O Dio
onnipotente ed eterno,
che hai innalzato alla gloria del cielo
in corpo e
anima l'immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio,
fa' che
viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni,
per
condividere la sua stessa gloria.
AMEN
(Murillo, Assunta) |
Quest'oggi la Liturgia ci presenta la Festa di Santa Teresa Benedetta della Croce - al secolo Edith Stein - vergine e martire carmelitana, e questo ci consente di affrontare il quarto giorno della novena a Maria Assunta gettando uno sguardo sul mistero della Verginità consacrata e della Sponsalità.
Tutta la Parola odierna è centrata sul tema della sponsalità: nella prima Lettura, il profeta Osea ricorda la ferma certezza del Signore-Sposo, che sposerà il Suo Popolo "nella giustizia e nel diritto, nell'amore e nella benevolenza, nella fedeltà'".
E' un canto d'amore di un Dio innamorato che attende con pazienza e perseveranza che la Sposa sempre si innamori di Lui, sempre Lo conosca, sempre Gli sia fedele, per l'eternità.
Il Salmo ci riporta maggiormente nella dimensione mariana, parlandoci delle vergini spose condotte al Re (Cristo Sposo), tra cui spicca la Vergine Madre e Sposa di Dio, Maria Santissima, Regina delle Vergini.
Il Vangelo catalizza l'attenzione sull'incontro finale tra la Sposa e lo Sposo: le Vergini sagge hanno preparato tutto per questo faccia a faccia ravvicinato; quelle stolte non hanno saputo fare tesoro dell'attesa e si ritrovano messe alla porta, perché lo Sposo non le conosce più.
Collegando queste idee al tema della nostra novena, lo spunto di riflessione di oggi è che la verginità consacrata è un bene che va necessariamente vissuto in una chiave di "trasfigurazione", visto al di là del suo essere - materialmente - solo un'astensione dai rapporti carnali.
Se la verginità rimane sul piano puramente materiale non necessariamente è in grado di condurre alla meta; se la verginità non è "verginità per il regno dei Cieli" non è capace di fruttificare come in Maria; se la verginità non è unita all'umiltà, essa rischia di non essere vera verginità.
Scrive Sant'Agostino:
"Tutti i cristiani, dunque, debbono praticare l'umiltà.
"Tutti i cristiani, dunque, debbono praticare l'umiltà.
Essi infatti si
chiamano " cristiani " da Cristo; e il Vangelo di Cristo nessuno lo
scruta con diligenza senza trovarvi Gesù che si presenta come maestro di
umiltà.
Poiché la continenza perpetua, e soprattutto la verginità, è negli
eletti di Dio un grande favore della sua munificenza, si deve vigilare
con la massima cura perché non sia rovinato dalla superbia.
La prima preoccupazione della vergine di Dio sia pertanto quella di
rivestirsi di umiltà.
Non creda che, quello che è, lo sia per suo
merito, ma piuttosto che questo dono sublime le provenga dall'alto, dal Padre della luce, presso il quale non esiste cambiamento od ombra di variabilità.
Se unita alle altre virtù, la verginità offre un'immagine della vita celeste".
(S.Agostino, La santa verginità)
"L'umiltà
può piacere quando piange la verginità perduta;
ma
senza umiltà, oso dire che a Dio non sarebbe piaciuta neppure la verginità di
Maria.
«Su
chi riposerà il mio Spirito, egli dice, se non sopra chi è umile e inerme?»
Sopra
chi è umile - ha detto -, non
sopra chi è vergine.
Se
Maria non fosse umile, lo Spirito Santo non avrebbe riposato su di lei.
Se
non avesse riposato su di lei, non l'avrebbe fecondata.
E'
perciò evidente, che, perché concepisse dallo Spirito Santo,
Dio
«guardò l'umiltà della sua serva» come ella stessa disse, piuttosto che la
sua verginità.
E
se piacque per la sua verginità, tuttavia la Vergine ha concepito per la sua
umiltà.
Si
deve concludere: è l'umiltà senza dubbio ad aver reso possibile
che
anche la verginità piacesse a Dio".
(S. Agostino, In Laudibus Virginis Matris)
Maria ha saputo scegliere la verginità per il Regno dei Cieli e l'ha vissuta umilmente: in lei si è pienamente attuata la "trasfigurazione" della verginità nella sponsalità della vita celeste.
La verginità di Maria non è stata una "sottrazione" al suo essere donna, ma la "pienezza" di questa sua femminilità.
