sabato 20 dicembre 2014

NOVENA DI NATALE - QUALCOSA DI NUOVO STA ACCADENDO! - quinto giorno

 "Nulla è impossibile a Dio "
 
(Lc 1,37)
 "il Signore stesso vi darà un segno. 
Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio,
che chiamerà Emmanuele".

(Is 7,14)


Gherardo delle Notti, Adorazione dei pastori

La Liturgia di oggi ci aiuta ad addentrarci nel tema di questa nostra novena: la novità che Dio realizza.
E la parola chiave di oggi è data da un binomio: "Donna Vergine".
Non mi piace scindere i due termini, perchè Dio decide di "rinnovare" la donna attraverso la verginità, e al contempo di rendere perennemente vergine una Donna che sarà anche Madre.
La novità sta proprio in questo: che nulla sia impossibile a Dio lo vediamo in questo segno, della Vergine che concepisce e partorisce e per giunta non un bimbo qualsiasi, ma l'Emmanuele, il Dio con noi, il Figlio di Dio stesso.
Nell'Ufficio delle Letture odierno ritroviamo un brano sempre estrapolato dal profeta Isaia, in cui leggiamo:
 "Io avevo annunciato da tempo le cose passate;
erano uscite dalla mia bocca, per farle udire.
D'improvviso io ho agito e sono accadute".
(Is 48,3) 

Quando Maria viene raggiunta dall'annuncio dell'Arcangelo Gabriele, avrà certamente pensato a queste parole. Sì, Dio fa nuove tutte le cose, ma dona anche un supporto alla nostra natura di creature che coniugano mente e cuore, ragione e sentimento.
Dio opera in modo del tutto impensabile per noi, ma ci dona una sorta di "anticipo" in promesse, delle grandi cose che farà.
Ecco perché, sempre in Isaia, Dio può parlare in questo modo:
"Ora ti faccio udire cose nuove e segrete
che tu nemmeno sospetti.
Ora sono create e non da tempo;
prima di oggi tu non le avevi udite,
perché tu non dicessi: «Già lo sapevo»".
(Is 48,6-7) 

Da un lato Dio annuncia fin da tempo le cose che intende fare, dall'altro, però, non svela completamente i Suoi piani e le modalità del Suo agire, proprio per lasciarci vivere nell'ottica della fede e della salda speranza.

Se volessimo dare una rilettura simbolica della figura femminile nel passaggio Eva-Maria, potremmo dire che già in Eva, in quanto prima donna creata, noi vediamo la "novità" di ciò che Dio vuole realizzare attraverso la figura femminile; la caduta di Eva e la cacciata dal Paradiso non privano totalmente di opportunità di realizzazione questo piano, perché la stirpe umana "nasce" attraverso la generazione in Eva, madre dei viventi.
In Maria, tuttavia, Dio mostra in maniera splendida quale fosse quel Suo progetto originario sulla donna: darci attraverso di lei non un uomo qualsiasi, ma l'Uomo-Dio, il Verbo Incarnato.

Tutto questo ci invita a riflettere sulla "novità" della figura femminile, sulla necessità di essere - in qualunque stato di vita - terra vergine, cioè terra pulita, ricolma perciò delle cose di Dio e di Dio stesso, perché solo così la donna potrà essere non solo e non sempre madre a livello fisico, ma soprattutto madre a livello spirituale, capace di generare il bene, in tutte le sue molteplici sfaccettature, e così, consapevole del suo ruolo di "datrice di vita".

D'altronde, guardando a Maria, tutte le donne possono trovare un modello: le consacrate (sia religiose, che con voti privati), le laiche; le nubili e le spose; le vergini nel corpo e quelle che hanno magari riconquistato la "verginità" dello spirito, dopo le cadute.

L'avvento dovrebbe risvegliare, in modo particolare nella donna, il desiderio di lasciarsi rinnovare da Dio per acquistare una fecondità "innovativa", quella capace di creare nella purezza. Ma può essere questo un tempo in cui anche per l'uomo va coltivato il desiderio di questa "purezza eterna".
Pensiamo a come diverremo in Paradiso: simili agli angeli.
Non prenderemo né moglie né marito, ci dice la Scrittura, ameremo al di là del rapporto fisico che sulla terra è l'unico modo umano per "generare", ma quel Dio Emmanuele, nato da una Vergine Madre....sarà per sempre la nostra ricchezza, e la nostra vera "fecondità":
"Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre" .
(Mt 3,35) 

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