sabato 11 ottobre 2014

CONSIGLI DI LETTURA: LUIGI E MARIA BELTRAME QUATTROCCHI,sposi e genitori beati


"Il Sacramento rende la coppia 
il segno più eloquente dell'amore divino.
 Essere segno dell'amore divino, cioè annuncio dell'Amore supremo di Dio, 
è il compito particolare, specifico e originale della coppia cristiana.
Nessun linguaggio è più eloquente di una famiglia cristiana 
dove non si predica, ma si vive la gioia di amare!
Dio, Uno e Trino, non poteva scegliere una vetrina migliore 
per rivelare al mondo 
il suo dolcissimo e nascosto mistero d'amore!" 
 (Don Novello Pederzini, Sposarsi è bello, ed. ESD)




Per parlare dei coniugi Beltrame Quattrocchi, in occasione del Sinodo sulla famiglia, ho scelto un brano tratto da un libro di don Novello Pederzini, domenicano.
La mente è andata proprio al libro di don Novello...per via del titolo: "Sposarsi è bello! Come preparare e gustare la ricchezza del matrimonio cristiano".


Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini (Catania, 12 gennaio 1880 - Roma, 9 novembre 1951/ Firenze, 24 giugno 1884 - Serravalle (AR), 26 agosto 1965) hanno esattamente vissuto questa bellezza del matrimonio, compiendo un percorso di ascesi cristiana e matrimoniale, tanto che in un volume edito dalla LEV, di Erminia Catapano e Vincenzo Angrisani, non si esita a scrivere di "mistica coniugale", espressione che da' titolo all'intero libro.
L'esperienza sponsale della coppia - la prima di sposi ad essere beatificata nella storia della Chiesa Cattolica - nacque come quella di tutte le altre: dall'innamoramento e dall'amore che si consolidò con il passare del tempo.
Lui - avvocato generale dello Stato - trasferitosi a Roma dai tempi dell'università , lei signorina di buona famiglia romana, colta, simpatica, rafficata e scrittrice di testi educativi, si innamorano grazie alla frequentazione tra le rispettive famiglie.
Una breve malattia di lui, durante la quale si teme però fortemente per la sua vita, è forse uno dei primi momenti in cui balza con evidenza il ruolo di "guida" nella fede che la futura sposa avrà sul marito. E' un primo accenno che spicca in un bigliettino scritto da lei all'ammalato, con accluso un santino della Vergine di Pompei, cui lei si era rivolta per implorare la grazia della guarigione di lui, e l'invito a baciarlo e a tenerlo sempre con sè.
Questo è un po' il primo momento in cui emerge lo sfondo di quello che Maria chiamerà "la trama" della loro storia che si inserisce nell' "ordito", cioè nel progetto di Dio.
Fin qui...si potrebbe dire d'essere davanti ad una coppia qualunque, di buoni fidanzati cristiani che si uniscono nel Sacramento del Matrimonio ed in cui il coniuge più avanzato nella fede e nella pratica religiosa, cerca di spingere a vette più elevate anche l'altro (non si sa, infatti, quale fosse l'effettivo stato di "pratica" di Luigi, prima del matrimonio).
Ma la vita in comune comincia a portare alla luce non solo un percorso di fede "in due", ma anche momenti particolarissimi, in cui questa fede viene provata nell'amore e con l'amore reciproco.
La quarta gravidanza di Maria si presenza rischiosissima, tanto che un noto ginecologo romano consiglia l'aborto...per tentare di difendere almeno la vita della madre.
I due sposi sono ferrei nel dire di no a questa proposta..."terapeutica", accettando di  vivere mesi di apprensione per la vita del nascituro e della giovane sposa, nella prospettiva però, di un Dio che può tutto.
Sono quelli mesi veramente "fecondi", in cui la fede e l'amore di Luigi e Maria, in un certo senso si sublimano ancora di più.
Il Signore premierà la loro grande fiducia in Lui ed il totale abbandono al Suo progetto: nascerà Enrichetta, che rimarrà accanto ai genitori (ed alla madre, dopo la morte di Luigi), consacrandosi al Signore, ma rimanendo nel mondo.
La vita di famiglia sarà caratterizzata dalla frequente presenza di sacerdoti attorno al focolare domestico.
Tra questi non si può non menzionare padre Matteo Crawley, colui che diffuse in tutto il mondo la pratica dell'intronizzazione del Sacro Cuore di Gesù e che scrisse un testo di Ora Santa che fu proprio Maria a tradurre in lingua italiana.
La vita di fede era "comune" anche nella partecipazione alla Liturgia ed alle pratiche di pietà, nelle attività di terziari francesani e via dicendo.
I figli, coinvolti da questo ed in questo clima di religiosità non forzata, ma elemento naturale della vita di famiglia, sentono ben presto la vocazione religiosa: due saranno sacerdoti (uno monaco trappista), una monaca carmelitana.
Enrichetta, "la figlia che non doveva nascere", come accennato sopra, rimarrà accanto ai genitori, come consacrata nel mondo.

