martedì 16 dicembre 2014

NOVENA DI NATALE - QUALCOSA DI NUOVO STA ACCADENDO! - primo giorno


"Io, io sono il Signore,
fuori di me non c'è salvatore.
 Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete
?"

(Is 43,11 ) 


Gherardo delle Notti, Adorazione dei pastori

Qualcosa di nuovo germoglia, proprio ora, qui, non solo sotto i nostri occhi...ma in noi stessi.
L'Avvento del Signore ci ricorda che siamo chiamati a "partorire" il nuovo dentro di noi, a farci creature nuove, perché in Cristo siamo stati redenti, rinnovati; in Lui abbiamo riacquistato lo splendore perduto del primo Adamo.

E' un grande mistero: Dio è immutabile in Sè Stesso, eppure fa nuove tutte le cose, ogni istante, in tutti i tempi.
L'Eternità stessa sarà questa novità di Bellezza che pur non variando nella Sua stabilità perenne, non finirà mai di saziarci, di stupirci, di inondarci nella e della Sua infinità.
La capacità di rinnovare continuamente ogni cosa deriva dall'amore e Isaia ce lo ricorda sempre nel capitolo 43, nei versetti 2-4:

"Ora così dice il Signore che ti ha creato, o Giacobbe,
che ti ha plasmato, o Israele:
«Non temere, perché io ti ho riscattato,
ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni.

Se dovrai attraversare le acque, sarò con te,
i fiumi non ti sommergeranno;
se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai,
la fiamma non ti potrà bruciare,
poiché io sono il Signore, tuo Dio,
il Santo d'Israele, il tuo salvatore.


Perché tu sei prezioso ai miei occhi,
perché sei degno di stima e io ti amo,
do uomini al tuo posto
e nazioni in cambio della tua vita".




Dio fa cose nuove perché ci ama. Per questo ci dona l'Uomo Giusto, il Santo dei Santi, che si carica della nostra umanità e del nostro peccato; per questo rinuncia a tutte quelle nazioni su cui avrebbe potuto governare con un potere terreno e sceglie di essere Re in un modo alternativo, impensabile alla logica creaturale.
L'amore è capace di "partorire" le novità che costruiscono, non quelle che distruggono.
L'Avvento ci spinge a chiederci: tutte le innovazioni di cui l'uomo sta riempiendo il mondo, tutte quelle che coinvolgono la sfera dei sentimenti, le relazioni sociali, il progresso tecnologico e finanche il dominio sul proprio corpo....sono le novità costruttive dell'amore o quelle distruttive di un amore solo apparente, dietro cui si nasconde il male?
Se Natale è la festa dell'Amore che trionfa, la "rivoluzione delle tenerezza" citata da papa Francesco, allora il ricordo di un Dio che viene ogni giorno nella nostra vita deve spingerci alla domanda di senso: il mio è un amore che crea cose positive, su cui altri possono costruire, appoggiarsi, di cui gli altri possono sfamarsi, o è un non amore che genera negatività, egoismi, in cui gli altri vengono inglobati e da cui vengono distrutti?

Perché se Dio, Maria, Giuseppe, i pastori....e Gesù stesso, nel Natale hanno "partorito" qualcosa di nuovo, l'invito oggi è rivolto anche a noi.
Possiamo "partorire" anche noi Dio nella nostra vita attraverso gesti di vero amore creativo; partorire, in questo senso, ci rende simili a Dio nella Sua creatività che ha fatto l'impensabile: assumere la Carne Umana, essere non soltanto il Figlio, ma il Figlio Incarnato, nella Sua dimensione duplice di trascendenza verso il Padre (e la Sua volontà) e verso gli uomini.
 

"E' una parola divina, se è umana è perché è un dono di Dio: creatività. 
 La preghiera è il primo passo, perché è aprirsi al Signore per potersi aprire agli altri. 
E’ il Signore che dice: “Vai qua, vai di là, fai questo …”, ti suscita quella creatività che a tanti Santi è costata molto.Tante volte la creatività ti porta alla croce. 
Ma quando viene dalla preghiera, porta frutto. 
Non la creatività un po’ alla sans façon e rivoluzionaria, perché oggi è di moda fare il rivoluzionario; no questa non è dello Spirito. Ma quando la creatività viene dallo Spirito e nasce nella preghiera, ti può portare problemi. La creatività che viene dalla preghiera ha una dimensione antropologica di trascendenza, perché mediante la preghiera tu ti apri alla trascendenza, a Dio. Ma c’è anche l’altra trascendenza: aprirsi agli altri, al prossimo. . È importante la trascendenza duplice: verso Dio e verso il prossimo. Uscire da sé non è un’avventura, è un cammino, è il cammino che Dio ha indicato agli uomini, al popolo fin dal primo momento quando disse ad Abramo: “Vattene dalla tua terra”. Uscire da sé. E quando io esco da me, incontro Dio e incontro gli altri. Come li incontro gli altri? Da lontano o da vicino? Occorre incontrarli da vicino, la vicinanza. 


Creatività, trascendenza e vicinanza. Vicinanza è una parola chiave: essere vicino. 
Non spaventarsi di niente. 
Essere vicino. 
L’uomo di Dio non si spaventa".


Possa l'Avvento del Signore ricordarci l'importanza di questa "creatività" che si fa prossimità nell'amore, con l'uscire da sè per incontrare quel Dio che Si fa uomo e che ci insegna, con la Sua umanità, ad incontrare l'uomo.
Possa la Vergine Maria, Madre del Divin Verbo, donarci la capacità di accogliere nella preghiera la volontà "creatrice" di Dio su di noi e renderci coraggiosi, uomini e donne che non temono di seguirla; e possa lei aprirci alla capacità di donarci all'Altro ed agli altri nel vero amore che ha in sè un potere di salvezza quando viene dal puro e vero amore di Dio, l'unico  che salva davvero e per sempre.

BUONA NOVENA A TUTTI! 

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