Qui trovate l'introduzione alla meditazione del Santo Rosario
I misteri gaudiosi sono i misteri della “gioia”.
Ma in essi si può scorgere anche il mistero di un progressivo “stupore gioioso”, in cui, coloro che incontriamo in questo percorso che va dall'Annunciazione al ritrovamento di Gesù nel Tempio, incantano anche noi con la loro “purezza” e si lasciano e ci lasciano esultare di felicità. Ma siamo sempre in grado di vivere la nostra esistenza cristiana con questo atteggiamento di gioia che si sa stupire, nonostante il passare del tempo e l'incalzare dell' “abitudinarietà”.
1° mistero gaudioso
L'annuncio dell'Angelo a Maria
(Annunciazione -Andrea della Robbia)
“Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret,
a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te".
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.
L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e
regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine".
Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo".
Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio".
Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei”. (Lc 1, 26,38)
Immaginiamo lo stupore di Maria, nel veder giungere a lei l'arcangelo Gabriele.
Ci insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica: “creature puramente spirituali, essi superano in perfezione tutte le creature visibili. Lo testimonia il fulgore della loro gloria”.
Ci insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica: “creature puramente spirituali, essi superano in perfezione tutte le creature visibili. Lo testimonia il fulgore della loro gloria”.
Maria, la “concepita senza peccato” si trova dinanzi un essere che contempla Dio “faccia a faccia” e
avrà riconosciuto, nella sua purezza, la grande purezza dell'angelo.
Quale stupore pieno di gioia, nel vedere un così degno servitore del Signore!
E nel rendersi conto di essere lei, un'umile creatura (la serva del Signore), la destinataria della visita di tale essere!
Ma anche l'Angelo si sarà riempito di stupore gioioso nel contemplare la purezza di Maria Santissima, colei che, di li' a poco, avrebbe chiamato “piena di Grazia”.
Maria sarà la Madre del Messia, si farà “tabernacolo” del Verbo Incarnato.
San Pio X, affermava: “se gli Angeli potessero invidiare, ci invidierebbero la Santa Comunione”.
Quale non sarà stato allora lo sprofondare gioioso dell'Angelo, il suo rispetto, nel contemplare il mistero di un Dio fatto uomo, che ha voluto vivere in “comunione” totale con una Mamma terrena, incarnandosi nel suo grembo verginale?
Con quanto stupore avrà guardato Maria, colei che per nove mesi ha “custodito” il suo bambino nel suo ventre, che per 30 anni lo ha educato, curato, e che nei successivi tre anni lo ha accompagnato (in comunione del Cuore) sulla via della predicazione, su quella dei miracoli, e infine, sulla Via dolorosa del Calvario?
Contemplando questo primo mistero gaudioso, riconosciamo anche noi, con stupore gioioso, la purezza di un Dio che vuole essere annunciato anche nelle nostre vite e che noi abbiamo poi il compito di annunciare ai nostri fratelli, testimoniando il Suo Amore nella nostra quotidianità.
Riusciamo a rispondere all'irrompere del Signore nella nostra esistenza, con lo stesso stupore pieno di gioia che riempì l'animo di Maria Santissima e quello dell'Arcangelo Gabriele? Desideriamo anche noi conservare o ricreare la nostra purezza interiore (e corporale), per essere degne dimore del Signore che vuole abitare in noi?
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