E' interessante notare, come la famiglia sia davvero piccola Chiesa domestica e capace, dunque, di alimentare anche delle sane vocazioni.
Difficilissimo racchiudere l'esperienza di "mistica coniugale" di Luigi e Maria in poche righe. Quel "blocco" scomposto alla morte di Luigi, ma destinato a ricomporsi in Cielo (come scrisse Maria nel bellissimo testo "Radiografia di un matrimonio", noto anche come "L'ordito e la trama") è una storia d'amore che declina in termini quasi "contemporanei" il bellissimo scritto biblico del Cantico dei Cantici.
"Nel vederti, mi parve di vedere Iddio", scrisse Maria a Luigi.
Ecco il modo più bello di "riassumere" la mistica coniugale che entrambi vissero, in una "cordata" verso l'Alto, in una vita in cui l'altro diviene quel Dio visibile per cui vivere, a cui donarsi, per cui spendersi dalle più piccole cose (la cura della casa, ad esempio), alle più grandi (le attenzioni nel momento della malattia) in quell'allargarsi del cerchio che si amplia con l'arrivo dei figli.
Senza mai dimenticare che il posto principale, nel matrimonio e nella famiglia cristiana spetta a Dio: da qui l'accettazione gioiosa, pur nel dolore del distacco, della vocazione dei figli; della malattia del coniuge, della stessa morte.

Concludo con una breve antologia di brani, tratta da "Mistica coniugale", in cui gli autori attingono molto al carteggio tra Luigi e Maria e allo splendido testo di lei, "L'ordito e la trama". Riporterò il testo tra virgolette, usando il corsivo per le parti estrapolate dagli scritti dei coniugi.
Guardando a questa santa famiglia, preghiamo per il Sinodo dei Vescovi che si sta svolgendo a Roma, e soprattutto per le famiglie, affinchè possano comprendere la sublime bellezza a cui Dio le chiama, per essere segno e manifestazione del Suo amore.
 DA "MISTICA CONIUGALE" , di Erminia Capatano e Vincenzo Angrisani - ed. LEV:

"Se già durante i primi anni di matrimonio la preghiera mattina e sera è una costante, a partire dalla quarta gravidanza cesce progressivamente lo spazio dedicato alla preghiera e la familiarità con l'Eucaristia: La frequenza alla Comunione diventò quotidiana anche per lui, senza incitamento alcuno, per consapevole euritmia; specie dopo un lungo periodo di ansietà per la vita della compagna e di una creaturina in arrivo. Tutto ciò superato dalla fede e dalla Grazia di Dio, operò una stabilizzazione di contatto con Gesù Eucaristia, come pegno di gratitudine, come stimolo di ascesa".

"La preghiera è gioia dell'incontro quotidiano con Dio, ma anche impegno, scandito da un preciso programma giornaliero.
Nel testamento spirituale del 1919, Maria vi fa un sommario accenno nel raccomandare al marito: "Non tralasciare gli esercizi di pietà che facevi quando ero con te: la Comunione, la messa quotidiana, un poco di meditazione, un esame sommario, propositi fermi e precisi.
A questi momenti si aggiunge la recita del Rosario, che riunisce l'intera famiglia ogni sera: orazione fedele, mai scaduta in abitudine, piuttosto vissuta al livello della contemplazione; via precipua per accostarsi al Mistero, capace di far maturare negli animi un amore oblativo, totale, senza zone d'ombra e senza riserve".


"Maria e Luigi hanno perfettamente coscienza che una vita mistica nel matrimonio o è realizzata insieme agli altri membri della famiglia, o non è; che il destino spirituale di uno con-diziona e con-verge con quello degli altri membri della famiglia; che chi ama desidera per l'altro, come sommo bene, la santità, e che l'altro aspiri a Cristi come unico bene necessario; che il sacrificio di uno è grazia e santità nella vita dell'altro; che la conversione del cuore di uno sana le ferite spirituali degli altri membri della famiglia.
Bellissima l'immagine, di profondissima unità coniugale, di un coniuge che semina e dell'altro che raccoglie, di uno che muore (sia in senso fisico che in senso spirituale) e dell'altro che porta molto frutto: Gesù darà a te, certo, quella forza che io, debole, non seppi trovare. Egli seminò in me e mieterà in te.
Come Gesù prevede nel Vangelo: v'è chi semina e chi miete.
E' poi necessario che il seme muoia per produrre frutto. Ecco perché io so che in te il frutto sarà copioso; per te e per gli altri.
Ecco perché io ti ho lasciato in eredità il mio fiore di sacrificio, perchaè a tua volta lo commetta ad altre anime; prima di tutte alle nostre".

"Quando saremo uniti con l'amore con la vita nostra, io ti farò crescere la fede e tu dovrai partecipare a quella forte, sublime che il Signore mi ha concesso finora; e dovrà essere commista all'amore nostro che è ben degno di avere una tale compagna".

"Nella complessiva esperienza coniugale di Maria e Luigi coesistono, entrando in continua simbiosi, due piani completari: quello umano e quello soprannaturale.
L'affetto, la passione, il senso di indispensabilità dell'amato ricevono luce e significato dalla prospettiva dell'eternità
Aver compreso - e concretamente vissuto - che la fede in Dio e l'amore per Lui sono la chiave di ogni umana passione è il segreto di un amore capace di elevarsi al di sopra dell'umana miseria, di superare i limiti psicologici del singolo, le personali carenze affettive.
In un'epoca come quella attuale, in cui il rapporto di coppia appare quanto mai problematico, una vita coniugale come la loro intensa, significativa e appagante, soprannaturalmente connotata dal tendere a grandi altezze, potrebbe apparire un privilegio per pochi.
Occorre però rifuggire da questa tentazione!
Se privilegio vi fu, nella vita dei Beltrame Quattrocchi, esso consistette nell'aver compreso che Dio è fonte dell'amore e del matrimonio, e di ogni gioia che ne possa derivare: Gesù mi infonde un'efficacia non mia, vedi, ma unicamente sua quando le mie parole danno conforto.
Ascoltale e rassicurati che soltanto lì è la fonte pura della tua gioia interiore, della tua unione con me".

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