venerdì 23 gennaio 2015

NOVENA A SAN GIOVANNI BOSCO - L'amicizia - secondo giorno -


 NOVENA A SAN GIOVANNI BOSCO
 

O San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù,

che tanto lavorasti per la salvezza delle anime,

sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre 

e la salvezza dei prossimo;

aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano;

insegnaci ad amare
 Gesù Sacramentato, 

Maria Ausiliatrice 

e il Papa;

e implora da Dio per noi una buona morte,
affinché possiamo raggiungerti in Paradiso. 

Amen.





 
L'incontro tra Giovanni Bosco e Luigi Comollo ebbe luogo a Chieri, dove il nostro futuro santo stava compiendo gli studi.
Nelle sue Memorie dell'Oratorio così ne parla:

"Tra gli alunni del nostro anno correva la voce che sarebbe arrivato un ragazzo santo.
Si trattava del nipote del parroco di Cinzano, prete anziano e venerato per la sua santità.
Avrei voluto conoscere quel ragazzo, ma non ne sapevo nemmno il nome.
Ecco come lo conobbi un giorno.
Mentre entravamo in classe, molti giovavano a cavallina, gioco pericoloso.
Un ragazzo arrivato da poco, sui quindici anni, tra tutto quel trambusto prendeva posto tranquillamente nel banco, apriva i libri e studiava.
Sembrava non sentire quegli schiamazzi.
Qualcuno cominciò a guardarlo storto. Uno più insolente degli altri gli andò vicino, lo prese per un braccio, poi gli mollò due schiaffi che risuonarono in tutta la scuola.
Mi sentii ribollorire il sangue nelle vene.
Aspettavo che l'offeso si vendicasse giustamente, tanto più che era più alto e più forte.
Invece niente.
Con la faccia rossa, quasi livida, diede uno sguardo di compassione a quel farabutto e gli disse:
- Sei contento? Allora lasciami in pace. Ti perdono.

Rimasi impressionato: quello era eroismo puro.
Cercai subito di sapere il nome di quel giovane: era Luigi Comollo, il ragazzo santo, il nipote del parroco di Cinzano.

Da quel momento l'ho sempre avuto come intimo amico.
Posso dire che da lui ho imparato a vivere da vero cristiano.
Ci siamo capiti e stimati immediatamente.
Avevamo bisogno l'uno dell'altro: io di aiuto spirituale, lui di aiuto materiale.
Il fatto è che Luigi, timidissimo, non osava nemmeno tentare di difendersi contro gli insulti e le malvagità.
Io invece, per il coraggio e la forza gagliarda, ero rispettato da tutti, anche da chi aveva più anni e più forza di me".
(San Giovanni Bosco, Memorie dell'Oratorio, pp-44-45, Elledicì, 1986)


Possiamo scorgere in questo incontro tra Giovanni e Luigi, proprio quello che aveva scritto, secoli prima, san Francesco di Sales:


"La volontà ha una convenienza così grande con il bene che, appena lo scorge, si volge dalla sua parte per compiacersi in lui.
Il compiacimento è la prima scossa o la prima emozione che il bene provoca nella volontà". 
Dalla compiacenza si passa poi al "movimento, lo scorrere e l'avanzare del cuore verso il bene".
(San Francesco di Sales, Trattato dell'Amor di Dio, Libro I- Cap. 7)
Se Giovanni fu attirato dalle qualità e virtù di Luigi Comollo, certamente anche quest'ultimo, aiutato dalla sua vita interiore profonda, avrà scorto in Giovanni la stoffa del santo, sebbene ancora avviluppata in una scorza un po' dura (ne parleremo nel proseguo della novena).
Se l'amicizia è reciproca, come fu in questo caso, allora i due amici vedono e si lasciano affascinare dal bene che ciascuno porta in sè. Rientra in questo "bene" tanto l'insieme delle virtù morali, quanto anche quello delle doti umane.
Così don Bosco ci insegna a non aver paura di ammettere che qualcuno possa essere più avanti di noi nel cammino della santità, ma anche a riconoscere che pure chi è più indietro possa mettere in comune - cosa tipica dell'amicizia - i propri talenti.
E' esattamente questa capacità di fare "comunione" che rende l'amicizia sana, priva di gelosie ed invidie, capace di diventare collante tra due anime e due persone, per migliorarle e stimolarle verso una maggiore perfezione, soprattutto spirituale.

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