mercoledì 7 agosto 2013

NON POSSIAMO TACERE! Fede e preghiera nel Vangelo di oggi- spunti di meditazione sull'episodio della donna cananea


 Il Vangelo di oggi (Mt 15,21-28) ci presenta una scena di ordinaria amministrazione, ai tempi della vita pubblica di Gesù: una donna -una madre,- viene a implorare la guarigione della figlia, tormentata da un demonio. 
L'elemento di...disturbo, di novità, nel racconto, è la provenienza della protagonista, una straniera -cananea per la precisione- non ebrea, dunque, pagana.
Eppure, come diceva Benedetto XVI nell'Angelus del 14 agosto 2011, "già in questa richiesta, possiamo ravvisare un inizio del cammino di fede, che nel dialogo con il divino Maestro cresce e si rafforza". 

La risposta del Signore, quella iniziale, non appare del tutto insolita: altre volte il Messia tace, come ad esempio davanti agli anziani che accusano la donna adultera (Gv 8,7). 
Il Papa emerito, sottolineava questo atteggiamento di Gesù con le parole di Sant'Agostino: “Cristo si mostrava indifferente verso di lei, non per rifiutarle la misericordia, ma per infiammarne il desiderio” .

Annibale Carracci, Cristo e la Cananea, particolare
I discepoli -al contrario- replicano subito, ma quasi per interesse personale: appaiono come la personificazione di quel giudice che fa giustizia alla vedova importuna (Lc 18,1-8); a loro preme non tanto che la grazia venga accordata per beneficio dell'interessata e per amore fraterno che vada al di là delle religioni professate, quanto a vantaggio delle loro orecchie, perché la donna....urla un po' troppo!

Ma l'apparente contrasto fra le pressioni ancora umane -troppo umane, quasi meschine- degli apostoli e il silenzio di Gesù, fa emergere due passaggi molto belli del Vangelo: la fede e la preghiera insistente della madre cananea -dietro l'apparenza dell'urlo- mettono in evidenza lo spirito vero che anima la richiesta rivolta al Messia. E arrivano alla sintesi della "novità" del Dio Gesù Cristo, del Dio Uno e Trino: l'universalità della Buona Novella!

Fede: la donna invoca il Cristo come "Signore" e "Figlio di Davide".
Lo riconosce Dio e Messia, Dio e Uomo, Signore del Vecchio Testamento (discendente della stirpe regale) e -usando un'espressione un po' forte- anche del Nuovo che è Egli stesso ("Signore", non semplicemente un Messia umano e politico, come lo attendevano in tanti, bensì Dio!).

Il tacere di Gesù spinge la donna ad andare ben oltre le riflessioni poco acute degli apostoli e a manifestare il nocciolo della sua fede: a lei la grazia non preme di ottenerla a furia di urla, il gridare non è il mezzo per strappare la compassione di Cristo e nemmeno l'indice, la temperatura del suo bisogno.
Non è neanche il fine: la cananea non strilla per mettersi in mostra e questo lo evidenzia l'atteggiamento successivo che assume: prostrarsi dinanzi a Lui.

La sincerità della preghiera non si misura dalla quantità di parole usate o dal volume della voce: se prima la cananea aveva fatto ricorso a qualche frase per esporre il suo problema al Verbo Divino, ora prega con il corpo, e con due semplici parole: "Signore, aiutami"!

La Bibbia ci offre altri esempi di questo genere: bellissimo è quello di Anna che in  1Sam 1,13 rivolge al Signore una supplica accoratissima...pregando "in cuor suo", tanto che si muovevano "solo le labbra".
Altrettanto interessante l'invito di Gesù:  "quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,6)

E che dire della contemplazione mistica, la più alta forma di preghiera raggiungibile, che nell'estasi arriva ad una visione beatifica già sulla terra, in cui non c'è bisogno di parole?

La donna del Vangelo di oggi, allora, non prega urlando, casomai urla...mentre prega, urla non perché ritiene che solo alzare la voce la ponga all'attenzione di Gesù, ma perché non ha paura, lei che è straniera, proveniente da una religione pagana, di dire a tutti : IO CREDO NEL VERBO INCARNATO, IN DIO FIGLIO, VERO DIO E VERO UOMO!

L'urlare iniziale della cananea e la sua insistenza nella preghiera rompono le convenzioni socio-religiose del tempo (che Gesù sottolinea volutamente nella sua risposta di "sfida": "non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini"): si è ancora lontani dalle missioni degli apostoli (e specialmente di San Paolo, "apostolo delle genti"), dalle questioni sulla circoncisione o incirconcisione, eppure il Messia opera già miracoli a favore di stranieri (come non pensare anche alla figlia di Giario, o allo schiavo del centurione romano?), e di tutti questi sottolinea una virtù: LA FEDE!

Non a caso, proprio San Paolo, in 1 Cor 12,3, afferma: "Nessuno può dire  «Gesù è Signore» se non sotto l'azione dello Spirito Santo".

La donna cananea ha molto da insegnarci: lascia una testimonianza forte a noi, come la lasciò ai discepoli, che erano i più vicini al Maestro. 

La madre pagana evidenzia che Gesù non è un Dio "dei miracoli a numero chiuso" e che la Sua Bontà e la Sua Provvidenza sono inestinguibili; che chiedere e ottenere non è un togliere ad altri!
Benedetto XVI, sottolineava infatti, sempre nell'Angelus del 14 agosto 2011:

la cananea "non vuole togliere nulla a nessuno: nella sua semplicità e umiltà le basta poco, le bastano le briciole, le basta solo uno sguardo, una buona parola del Figlio di Dio. 
E Gesù rimane ammirato per una risposta di fede così grande e le dice: “Avvenga per te come desideri”

La Cananea, ci dice anche che la fede non è un fatto di casta, che lo Spirito realmente soffia dove vuole e può condurre a Dio tutti, purché Lo lascino operare e cooperino con Lui; 
la donna cananea ci dice che non bisogna avere paura di riconoscere apertamente la potenza, anzi, l'Onnipotenza di Dio;
la madre straniera ci insegna che professare la propria fede anche in condizioni in cui ci si possa esporre al ridicolo (gli apostoli avrebbero potuto screditare la donna proprio perché di religione pagana!) o comunque all'incomprensione, non è gradito agli occhi di Dio!

Specialmente quest'ultima riflessione mi spinge a guardarmi maggiormente dentro: in una società fortemente scristianizzata e spesso multireligiosa, ho il coraggio che ebbe la cananea?
Riesco a manifestare la mia fede con vigore, senza vergogna, senza paura di essere anche derisa o accantonata?

Dio SPIRITO, rendici capaci di URLARE CON LA TESTIMONIANZA DI VITA, MA ANCHE DI PAROLA CHE GESU' E' VERAMENTE IL NOSTRO SIGNORE, IL NOSTRO DIO, UN DIO FATTOSI CARNE PER AMORE! 

Che possiamo essere come i discepoli che accolsero l'ingresso di Gesù in Gerusalemme "esultando", cominciarono "a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto" (Lc 19,37).

Perchè se noi tacessimo, ci verrebbe data la stessa risposta che Cristo diede ai Suoi detrattori:

«Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre» (Lc 19,40)

Signore, RENDICI "PIETRE VIVE" DEL "TUO EDIFICIO SPIRITUALE" (1Pt 2,5): pietre che gridano con gioia la bellezza dell'essere Tuoi, abbandonati alla Tua Onnipotenza, alla Tua Provvidenza, al Tuo Amore che risana, consola, guarisce.

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