sabato 24 gennaio 2015

NOVENA A SAN GIOVANNI BOSCO - L'amicizia - terzo giorno



 NOVENA A SAN GIOVANNI BOSCO
 

O San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù,

che tanto lavorasti per la salvezza delle anime,

sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre

e la salvezza dei prossimo;

aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano;

insegnaci ad amare
 Gesù Sacramentato,

Maria Ausiliatrice

e il Papa;

e implora da Dio per noi una buona morte,
affinché possiamo raggiungerti in Paradiso. 


Amen.





 
L'amicizia tra Giovanni e Luigi avvenne nel più bello dei modi, quello che il santo che festeggiamo oggi, san Francesco di Sales, descrisse nella Filotea:


"L'amicizia richiede un intenso scambio tra coloro che si vogliono bene: diversamente non può nascere e tanto meno mantenersi. Ecco perché avviene spesso che agli scambi che sono alla base dell'amicizia, se ne aggiungano molti altri che si insinuano insensibilmente da cuore a cuore: e così gli affetti, le tendenze e le opinioni passano in continuazione da uno all'altro.
Questo soprattutto quando all'affetto si aggiunge la stima; in tal caso apriamo il cuore all'amico con molta larghezza per cui, con essa, entrano con facilità in noi tutte le sue tendenze e le sue opinioni, poco importa se siano buone o cattive.

E che motivo c'è di ricevere alla rinfusa difetti e imperfezioni dell'amico assieme alla sua amicizia? E’ evidente che bisogna volergli bene nonostante le sue imperfezioni, ma non bisogna voler bene alle sue imperfezioni e prenderle su di noi; l'amicizia richiede che ci comunichiamo il bene, non il male.
A somiglianza di coloro che cavano la ghiaia dal Taro e separano l'oro che trovano Per portarlo via, mentre lasciano il resto sulla riva del fiume, coloro che comunicano con l'amico devono saper separare la sabbia delle imperfezioni e non lasciarla penetrare nelle loro anime".
(San Francesco di Sales, Filotea, cap. XXII) 

Quando don Bosco conobbe Luigi Comollo, la sua tendenza ad imporsi sui cattivi compagni, anche ricorrendo alla forza fisica, ogni tanto prendeva ancora il sopravvento.
Un giorno accadde che proprio per difendere Luigi dalle insolenze e dagli schiaffi di alcuni ragazzi, Giovanni ricorse alle mani. 
L'episodio, una volta raccontato, finì tra le risate generali, incluse quelle del professore sopraggiunto in classe..... ma, narra don Bosco:

"una lezione me la diede Luigi, appena potè parlarmi a tu per tu.
Giovanni - mi disse - la tua forza mi spaventa.
Dio non te l'ha data per far del male ai tuoi compagni.
Egli vuole che perdoniamo, che ci vogliamo bene, che facciamo del bene a quelli che ci fanno del male.
Aveva una bontà veramente incredibile.
Finii per arrendermi alle sue parole e per lasciarmi guidarmi da lui.
Luigi Comollo, Guglielmo Garigliano ed io andavamo sovente insieme alla confessione e alla Comunione, a far meditazione e lettura spirituale, a servire la santa Messa e a far visita a Gesù Sacramentato.
Luigi sapeva invitarci con tale bontà e cortesia, che non era possibile dirgli di no.
Un giorno, mentre parlavo con un amico, passai davanti a una Chiesa senza togliermi il b erretto.
in modo molto cortese, Luigi mi disse:
- Sei così occupato a discorrere con gli uomini, Giovanni, che non ti accorgi nemmeno di passare davanti alla casa del Signore - ".

(San Giovanni Bosco, Memorie dell'Oratorio, p.46, Elledicì, 1986) 
Non servono commenti particolari alle parole di San Francesco di Sales e alla narrazione di don Bosco.
L'amicizia vera è quella in cui si ama l'amico per come è, ma non si amano le sue imperfezioni e lo si stimola dunque alla correzione.
Don Bosco dimostrò umiltà nel lasciarsi correggere, ma indubbiamente visse sulla propria pelle quanto poi avrebbe descritto nel suo metodo preventivo: sentendosi ben voluto da Luigi, fu più facile lasciarsi stimolare al meglio.
L'amore è la vera molla per il cambiamento!
L'amicizia tra questi due giovani ci insegna proprio questo: solo se l'affetto è sincero, senza secondi fini materiali ed egoistici, ed è dimostrato con carità, può tendere al mutuo perfezionamento, vera meta dell'amicizia cristiana!

Don Bosco lo disse in seguito: "Non basta che i giovani siano amati, occorre che sappiano di essere amati"! (cfr. Lettera da Roma)

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