TRIDUO A SANTA TERESA MARGHERITA REDI DEL S.CUORE DI GESU', OCD
"Il distacco dagli affetti per inabissarsi nel Cuore di Dio"
L'intensa devozione nutrita da S.Teresa Margherita verso il S. Cuore la spinse sempre di più a "concentrarsi" sull'Amore, inteso questo come amare e dare amore a Dio, attraverso la preghiera ed il servizio alle consorelle.
C'è però un particolare interessante in questo suo percorso spirituale, che può aiutare chi si avvicina alla sua ricerca della perfezione, per vincere gli attaccamenti "sensibili", naturali alle persone.
Profondamente innamorata del S.Cuore e dell'Amore di Dio di cui Esso è simbolo, nel periodo che precedette la sua professione al Carmelo, la santa avvertì il bisogno di offrire al Signore un cuore indiviso.
Decise allora di compiere un passo importantissimo, tanto più se si considera lo stato di vita claustrale che stava per abbracciare: rinunciare ad ogni contatto con il padre, che tanto era stato importante nella sua educazione e formazione spirituale.
I contatti effettivi sarebbero stati in effetti pochi da quel momento in poi (l'ultimo, un anno prima della morte della santa, allorché ricevette in parlatorio il padre assieme al fratello, il quale stava anche lui maturando la vocazione religiosa).
Eliminare quel che ancora vi era di "naturale" nel suo affetto per lui, per ritrovarlo, molto più soprannaturalmente e quindi in modo superiore, nel Cuore di Gesù. Questo era l'intento di Teresa Margherita, consapevole di come il distacco umano avrebbe reso l'affetto ancora più forte, perché totalmente spirituale.
E' forse una scelta, questa, che ai più potrebbe apparire eccessiva e poco consona ai doveri di figlia, ma nell'obbedienza e nella vita claustrale, Teresa Margherita si vuole inabissare in Dio solo, e approfondire la vita "interiore, nascosta" di Gesù sarà uno degli elementi più forti nella sua tensione spirituale dell'approfondimento di quel Dio che è Carità.
In verità, seppure arrivando realmente a degli estremi di eroismo che non sono tipici di tutte le anime, la santa visse quello che scriveva già la riformatrice del Carmelo, che molto insisteva sulla necessità del distacco dai parenti, per immergersi nella contemplazione.
L'esempio della santa dovrebbe spingerci ad interrogarci sul modo in cui intessiamo anche noi le nostre relazioni: ci portano a Dio o ci distolgono da Lui?
Ci lasciano il tempo per dedicarci alla preghiera ed all'apostolato, o ci assorbono in attività e divertimenti a volte inutili?
Ci permettono di spendere una buona parola secondo il Vangelo e di parlare di cose spirituali, o ci inseriscono in discorsi solamente mondani?
Nel caso di Teresa Margherita non c'era di certo da porsi questi interrogativi, essendo l'affetto per il Padre fondato in Dio ed a Lui rivolto; tuttavia la santa decise di recidere quel normale moto naturale che ogni figlia prova per il proprio genitore, e riuscì così a vivere la sua figliolanza in maniera totalmente spirituale, senza necessità di quelle ordinarie forme di contatto (epistolare, o frequenti incontri faccia a faccia) di cui di norma si alimentano le relazioni affettive umane.
Questo distacco dal padre - dalla stessa Teresa Margherita definito il dolore più grande che avesse mai potuto sperimentare - lo si potrebbe vedere come preludio di un altro e ben più grande distacco che il Signore avrebbe chiesto: il distacco "da Dio", la prova della fede, la notte oscura di cui parla nelle sue opere San Giovanni della Croce.
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