mercoledì 18 dicembre 2013

E DELL'ANTIPATIA, CHE CE NE FACCIAMO?


Quando penso all'antipatia, la mia mente se ne va immediatamente a zonzo per i binari dell'etimologia della parola: anti-pathos.
Opposto alla passione, contrario all'affezione verso qualcuno.
Una forza...repulsiva.

Come a dire: nei confronti dell'antipatico, non scatta in noi il feeling, la sintonia, non c'è intesa!

Tralasciamo i casi di antipatie inspiegabili, a volte infondate, o di quelle che scattano per questioni di "gelosia", fermiamoci un attimo su quella che in noi si desta perché siamo catturati solo da un "difetto" dell'altro, da qualcosa che ci infastidisce al punto da renderci quella persona un po' difficile da "digerire".

Parto da un presupposto: l'antipatia può -e spesso è- un sentimento innato nell'uomo, va e viene, può essere passeggero o duraturo...e allora tutto sta nel modo in cui lo si "gestisce".

Se l'antipatia diventa un ostacolo tale da portarci a sviare da una persona tenendola sempre a distanza, credo che allora il problema sia ...in noi.

L'essere persone di fede non ci indica -come strada risolutiva- la fuga da quelli che ci stanno poco simpatici.
Il Signore Si è fatto vicino a tutti, più santi e meno santi, più affabili e meno affabili, più umili e meno umili...la Sua esistenza terrena sarà stata costellata da incontri con l'antipatico di turno: il presuntuoso, il saccente, il logorroico, il maleducato....
Eppure non si legge, in tal proposito, di nessuna "fuga" del Maestro da queste persone poco piacevoli...
In fin dei conti, ritroviamo spesso il Signore a casa di pubblicani e farisei; in mezzo ai dottori del Tempio; tra malati guariti che si rendono insensibili al dono ricevuto.

L'esempio che per noi ne deriva è che dall'antipatico non si scappa.
All'antipatico...si va incontro e dall'antipatico si impara.
SI', SI IMPARA!

L'antipatia, per un cristiano, è un campo di battaglia, su due fronti:
1) consente di vincere la personale inclinazione a "scartare" colui che consideriamo "imperfetto";
2)ci stimola a trovare anche nel meno simpatico un punto di bene, un lato positivo, qualcosa da imitare....

Aggiungerei anche un terzo elemento:
3) ci consente di fare un'autocritica, di valutare anche noi stessi alla luce del motivo di quell'antipatia.
Possiedo anche io un lato del carattere che mi possa ricordare ciò che mi sta antipatico nell'altro?
Potrei ritrovarmi in situazioni in cui voglio evitare di comportarmi come fa quella persona un po' poco simpatica?

Ecco, anche da una situazione negativa può venir fuori un elemento positivo.
L'antipatico, l'anti-pathos, l'anti-passione, l'anti-feeling può essere per me un motivo di crescita.
L'anti-pathos mi insegna a "scartare" non l'antipatico in sé, ma quello che mi rende poco appassionante la sua presenza.
"Tolgo" il difetto che vedo in lui/lei, cerco di minimizzare il difetto, di considerare tutte le attenuanti possibili, di correggere quel lato negativo (con l'esempio contrario, con una buona parola, con la mia vicinanza!) e provo a valorizzare il buono che anche nell'antipatico esiste!

Papa Francesco, nell'esortazione Evangelii Gaudium, ci indica la strada della preghiera come "strumento" di evangelizzazione nei confronti di chi fatichiamo ad amare istintivamente:

"Tutti abbiamo simpatie ed antipatie, e forse proprio in questo momento siamo arrabbiati con qualcuno. Diciamo almeno al Signore: “Signore, sono arrabbiato con questo, con quella. Ti prego per lui e per lei”. Pregare per la persona con cui siamo irritati è un bel passo verso l’amore, ed è un atto di evangelizzazione. Facciamolo oggi! Non lasciamoci rubare l’ideale dell’amore fraterno"! (E.G. 101)


Sulla scorta di queste parole, rammentiamo anche il Santo Vangelo:
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. 
Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 
E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste".
(Mt 5,43-48)

Il Signore ci aiuti, in questi giorni che ci preparano al S.Natale, ad assumere in noi il Suo esempio: quello di un Dio che è venuto incontro a tutti, senza "selezione" di persone!

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