BASTAVA STAR VICINO
A DON BOSCO...
A DON BOSCO...
La Famiglia Salesiana quest'anno è invitata a riflettere sul tema «Casa per molti, madre per tutti #nessuno escluso». È un argomento che riporta dritto al cuore dell'esperienza di don Bosco, che fin da giovanissimo sperimenta la necessità di contribuire a creare una Chiesa che abbia il sapore e l'aspetto di "famiglia": accogliente, educativa, ospitale. Chi incontrò don Bosco ne fece esperienza, dentro e fuori l'Oratorio.
PREGHIERA A SAN GIOVANNI BOSCO
O San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù,
che tanto lavorasti per la salvezza delle anime,
sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre
e la salvezza dei prossimo;
aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano;
insegnaci ad amare
Gesù Sacramentato,
Maria Ausiliatrice
e il Papa;
e implora da Dio per noi una buona,
affinché possiamo raggiungerti in Paradiso.
Amen.
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Dalle Memorie Biografiche (MB IV, 676-677)
Un vantaggio grande recava a questi e ad altri professori, specialmente se preti, anche il solo trattenersi sovente con D. Bosco. Senza che quasi se ne avvedessero, smettevano un fare alquanto secolaresco, divenivano più esatti nella vita spirituale, sapevano vincere le bizzarrie dei loro naturali. Il contegno di D. Bosco e la sua prudente parola sortivano sempre questi consolanti effetti. Noi potremmo recarne molti fatti in prova, ma ci contenteremo di esporre ciò che a noi raccontava il Prof. Francesia.
«Ho conosciuto un bravo e buon professore che era sacerdote, e come si accostumava tanti anni fa, invece che colla veste talare andava in curtis, cioè vestiva un abito che giungeva appena alle ginocchia. I preti amanti della regola lo portavano lungo sino a metà delle tibie. Bastò che D. Bosco entrasse in relazione con quel professore, che subito, senza che alcuno gliene facesse parola, allungò le falde dell'abito, e d'anno in anno fino ai piedi, da non lasciare alcuna differenza tra lui e chi portava la veste ecclesiastica. Il medesimo aveva un carattere così impetuoso, che in certi giorni, malgrado gli sforzi che egli si faceva, era anche di molestia a que' di casa. Allora guai ad urtarlo, guai a contraddirlo. Un dì mi trovavo presso di lui mentre stava per prendere il caffè. La sorella si era dimenticata di portare il cucchiaino; ma egli invece di fare un finimondo, secondo il solito, si volse a lei con aria sorridente, e facendo conca della mano le disse: - E quell'arnese pel zucchero? - Ciò fece con tale garbo e novità che la sorella, dopo averlo servito, mi disse segretamente: - Veda; effetto della frequenza con D. Bosco! Se quanto mi avvenne stamattina fosse capitato alcun tempo fa, per oggi non sarebbe più comparso il sole. Adesso invece è tutt'altro! Scherza che è un piacere e noi si vive in pace!».
Un vantaggio grande recava a questi e ad altri professori, specialmente se preti, anche il solo trattenersi sovente con D. Bosco. Senza che quasi se ne avvedessero, smettevano un fare alquanto secolaresco, divenivano più esatti nella vita spirituale, sapevano vincere le bizzarrie dei loro naturali. Il contegno di D. Bosco e la sua prudente parola sortivano sempre questi consolanti effetti. Noi potremmo recarne molti fatti in prova, ma ci contenteremo di esporre ciò che a noi raccontava il Prof. Francesia.
«Ho conosciuto un bravo e buon professore che era sacerdote, e come si accostumava tanti anni fa, invece che colla veste talare andava in curtis, cioè vestiva un abito che giungeva appena alle ginocchia. I preti amanti della regola lo portavano lungo sino a metà delle tibie. Bastò che D. Bosco entrasse in relazione con quel professore, che subito, senza che alcuno gliene facesse parola, allungò le falde dell'abito, e d'anno in anno fino ai piedi, da non lasciare alcuna differenza tra lui e chi portava la veste ecclesiastica. Il medesimo aveva un carattere così impetuoso, che in certi giorni, malgrado gli sforzi che egli si faceva, era anche di molestia a que' di casa. Allora guai ad urtarlo, guai a contraddirlo. Un dì mi trovavo presso di lui mentre stava per prendere il caffè. La sorella si era dimenticata di portare il cucchiaino; ma egli invece di fare un finimondo, secondo il solito, si volse a lei con aria sorridente, e facendo conca della mano le disse: - E quell'arnese pel zucchero? - Ciò fece con tale garbo e novità che la sorella, dopo averlo servito, mi disse segretamente: - Veda; effetto della frequenza con D. Bosco! Se quanto mi avvenne stamattina fosse capitato alcun tempo fa, per oggi non sarebbe più comparso il sole. Adesso invece è tutt'altro! Scherza che è un piacere e noi si vive in pace!».
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