La Vergine ha colto la sua ricchezza spirituale: la sponsalità con Cristo Sposo, realizzata attraverso la verginità, l'ha resa Madre...madre di Cristo e di tutto il genere umano.
In tutto questo mi piace sottolineare due aspetti:
- La verginità di Maria è così "addizionale" e non sottrattiva, tanto che Dio concede alla Vergine anche uno sposo terreno vergine come lei. In questo mistero delle nozze verginali di Maria, che pure è Sposa vergine dello Sposo celeste, c'è un intreccio di umano e divino che solo il fatto che Dio sia Amore permette di comprendere;
- La capacità di Maria di "trasfigurare" la verginità la si apprezza ancora meglio alla luce delle convinzioni religiose del suo tempo. Gli ebrei non concepivano la verginità come possibile scelta di vita permanente. Essa era qualità preziosa nella donna prima del matrimonio, ma non era apprezzata come valore a sé stante, in ottica di fede. Maria opera una scelta controcorrente. Può farlo perché - illuminata di certo dallo Spirito Santo di cui era ricolma - ha compreso anzitempo il valore ben più grande della verginità consacrata al Signore.
Le sue riflessioni sono innanzitutto un invito a tutti i cristiani: tutti sono chiamati ad essere sposi di Cristo Sposo.
Ma c'è poi la sublime vocazione dei vergini che si consacrano in modo particolare a Lui. E tra questi primeggia Maria Santissima.
Meditando su questi pensieri, possiamo fare della riflessione di oggi un invito ad imitare Maria: a saper trasfigurare la realtà delle nostre vite (nelle scelte di verginità o di castità coniugale secondo la Dottrina ed il Magistero) per vivere già fin d'ora il mistero della "Sponsalità" delle nostre anime a Cristo Sposo.
Solo così sapremo generare gesti di maternità e paternità spirituale e non solo materiale; solo così saremo capaci di amore sponsale, cioè totalmente oblativo, verso il Signore Gesù.
"Non vi è vocazione più eccelsa della sposa di Cristo, e colei cui Egli apre questa via non deve certo desiderarne altre.
Essere tutti di Dio, donarsi a lui, al suo servizio, per amore, è questa la vocazione non solo di alcuni eletti, ma di ogni cristiano; o consacrato o non consacrato, o uomo o donna.
Ognuno è chiamato alla sequela di Cristo.
E più ciascuno avanza su questa via, più diventerà simile a Cristo e poiché Cristo personifica l'ideale della perfezione umana libera da ogni difetto e unilateralità, ricca dei tratti caratteristici sia maschili che femminili, libera da ogni limitazione terrena, i suoi seguaci fedeli vengono sempre più elevati al di sopra dei confini della natura.
Per questo vediamo in uomini santi una bontà e una tenerezza femminili, una cura veramente materna per le anime loro affidate; e in donne sante un'audacia, una prontezza e decisione veramente maschili.
Così la sequela di Cristo porta a sviluppare in pieno l'originaria vocazione umana: essere vera immagine di Dio.
La sposa di Cristo ha consacrato la sua vita al Signore e si è legata a Lui con un vincolo indissolubile.
Ella sta al suo fianco come la Chiesa, anzi come la Madre di Dio, che è il prototipo e la cellula germanlinale della Chiesa, quale collaboratrice alla sua opera, la redenzione.
Il dono pieno del suo essere e di tutta la sua vita, la fa vivere con Cristo e con lui collaborare; ma ciò significa con Lui soffrire e con Lui morire di quella morte fruttuosa, da cui sgorga la vita di grazia per tutta l'umanità.
E così la vita della sposa di Dio si arricchisce della maternità spirituale per tutta l'umanità redenta; e non c'è differenza se ella lavori direttamente tra le anime o se con il sacrificio porti quei frutti di grazia, di cui né ella stessa, Nè forse nessun altro essere umano è a conoscenza.
L'unione nuziale dell'anima con Dio - fine per cui essa fu creata - è stata acquistata mediante la croce, consumata sulla croce e sigillata con la croce per tutta l'eternità.
Approfondendo la mariologia si approfondisce anche l'idea della sponsa Christi.
E compimento della formazione cristiana è prender coscienza della propria eccelsa vocazione di stare al fianco del Signore e condurre la propria vita in unione con Lui.
Nessuna vita di donna è povera e vuota, quando è irradiata da questa letizia soprannaturale".
(Santa Teresa Benedetta della Croce)
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