La Solennità di quest'oggi mi spinge a due riflessioni, una viene direttamente dal Vangelo che la Liturgia della Parola ci propone, l'altra da uno scritto di Ronchi.
Il Vangelo ci presenta un Erode turbato e molti "scandalizzati" dall'annuncio di un grande Re che sarebbe nato e che i Magi stavano andando ad adorare.
A queste confusioni e preoccupazioni, gli scribi e i capi dei sacerdoti, interrogati sul luogo in cui ciò sarebbe accaduto, rispondono ricordando una profezia, in cui si parlava di un posto preciso: Betlemme di Giudea, quella città che non sarebbe rimasta, che non era, la più piccola fra tutte!
A fatti umani la risposta viene dalla Parola... a problemi materiali (il timore di Erode di perdere il potere, lo scandalo del popolo) la soluzione viene da qualcosa che non è stato "costruito" da mani d'uomo (seppure dell'uomo Dio si sia servito!), ma che il Signore stesso ha consegnato all'umanità: il Suo Verbo. Gesù Parola...quello stesso Gesù che è Re incarnato!
L' Epifania - manifestazione - è allora in primo luogo una festa che ci interpella sul nostro modo di rapportarci alla Parola: se Cristo diviene la nostra luce, Egli che è Parola è veramente, nella nostra vita la Lampada che orienta i nostri passi, la Luce sul nostro cammino (cfr Sal 119,105)?
Rispondiamo alle inquietudini dell'esistenza, alle fatiche, ai dubbi....attraverso la lettura, la meditazione e l'applicazione concreta della Parola?
Quante volte riusciamo a rispondere ai fatti della nostra vita e di quella degli altri, con un versetto biblico?
Sappiamo farci dispensatori della Parola di Dio? Essa diviene per noi consigliera, messaggera, consolatrice, risolutrice?
Se questo accade in noi - e nella misura in cui ciò si verifica - la Luce di Cristo brilla in noi.
L'uomo recupera quella dimensione piena dell'essere "immagine e somiglianza" di Dio.
Noi diventiamo "epifania" di quel Cristo che è Epifania del Padre.
Noi diventiamo capaci di mostrare Dio agli altri, di essere segno: di speranza, di amore, di bontà, di tenerezza, di condivisione, di aiuto, di sollievo....
Scriveva qualche anno fa Ermes Ronchi, sull'Avvenire: "Un segno c'è sempre, per tutti, anche oggi.
Spesso si tratta di piccoli segni, sommessi; più spesso ancora si tratta di persone che sono epifanie di bontà, incarnazioni viventi di Vangelo, che hanno occhi e parole come stelle. L'uomo è la stella: «percorri l'uomo e troverai Dio» (sant'Agostino)".
In questo senso noi possiamo diventare un ...dono per gli altri! Quante volte, la nostra vita, ha preso una piega diversa perché abbiamo incontrato qualcuno capace di mostrarci "Dio" nel proprio volto! Ed incontrando il Volto divino nell'altro...noi abbiamo scoperto il nostro stesso volto, un volto a sua volta (!) capace di irradiare ad altri le "fattezze", il Viso di un Dio che è infinito.
Quale grande mistero è questo: l'uomo, piccolo, insignificante, nascosto...diventa come quella Betlemme piccola, nascosta, insignificante. Eppure dall'uno e dall'altra viene la Luce, la Luce vera che illumina il mondo (cfr Gv 1,9)!
Dio ci ha fatti come un prodigio (cfr Sal 139)!
L'augurio di una buona Epifania è che possiamo essere luce della Luce che riceviamo, capaci di una donazione a volte silenziosa, ma che, stiamone certi, può riscaldare i cuori dei nostri fratelli, ed essere segno e simbolo di quell'amore che Dio ha per l'umanità intera!
L'augurio di una buona Epifania è che possiamo essere luce della Luce che riceviamo, capaci di una donazione a volte silenziosa, ma che, stiamone certi, può riscaldare i cuori dei nostri fratelli, ed essere segno e simbolo di quell'amore che Dio ha per l'umanità intera!
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