giovedì 4 dicembre 2014

NOVENA A MARIA IMMACOLATA: sesto giorno - il Regno che non avrà mai fine!




PREGHIERA ALLA VERGINE IMMACOLATA
Vergine Immacolata, scelta fra tutte le donne per donare al mondo il Salvatore, serva fedele del mistero della redenzione, fa' che sappiamo rispondere alla chiamata di Gesù e seguirlo sul cammino dell vita che conduce al Padre.
Vergine tutta santa, strappaci dal peccato e trasforma i nostri cuori.
Regina degli apostoli, rendici apostoli, faa' che nelle tue sante mani noi possiamo divenire strumenti docili e attenti per la purificazione e santificazione del nostro mondo peccatore.
Condividi con noi la preoccupazione che grava sul tuo cuore di Madre, e la tua viva speranza che nessun uomo vada perduto.
Possa, o Madre di Dio, tenerezza dello Spirito Santo la creazione intera celebrare con te la lode della misericordia e dell'amore infinito.   
 AMEN



La Liturgia della Parola di oggi ci immette nel tema dell'ingresso nel Regno Celeste, nella GerusalemmeNuova.
La fede in Gesù, nostro Salvatore ed il compimento delle opere da Lui richieste, l'adesione alla Sua volontà, ci consentono di entrare nella Città Santa attraverso "le porte della giustizia", come sottolineato dal Salmista.
Anche Maria Immacolata è porta: Porta del Cielo.
La sua immacolatezza le consente di essere la porta benedetta scelta da Cristo per entrare nel mondo come Uomo, e per portare il Regno di Dio già in mezzo a noi.
Maria Immacolata è porta del Cielo anche perché solo lasciandoci guidare da Lei, possiamo incontrare veramente Gesù: ad Jesum per Mariam.
E poiché in Cielo nulla di impuro può entrare, guardiamo alla Vergine Immacolata per rendere anche noi stessi immacolati, purificati dal peccato.
Nel suo ingresso trionfante in Cielo, che celebriamo il giorno dell'Assunzione, in realtà vi è il coronamento della Sua Purezza celestiale: totalmente pura, completamente Immacolata da essere ammessa in via diretta in Paradiso, in corpo e anima.
In Lei vediamo riflessa come in uno specchio la nostra "buona fine" quando giungeremo anche noi a contemplare Dio faccia a faccia, purificati da ogni colpa, dopo il Purgatorio.
In Lei vediamo anche come fare per portare Cristo, il Regno di Dio, in mezzo a noi, ai nostri fratelli sfiduciati, lontani da Lui, timorosi o dubbiosi.
Essere "porta" sul modello di Maria vuol dire impegnarsi non solo per raggiungere la salvezza, ma anche per annunciarla agli altri!
 
Scriveva Paolo VI, all'epoca ancora Arcivescovo di Milano:
"Maria è la porta del Cielo; ella ci introduce nel regno soprasensibile, che la luce profana della consueta esperienza esteriore ci lascia ordinariamente meno considerare.
Perché, come avvenne, come fu, che il Verbo di Dio, non cessando d'essere Dio, cominciò ad essere uomo?
In quale preciso momento della storia, in quale luogo di questa terra entrò Egli nel giro del tempo e abitò tra noi?
Per quale porta passò Egli nella serie delle generazioni umane?
Dove parve Egli bussare per farsi aprire?
Chi gli aperse?
La porta del cielo, noi lo sappiamo, fu la Madonna.
Una parola, una sillaba di quella benedetta nostra sorella, Maria di Nazareth, che diventerà così nostra madre spirituale e nostra regina, aprì l'ingresso al Verbo di Dio nel mondo; ed il suo seno allora fu il mondo, fu il cielo, per il Signore del mondo e del cielo, quando ella all'Angelo rispose semplicemente: Sì, fiat.
Quel fiat innestò l'amore salvifico di Dio  nel campo umano; l'ordine celeste nell'ordine terrestre, la volontà divina nella volontà umana; e l'Incarnazione si realizzò, la Redenzione cominciò.
Ella tutti ci istruì sul modo di realizzare la nostra salvezza, cioè accettare e fare la volontà di Dio.
Lasciamo che il suo esempio tracci a noi la lezione di cui maggiormente abbiamo bisogno: perché Dio si incarni nella nostra vita, perché la Sua ottima volontà, che ha nei cieli il suo impero, si realizzi qui in terra, nel regno sconvolto della nostra libera volontà, perché possiamo essere davvero seguaci di Cristo e fruire della Sua salvezza, occorre che anche noi impariamo a dire di s^ ai voleri di Dio, anche quando sono grandi, anche quando sono incomprensibili, anche quando sono per noi dolorosi".

 (G.B. Montini, Sulla Madonna - Discorsi e Scritti -Edizioni Studium; pp. 118; 162-163)

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