martedì 14 ottobre 2014

"PARA VOS NACI" - "Per voi sono nata" - Triduo a Santa Teresa d'Avila. 3° giorno: la mistica sponsale nella povertà





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"Vostra sono, per voi nacqui,

che volete voi da me?

Vostra son, ché mi creaste,

vostra, ché mi riscattaste,

vostra, ché mi sopportaste,

vostra, ché a voi mi chiamaste,

vostra, ché anche mi attendeste

e dannar non mi faceste.

Che volete voi da me?

Vostra sono, per voi nacqui,

che volete voi da me?"





In una delle strofe della sua poesia, S. Teresa di Gesù si dimostra sposa pronta a seguire Cristo Sposo tanto nella ricchezza quanto nella povertà.
La sua è un'affermazione coerente con la propria scelta vocazionale; con il fatto di provenire da una famiglia ricca che aveva lasciato; con la sua decisione d' mmettere, nel Carmelo riformato, anche donne povere...badando non all'interesse dei monasteri, ma alla bontà ed alle virtù delle persone che si presentavano per entrarvi.
Nel Cammino di perfezione, scrivendo sulla brama di denaro che affliggeva tanti uomini del mondo, la santa prorompeva in queste affermazioni:
"Oh, mio Redentore, il mio cuore non può giungere a tanto, senza sentirsi spezzare dalla pena!
Che cos'è oggi questo atteggiamento dei cristiani?
Possibile che a perseguitarvi siano sempre coloro che più vi devono?
Coloro ai quali concedete le vostre migliori grazie, che scegliete per vostri amici, fra i quali vivete e ai quali vi comunicate con i sacramenti?

Un bel castigo si sono guadagnati con le loro mani e un buon profitto di fuoco eterno hanno tratto dai loro piaceri!
Se la vedano loro, anche se continua a spezzarmi il cuore vedere che tante anime si perdono.
Vorrei che non si perdesse ogni giorno un maggior numero di anime.

Oh, mie sorelle in Cristo, aiutatemi a supplicare il Signore, affinché ci conceda questa grazia, poiché è proprio questo il motivo per cui egli vi ha qui radutante; questa è la vostra vocazione; questo dev'essere il vostro compito, questo lo scopo delle vostre preghiere; non quello di interessi mondani.
Quando ci vengono a chiedere certe cose, di pregare Sua Maestà perché conceda rendite e denario, io me ne rido, ma ne sono anche addolorata.
Tale richiesta viene proprio da alcune persone che io vorrei supplicassero Dio di poter calpestare tutto.
Esse hanno buone intenzioni e, in fondo, si finisce col farlo, anche se io sono sicura di non essere mai ascoltata in questo genere di preghiere.
Il mondo è in fiamme; vogliono nuovamente condannare Cristo, come si dice, raccogliendo contro di Lui mille testimonianze; vogliono denigrare la sua Chiesa, e dobbiamo sprecare il tempo nel chiedere cose che, se per caso Dio ce le concedesse, ci farebbero avere un'anima di meno in cielo?
No, sorelle mie, non è il momento di trattare con Dio d'interessi di poca importanza".
(Cammino di Perfezione - Escorial - cap.2, 3-5)
Teresa è una donna "concreta", pratica: sa che l'attaccamento al denaro non nasce necessariamente (in molte persone) da cattive intenzioni.
Sa anche, allo stesso tempo, che il desiderio di ricchezze è sempre foriero di nuove brame economiche e dunque di cupidigia, in una sorta di cerchio senza fine.
La pragmaticità della Santa arriva a non negare che a volte...si preghi, anche nel monastero, per queste richieste...ma ciò non toglie che ella dia un ordine di importanza alle questioni per cui rivolgersi al Signore.
Certo, non tutti siamo chiamati allo stato di vita austero delle figlie di Teresa di Gesù, ma a ciascuno di noi verrà chiesto come ha amministrato i propri beni temporali e che priorità abbia dato ad essi, in confronto ai beni spirituali.
Il rischio è che si curino gli interessi economici, trascurando la salute dell'anima, autocondannandosi così alla pena eterna. O, ancora, che si perda tempo rincorrendo maggiori 
agi materiali, senza curarsi delle necessità della Chiesa, minacciata - oggi come ai tempi di santa Teresa - da molti nemici.
La Madre riformatrice del Carmelo ci mette in guardia...d'altronde, la stessa Parola di Dio lancia un monito senza tempo, invitando i cristiani a cercare "anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia" assicurandoci che tutto il resto (anche il necessario quotidiano) vi saranno date in aggiunta" (Mt 6,33).
Gesù non parla per indicarci una sorta di quietismo spirituale nell'abbandono alla Provvidenza.
Lo fa invece per mettere l'uomo in guardia dal proprio ego. Non dimentichiamo che l'Antico Testamento paragonava l'uomo nella prosperità ad una bestia che muore (cfr Sal 49,21), volendo indicare la "cecità" spirituale di colui che fissa lo sguardo solo sulle realtà temporali e corruttibili...quasi come fosse non una creatura con un'anima, ma una besta destinata a perire senza prospettiva di eternità.
Ecco perché Gesù rammenta anche che "è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio" (Mt 19,24).
L'esempio di santi che, come Teresa di Gesù, hanno abbracciato volontariamente la povertà e l'hanno perseguita, ci sproni dunque a dare il giusto ordine alle cose che "affollano" la nostra esistenza terrena, ricordando che per noi cristiani, lo sguardo deve mantenersi fisso sulla vera meta, quella in cui tutto avremo, se possederemo Dio, nostro Unico Necessario.

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