lunedì 3 febbraio 2014

CONSIGLI DI LETTURA: "L'arcobaleno delle favole" di Livia De Bonis


Non nascondo che alla mia età mi capita di leggere ancora le ...favole.
Già: fiabe, racconti...un po' "all'antica" -possibilmente- con il sapore di quando ero bambina, ma anche qualcosa di moderno e innovativo, come i testi di Bordiglioni e Piumini.

Tempo fa mi è stato regalato un libro, "L'arcobaleno delle Favole", una raccolta di ventiquattro testi sospesi tra la  fiaba popolata da re e regine, elfi, fate o draghi (come in "La pozione dell'unghia di drago") e la favola dal sapore Esopiano, in cui ad avere un ruolo di spicco solo gli animali (come in "La talpa, l'anatroccolo e la rondinella").
Quello che rimanda maggiormente al gusto favolesco di autori come Esopo o La Fontaine è soprattutto la morale che correda ciascuna delle favole, chiudendo così idealmente un cerchio narrativo fantastico con un elemento pedagogico reale, che trasformi il racconto in una "piccola scuola di vita".

I mass-media - e questo purtroppo è sotto gli occhi di tutti- oggi non offrono più molte opportunità "educative" per i bambini: in passato era più facile che anche un semplice cartone animato avesse un qualcosa di linearmente positivo, un messaggio da trasmettere all'infanzia.
Oggi nella maggior parte dei casi, anche cartoni animati e pubblicazioni per i più piccoli si sono trasformati in una serie di robotiche e caotiche fantatrasformazioni di personaggi, poco accattivanti sul piano grafico, persino violenti e -in altri casi- finanche quasi da "censura" per minori.
Ben vengano, allora, pubblicazioni come questa dell'opera di Livia De Bonis, sicuramente testi di nicchia, ma che vale la pena divulgare per riportare alla luce un po' di sana letteratura per l'infanzia (e non solo).
Il libro lo si legge agevolmente, ma, come tutte le raccolte di favole, a volte richiede delle pause per lasciare risuonare dentro le storie e i sentimenti che popolano le singole vicende.
Non di rado tornano alla mente echi di opere famose: leggendo, ad esempio, "Il principe asinello" e "Il vecchio e la contadina" mi è sorto spontaneo un parallelo con "La bella e la bestia"  -favola europea dalle molte varianti, ben più antica del film Disney- :anche in questi testi della De Bonis la superbia dei potenti viene punita e la vera bellezza comporta occhi capaci di vedere l'esteriorità. 

Perché, come scrisse Antonie de Saint-Exupery, "l'essenziale è invisibile agli occhi, non si vede che col cuore".

Anche una favola può ricordarcelo!


Buona lettura! 

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