martedì 30 gennaio 2018

Triduo a san Giovanni Bosco 2018 /3

IN FAMIGLIA SI AMA E SI EDUCA
L'esperienza dell'Oratorio




La Famiglia Salesiana quest'anno è invitata a riflettere sul tema «Casa per molti, madre per tutti #nessuno escluso». È un argomento che riporta dritto al cuore dell'esperienza di don Bosco, che fin da giovanissimo sperimenta la necessità di contribuire a creare una Chiesa che abbia il sapore e l'aspetto di "famiglia": accogliente, educativa, ospitale. Sarà questo lo spirito che regnerà nelle "case" salesiane.




PREGHIERA A SAN GIOVANNI BOSCO

O San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù,
che tanto lavorasti per la salvezza delle anime,
sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre
e la salvezza dei prossimo;
aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano;
insegnaci ad amare
 Gesù Sacramentato,
Maria Ausiliatrice
e il Papa;
e implora da Dio per noi una buona,
affinché possiamo raggiungerti in Paradiso. 

Amen.



«Se a don Bosco avessero chiesto una breve descrizione pratica del ruolo dell'educatore, egli lo avrebbe comparato al lavoro che i buoni genitori cristiani svolgono nell'educare i propri figli. E ciò perché, sul piano delle idee e di conseguenza su quello ambientale, egli basava il proprio metodo educativo su quel tipo di rapporto affettivo che si poteva trovare in una buona famiglia. Questo in breve descrive il modo in cui don Bosco si relazionava coi giovani, non importa in quale situazione essi si trovassero. In effetti, le parole chiave "operative" del metodo erano familiarità, affetto e fiducia» [1].
A livello pratico, le idee di don Bosco si tradussero nell'esperienza "salesiana" in vari modi, a partire dal nome degli stessi edifici che ospitarono (e ospitano) le varie comunità e i ragazzi. Giovanni non volle altro che la parola case per definirle.  Non si trattava di un termine volto solo a identificare la struttura "materiale", ma soprattutto a tracciare immediatamente un profilo di quella "immateriale". Tutte le persone che vivevano all'interno delle case dovevano vivere in spirito di famiglia, come in una famiglia. Questo valeva nei rapporti tra superiore e inferiore, fondato più su un rapporto di paternità/figliolanza che solo su un sistema gerarchico, burocratico, istituzionale: «un superiore deve esser padre, medico e giudice, ma pronto a sopportare e a dimenticare»[2]. E poi l'educatore era un padre per il giovane che entrava nella casa dell'Oratorio e il giovane era per il primo come un figlio. Quando il futuro don Cagliero espresse al santo il desiderio di entrare all'Oratorio, don Bosco disse alla madre del ragazzo: «Domani verrà con me ed io gli farò da padre» [3].
Non va dimenticato che i pilastri del sistema educativo erano infatti ragione, religione e amorevolezza. Dunque, da un lato, l'aspetto dell'autorità genitoriale, ma dall'altro anche la cura amorevole dei figli. «Il "modello familiare" non era l'unico che don Bosco avesse a disposizione dalla tradizione per descrivere la comunità educativa, ma evidentemente lo considerava il più adatto. Secondo il suo modo di pensare, essendo la famiglia la prima comunità educativa e il luogo naturale dell'educazione del bambino, la comunità educativa doveva riprodurre idealmente e in forma ottimale l'ambiente familiare» [4]. 
Nel saper creare casa e famiglia non c'è, dunque, soltanto un aspetto affettivo o semplicemente relazionale che diventa importante. Dove si fa casa, dove si fa famiglia, automaticamente è implicato sempre e comunque un aspetto educativo. Nella familiarità fondata sull'amorevolezza e sull'apertura reciproca, infatti, normalmente scatta anche il desiderio di prendere il buono dell'altro, di imitarlo nel bene, di correggersi dai propri difetti. Così come scatta il desiderio di donare all'altro il meglio di sé, della propria esperienza, del proprio sapere e anche la voglia di rendere l'altro consapevole dei suoi talenti, per utilizzarli al massimo.  
Ecco dunque il grande potere della famiglia, in cui non solo si ama, ma si educa; in cui non solo si cresce, ma si fa crescere; in cui si cammina insieme per portare frutti sempre più maturi.  

NOTE

[1] Arthur J. Lenti, Don Bosco: storia e spirito.  1. Dai Becchi alla Casa dell'Oratorio (1815-1858), LAS, 2017, p. 530.
[2] MB VII, 509.
[3] MB IV, 290.
[4] Arthur J. Lenti, Cit., p. 533.

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