domenica 4 luglio 2010

L'importanza di meditare il Santo Rosario


E' utile che noi impariamo a recitare il Rosario santamente, cioè con intelligenza e amore. 
In ogni mistero si può ricavare, considerare una verità che insegna la Chiesa; secondo, un insegnamento morale, ascetico; e, in terzo luogo, una grazia particolare da chiedersi.
 Il Rosario è una breve teologia se la si considera nel suo complesso dei misteri. 
E' un riassunto del catechismo e un riassunto di teologia, quindi si può chiamare anche: la piccola teologia di Gesù e di Maria”. (Don Giacomo Alberione)


Sul sito “Amicidomenicani”, leggiamo che “il Rosario consta di due elementi: uno materiale e l'altro spirituale. 
L'elemento materiale consiste nell'enunciare i misteri e nel proferire il Padre Nostro, le varie Ave Maria e il Gloria al Padre. 
L'elemento spirituale consiste nella contemplazione del mistero. 
Questo è l'elemento specifico del Rosario
Se mancasse, si avrebbe la recita di tanti Pater e Ave, preghiere senza dubbio eccellenti, ma non si avrebbe il Rosario. Non sarebbe più il Vangelo trasmesso alla nostra vita.
 Ancor più, se si recitassero le varie preghiere, ma non si enunciasse il mistero e non si facesse la relativa contemplazione, ci si troverebbe di fronte ad una preghiera anche abbastanza lunga e certamente meritoria, ma non avremmo ancora il Rosario.
 Con questo non si vuole concludere che chi fa così non prega. 
Semplicemente si vuol dire che non ha pregato con il Rosario, perché il Rosario è un'altra cosa. 
Sottolineava Paolo VI: senza contemplazione, il Rosario è corpo senza anima, e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule e di contraddire all'ammonimento di Gesù: quanto pregate, non siate ciarlieri come i pagani, che credono di essere esauditi in ragione della loro loquacità”.

Ma cosa occorre fare, per meditare e meditare bene? 
Innanzitutto, “nella contemplazione dei misteri si devono fare essenzialmente tre cose: la ripresentazione dell'evento di salvezza (mistero), il ringraziamento per l'evento compiuto da Nostro Signore, la supplica a Dio in virtù dell'evento compiuto”.
Infatti "diventa difficile contemplare l'evento se non lo si conosce".
Occorre quindi partire dal Vangelo, immergersi nei sentimenti di Gesù e rivivere quello che Egli stesso ha vissuto in quel frangente.
 Accanto a questa immersione, se ne può fare un'altra: quella di vedere il mistero con gli occhi di Maria”.

In effetti, nel Rosario, come ci ricorda Papa Giovanni Paolo II nella Rosarium Virginis, noi "ci mettiamo alla contemplazione del volto di Cristo in compagnia e alla scuola della sua Madre Santissima” .
Papa Benedetto XVI, nel discorso pronunciato presso il Santuario di Aparecida, il 12 maggio 2007, proprio al termine della recita del Santo Rosario, disse che Maria: "guida la nostra meditazione; è Lei che ci insegna a pregare. 
È Lei che ci addita il modo di aprire le nostre menti ed i nostri cuori alla potenza dello Spirito Santo, che viene per essere trasmesso al mondo intero. 
Abbiamo appena recitato il Rosario. 
Attraverso i suoi cicli meditativi, il divino Consolatore vuole introdurci nella conoscenza del Cristo che sgorga dalla fonte limpida del testo evangelico".

Per cominciare a pregare il Rosario “meditandolo”, può essere utile far seguire all'enunciazione del mistero la lettura del corrispondente brano evangelico, per cercare di avere poi in mente la scena in cui si svolge l'evento, aiutando quindi l' immaginazione a “calarsi” nel contesto anche ambientale, di ciò che si va contemplando.
Per qualcuno potrebbe essere utile osservare solo delle belle illustrazioni  relative ai misteri, riportando poi alla mente, in maniera spontanea, le parole del Vangelo.
E man mano che si prenderà familiarità con questo modo di contemplare, sarà più semplice meditare i misteri anche qualora non si avesse a disposizione nessun “aiuto”.

Il passo successivo all'immaginazione della scena in cui si svolge il mistero è di tipo più “interiore”; potremmo chiederci: cosa avranno pensato o fatto Nostro Signore e la Vergine, in quel frangente, davanti a quei personaggi, quali sentimenti avranno provato, come avranno affrontato le prove, vissuto le gioie, le attese, i dolori? 
Come si saranno rivolti al Padre, per trovare forza e per renderGli grazie?
Cosa dovremmo dedurne noi, come insegnamento per la nostra vita cristiana? 

Può tornare utile anche usare un sussidio di meditazioni, per aiutarsi con qualche pensiero di Santi o del magistero della Chiesa, considerando quali luci abbiano ricevuto, su quei singoli punti, coloro che ci hanno preceduti nel cammino di santità, e poi farli “nostri”, cercando di applicarli come stimolo per la nostra vita spirituale.

Meditare col Rosario significa consegnare i nostri affanni ai cuori misericordiosi di Cristo e della Madre sua”, ci dice Giovanni Paolo II; questa preghiera ci aiuta anche ad approfondire la nostra amicizia con Gesù, il nostro amore di figli a Maria Santissima, vedendo in loro i modelli per il nostro modo di essere cristiani anche negli episodi apparentemente più banali della nostra vita cristiana.
Ricorriamo con fiducia a quella che Padre Pio definiva “l'arma” contro il male, ne ricaveremo conforto, protezione e le luci spirituali che il Signore vorrà donarci.


Buona Domenica a tutti!

2 commenti:

  1. è sempre una gioia poter leggere queste linee guida, per chi, come me, sta ricercando la fede cattolica nel mondo di oggi

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  2. Cerca il Signore che è nel tuo cuore, allora ti sarà più facile vivere la vera fede cattolica anche in questo "confuso" mondo di oggi!

    Un abbraccio e una preghiera

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