lunedì 28 settembre 2009

Spiritualità carmelitana / 8


NOVENA A SANTA TERESA DI LISIEUX / 7
S. Teresina e l'amicizia

Non di rado i grandi Santi hanno avuto, su questa terra, profondi legami d'amicizia, così come ognuno di noi, perché la natura umana è fatta per amare, per dare e ricevere (nel senso migliore del termine, non egoisticamente inteso!) e chi ci ha già preceduto  in Paradiso, non è stato -sotto questo aspetto- diverso da tutti gli altri essere umani!
Quello che però ha da sempre caratterizzato le "sante amicizie" è -come l'aggettivo stesso sottolinea- l'aspetto puramente spirituale di tali relazioni, alla luce di quanto anche San Giovanni della Croce, pietra miliare nella formazione religiosa di Santa Teresina, affermava : "Quando l'amore che si porta alla creatura è un affetto tutto spirituale e fondato solo in Dio,nella misura n cui esso cresce, cresce anche l'amore di Dio nella nostra anima...". 
Ma "amicizia spirituale" non è sinonimo di relazione fredda o distaccata dalle esigenze e incombenze materiali, della vita di ogni giorno!
Tutt'altro! Più Teresina amava in modo tutto spirituale, più l'amicizia cresceva e portava frutto, anche nella vita quotidiana dei propri amici!
In particolar modo, dopo l'ingresso al Carmelo, quando gia' Santa Teresina era diventata maestra delle novizie, nacque un'amicizia splendida e cristallina con una delle giovani "aspiranti carmelitane" affidata alla sua cura, colei che in seguito diventerà Suor Maria della Trinità.
Il "regalo" di questo reciproco donarsi fu carico di frutti per Suor Maria, che così depose al processo apostolico della Serva di Dio Suor Teresa di Gesù Bambino, nel 1916: "Per la Serva di Dio avevo un vivissimo affetto, ma tutto soprannaturale. Constatavo con stupore che più l'amavo, più amavo il buon Dio e quando il mio amore per lei si intiepidiva, ero costretta ad ammettere che ero in cattive disposizioni d'animo, che il mio fervore era diminuito".
E proseguiva così dicendo: "I nostri raporti erano del tutto spirituali. Era attenta a rimproverarmi per ogni mia mancanza:  «Vi devo dire la verità- mi diceva- ve la dirò fino alla mia morte. Sono servera, è vero, ma sento che il tempo stringe, bisogna che mi affretti a formarvi alla perfezione, perchè non devo rimanere a lungo sulla terra».
Io ricavavo sempre un grande profitto spirituale dai miei sfoghi d'animo con lei : «La principale causa delle vostre sofferenze, delle vostre lotte - mi diceva- viene dal fatto che voi guardate troppo le cose dal lato terreno e non abbastanza con spirito di fede. Cercate troppo le vostre soddisfazioni. E pertanto sapete quando trovare la felicità? Quando non la cercherete più. Credetemi, ne ho fatto l'esperienza».

Quale differenza con tante delle amicizie che si stringono ai nostri giorni, permeate dalla semplice ricerca della personale soddisfazione del proprio bisogno di affetto, da ricevere, più che da dare....o da quelle in cui il Signore occupa l'ultimo posto....

Teresina ci dimostra che la vera amicizia è quella che nasce dalla condivisione dello stesso amore verso Dio e dal comune progetto di santificarci, ponendo quindi, come cemento dei nostri legami, il Signore, che meglio di noi stessi saprà farci donare all'altro e farci ricevere ciò che l'altro ci offre.
E soprattutto, l'amicizia spirituale, non è invidiosa e ancora una volta Santa Teresina ce ne da' conferma, attraverso le parole della sua amica Sr. Maria, la quale racconta che un giorno, la sua amica e maestra, udendola cantare in coro, le disse "Oggi sono molto consolata di avere una voce tanto debole per cantare nel coro e ringrazio Gesù di avermi dato una figlia che ne ha per due...Gli offro la vostra voce come se fosse la mia". Il racconto di Sr. Maria prosegue :"Allora le dissi che avrei sempre salmodiato in suo e in mio nome e fui commossa nel vedere la felicità che ne provò".
D'altronde, non era già stato San Paolo a dire che "la carità (ossia l'amore nella forma più elevata!) non è invidiosa"?????
Teresina ci fa comprendere che nella vera amicizia i doni dell'uno sono anche i doni dell'altro e tutto diventa una "proprietà comune", come nella teoria dei vasi comunicanti: tutto viene da Dio e allora "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date".
In questo, sta la vera gioia dell'amicizia!

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