lascia interrogare, chiedendosi quale sia il segreto che rende possibile vivere a cento all'ora anche quando tutto intorno il mondo sembra crollare, quando poi, in situazioni ben più ordinarie e meno preoccupanti, sia a volte così difficile farsi portare dall'amore. 
La Pasqua, in fondo, rivolge all'uomo la stessa domanda. Gesù ha saputo essere umile e obbediente fino alla morte di Croce, e pur affrontando momenti di scoraggiamento (connaturali a ogni essere umano) il Vangelo ce lo presenta – a saperlo leggere bene – come un uomo entusiasta, carico di vita, di gioia, di affetti. Un uomo che ha amato intensamente vivendo intensamente e che ha vissuto intensamente amando intensamente. Questa pienezza d'amore diventa esplosiva come un fuoco d'artificio già sulla Croce, ma lo è ancor di più nella risurrezione in cui viene illuminato a giorno – illuminato a vita – il cielo plumbeo della morte.
Allora perché mai l'uomo non può muovere il mondo con l'amore? Basta lasciarsi illuminare dall'amore di Cristo e da quello riflesso in tante persone attorno a noi; e così saremo a nostra volta luce, fuoco d'artificio nel cielo della nostra storia, per tutti quelli che incontriamo. Allora la vita sarà movimentata, bella, intensa, piena, a prescindere dalle circostanze. Allora sapremo che la parola fine in realtà non esiste, ma è solo una Pasqua, un passaggio, per l'appunto.


Chiamati alla speranza e Foodtales augurano a tutti i lettori e agli amici una serena Pasqua di Risurrezione, colma della gioia che viene dal Signore vivo e presente in mezzo a noi!



AGNELLO PASQUALE
di Enza, foodblogger su Foodtales

La tradizione cristiana di consumare l'agnello la Domenica di Pasqua si ricollega alla Pasqua ebraica, con riferimento alla notte in cui gli Ebrei, schiavi in Egitto, per comando del Signore non solo mangiarono le carni dell'animale, ma marchiarono le porte delle proprie case con il suo sangue. Attraverso questo segno Dio risparmiò al popolo eletto la piaga della morte dei primogeniti che colpì invece uomini e bestiame tra gli Egiziani.
Gesù è il nuovo e definitivo agnello immolato per la salvezza degli uomini. Non occorrono più sacrifici animali di espiazione per i peccati, perché Cristo ha versato tutto il suo sangue sulla Croce, offrendo la sua vita «in riscatto per molti» (Mt 10. 28).



Ingredienti 

200g farina
100g zucchero
100g burro
2 uova
mezza bustina di lievito per dolci
mezzo bicchierino di cognac
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Separare i tuorli dagli albumi e tenere da parte. Montare con le fruste elettriche il burro e lo zucchero. Aggiungere un tuorlo alla volta, la farina, il cognac, i bianchi montati a neve e per ultimo il lievito.
Ungere bene lo stampino e versare il composto. Infornare per un'ora a 175°.  


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