martedì 31 marzo 2015

SETTIMANA SANTA - Meditazioni intorno alla Croce - IL FIGLIO


Le stesse parole di Gesù che ieri ci hanno aiutato a meditare sulla "presenza" del Padre attorno alla Croce, le ripropongo oggi, per meditare sul Figlio:
"Padre, perdona loro
 perché non sanno quello che fanno".
(Lc 23,34)
"Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito" .
(Lc 23,46)
Ma nel grido di Gesù sulla Croce ritroviamo, implicitamente, ancora una volta la stessa parola:
"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". 
(Mt 27,46)
 
 
E' semplicemente "strabiliante", il Figlio di Dio. 
Sorpassa ogni logica umana, ci dona la chiave del VERO AMORE che da' anche quando apparentemente sembra non ricevere.
 
Il Figlio è avvolto dal silenzio del Padre, eppure Lo invoca.
Non Lo sente, ma Lo chiama.
Non Lo percepisce proprio nel momento in cui, per amore Suo e nostro sta patendo ogni sofferenza, ma non scende dalla Croce, al contrario, Gli vuole donare tutte le nostre anime, implorando per noi  - tutti Suoi aguzzini - il perdono.
Si sente abbandonato, ma a Lui consegna il Suo Spirito, il SUO AMORE DI FIGLIO.
 
Qui Gesù dimostra, ancora una volta, di essere l'Unico Uomo a voler rispettare veramente le "regole" del piano della Salvezza.
Così come il Padre lo fa mantenendo il silenzio, per fare giustizia dei tanti rifiuti dell'uomo di ogni tempo, così il Figlio lo fa affidandosi a Colui che ha subito il disprezzo, la negazione, il vilipendio.
La storia ci insegna che questo accade ancora: l'Europa ha negato le sue radici cristiane, nonostante i ripetuti appelli del Vicario di Cristo Giovanni Paolo II; la creazione uscita dalle mani di Dio viene snaturata per interessi economici e di potere; la stessa dignità maschile e femminile subisce una perversione che sembra non trovare limite, nel principio di un'invocata "autodeterminazione" che corrompe il progetto della dualità voluta dalla Trinità.
L'uomo non risponde all'appello del Padre.
Il Figlio, che si grava del rifiuto ostinato di tutta l'umanità, si getta invece a braccia aperte nell Suo Amore.
 
Quale insegnamento per l'uomo "moderno", abituato agli amori usa e getta, in cui conta solo il "sentire", il "godere", e non il "costruire", l'aspettare, il darsi per primo, il fidarsi.
 
La Croce ci dona una stupenda dimostrazione e dichiarazione d'amore.
 
Dicendo 
"Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito
il Figlio non fa altro che dire:
"Padre, ti dono tutto il mio amore. 
Ti amo anche se non Ti sento.
So che Tu mi ami, anche se non Ti fai sentire.
Mi fido di Te, anche se non Ti percepisco accanto a me.
Credo che Tu sei con me.
So che non mi abbandonerai alla morte eterna.
Risorgerò, perché Tu mi ami di amore eterno".
 
 

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