mercoledì 13 agosto 2014

NOVENA A MARIA ASSUNTA - OTTAVO GIORNO: Trasfigurare il dialogo perché sia strumento di pace

O Dio onnipotente ed eterno, 

che hai innalzato alla gloria del cielo
 in corpo e anima l'immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio, 
fa' che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, 
per condividere la sua stessa gloria. 
 
AMEN
(Murillo, Assunta)

Nel Vangelo di oggi (Mt 18,15-20) Gesù sottolinea l'importanza della correzione fraterna e cristiana, mezzo per riportare sulla strada del giusto e del vero coloro che sbagliano.
Ci indica però anche un altro elemento, da tenere in considerazione nel nostro rapportarci agli altri, che è quello, più in generale, che vorrei sottolineare nella meditazione di oggi: l'importanza del dialogo.
E' questa una pedagogia divina che troviamo presente nella Bibbia fin dalle sue prime pagine.
Penso all'approccio dialogico tra Dio, Adamo ed Eva, specialmente nel momento successivo al peccato originale.
Dio parla, chiede, interroga.
Non si limita a comminare una pena.
Allo stesso modo, nel Nuovo Testamento, Gesù ci insegna a cercare il dialogo, in una forma molteplice, che passa dall' a tu per tu ad un gruppetto più ampio, fino all'intera comunità.
Solo se - a seguito di questi tentativi - il dialogo non produce frutti, allora diventa inutile proseguire.
Viene qui messa in evidenza l'importanza della "parola" e la necessità di vedere al di là di ciò che potrebbe essere, per molti, il dialogo in casi del genere.
Trasfigurare il discorso non per farne solo e soltanto un mezzo per "avere ragione" sull'altro, ma per riportare il fratello nella direzione indicata da Dio.
Trasfigurare la nostra parola di uomini affinchè essa non sia solo l'asserzione di tesi personali, o di recriminazioni, ma uno strumento di preghiera, di riconciliazione, di conforto...anticipo di quella comunione beata dei santi in Paradiso.

Maria, come Mamma, avrà di certo vissuto in questa dimensione, temperando dialogo e preghiera di intercessione.
I due episodi evangelici nei quali ascoltiamo la sua voce, ci danno un'idea di questo suo modo di agire:

  • nel Tempio, dove viene ritrovato Gesù dodicenne, Maria agisce con la stessa pedagogia di Dio: sa bene che Gesù è Dio e dunque può operare come meglio crede, ma, in quando Madre, a Lui si rivolge chiedendo un "perchè" del Suo smarrimento nel Tempio. Non si ferma all'esternazione della propria angoscia e di quella di San Giuseppe: cerca di instaurare un dialogo con il Figlio, per comprendere le Sue motivazioni;
  • a Cana di Galilea, quando gli sposi terminano anzitempo il vino, Maria non "recrimina", ma si rivolge al Figlio, impetrando il miracolo.

Se questi sono due "cammei" dell'atteggiamento mariano, possiamo bene immaginare che tutta la vita di Maria sarà stata improntata al dialogo ed alla preghiera, maggiormente per quanti deviavano dalla via di salvezza tracciata da Gesù.
E' quello stesso modo di agire che adesso, assunta in Cielo, continua ad attuare, cercando di ricondurre gli uomini al Figlio, per riconciliarli al Padre.
Ce ne danno testimonianza le apparizioni mariane riconosciute dalla Santa Chiesa: quando Maria instaura il dialogo è per invitare i peccatori alla conversione; per invogliare i buoni ad una vita cristiana più piena in cui venga eliminata ogni tiepidezza o residuo di peccato; per confortare i giusti e sostenerli nel cammino anche quando questo è cammino di Croce.

Ci aiuti Lei ad essere uomini e donne del dialogo, alla scuola di Gesù.

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