SAN GIUSEPPE UOMO, SPOSO, PADRE
Il progetto familiare di Dio nella storia di Giuseppe
In questo triduo a san Giuseppe vi invito a riflettere sul tema della famiglia, prendendo spunto da due testi: l'«Amoris Laetitia di papa Francesco» e «Il signore dei sogni» di don Mauro Leonardi. Ricordo a tutti che quest'anno la solennità liturgica in onore di san Giuseppe si celebrerà lunedì 20 marzo, in quanto il 19 coincide con la terza domenica di quaresima.
Ave o Giuseppe uomo giusto,
sposo verginale di Maria e padre davidico
del Messia; tu sei benedetto fra gli uomini,
e benedetto è il Figlio di Dio che a te fu affidato: Gesù.
San Giuseppe, patrono della Chiesa universale,
custodisci le nostre famiglie nella pace e nella grazia divina,
e soccorrici nell'ora della nostra morte.
Amen
«Di fronte a quelli che proibivano il matrimonio, il Nuovo Testamento insegna
che "ogni creazione di Dio è buona e nulla va rifiutato" (1 Tm 4,4).
Il matrimonio è un "dono" del Signore (cfr 1 Cor 7,7).
Nello stesso tempo, a causa di una tale valutazione positiva,
si pone un forte accento sull'avere cura di questo dono divino:
"Il matrimonio sia rispettato da tutti e il letto nuziale sia senza macchia" (Eb 13,4)».
(Amoris Laetitia, n. 61)
Nella storia di Giuseppe e Maria vita matrimoniale e vita verginale si coniugano. Il talamo di questi due sposi rimane integralmente puro, letteralmente "senza macchia".
È vero, la vita di questo giovane uomo è apparentemente stravolta. Si ritrova con una moglie incinta, che rimane vergine.
Si ritrova con un figlio che non è frutto del suo seme.
Giuseppe vive nel suo intimo, agli inizi della storia narrata dal Vangelo, una passione dolorosa per questa notizia-bomba che viene a turbare la sua serenità familiare. Un dolore che però non è così forte da impedire all'amore di prevalere: ecco che allora egli decide di ripudiare Maria "in segreto", per evitarle la lapidazione. Qui interviene Dio, che attraverso un angelo annuncia a questo giovane falegname il proprio progetto, lo invita a non avere timore di accogliere il dono che è Maria, il dono che è Gesù. Il dono che è dunque il suo matrimonio, la sua famiglia.
Giuseppe è coinvolto in un piano certamente più grande di lui, ma non per questo insopportabile. Liberamente accetta di lasciarsi coinvolgere da Dio. Si fida di Lui, si fida della sua sposa, si fida di quel bambino in arrivo. In questo senso, la sua vita è una vita intrisa ancora una volta di passione, ma stavolta intesa come tensione totale, donativa, oblativa a favore di altri.
Perciò il peso di una tale scelta non diventa schiacciante. Giuseppe dà e riceve; si offre, ma in realtà è un Altro che si sta offrendo a lui, e in questa offerta è compresa anche la sua sposa, che Dio stesso pensa per Giuseppe, tanto da porgliela accanto, affidandola alla sua custodia tenera, premurosa e forte. Giuseppe è scelto per Maria, Maria è scelta per Giuseppe. Entrambi sono scelti per Gesù. Ciascuno di essi è un dono per l'altro.
Giuseppe condivide qualcosa del Dio-Amore: è un uomo appassionato, e vive il proprio tormento e la propria scelta anche "nella" propria carne. Una carne che rinuncia ai piaceri leciti del matrimonio, per essere dono d'amore più elevato, più sublime; una carne che probabilmente si lascia penetrare dal dolore che agghiaccia, fa tremare, lascia spossati. Giuseppe vive su di sé e in sé il tormento che si sarebbe avvinto a ogni essere umano nella sua situazione.
Ma Giuseppe è appassionato proprio perché, come poi farà Gesù-Uomo sulla croce, si dimostra capace di amare fino a superare il proprio dolore alla luce della fede; capace di accogliere certamente con stupore, e magari anche con "sollievo" ed entusiasmo, la rivelazione di un Dio che scioglie ogni suo timore, e gli conferma il suo volere a proposito del suo progetto di vita matrimoniale con Maria. La carne di Giuseppe potrà sperimentare così, nel dono unico del matrimonio e della famiglia, la gioia che fa brillare gli occhi, che fa piangere di felicità, commuovere di tenerezza e che sa tramutarsi in abbracci e sorrisi.
Don Mauro Leonardi, in un suo libro, scrive che proprio grazie a Maria «Madre di Dio, il padre legale di Gesù riesce a vivere appieno il senso della propria esistenza. Ella aiuta il proprio sposo a vivere secondo un modo che è quello di Dio. Poiché Egli è eterno presente, se noi vogliamo vivere nelle sue orme per essere a Sua immagine dobbiamo vivere un presente vigile. Come si fa a essere vigili come Giuseppe? Risposta: andando a dormire.
"Dormire", in questo contesto, significa lasciarsi andare alle mani di Dio, al sogno di Dio. Il nostro sogno si realizzerà perché, in ultima analisi, è il sogno di Dio» [1].
NOTE
[1] (Mauro Leonardi, Il signore dei sogni, Ares, 2015, pp. 60-61.
NOTE
[1] (Mauro Leonardi, Il signore dei sogni, Ares, 2015, pp. 60-61.
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