lunedì 25 luglio 2011

FESTA DI SAN GIACOMO APOSTOLO



"Figlio di Zebedeo e fratello dell'apostolo Giovanni, nacque a Betsaida.
Fu presente ai principali miracoli del Signore.
Fu fatto uccidere da Erode verso l'anno 42.
E' venerato soprattutto in Spagna a Compostella, dove esiste la celebre basilica a lui dedicata" 
(Liturgia delle Ore)



Quest'oggi si festeggia San Giacomo Apostolo, autore di una lettera molto bella, che ben si sposa con la Parola di Dio ascoltata nella Liturgia di ieri.
Nella prima lettura, infatti, la XVII Domenica del T.O. ci ha presentato il giovane Salomone che, rispondendo alla domanda del Signore "Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda", affermava: "Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi.
 Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso"?

La Parola ascoltata ieri ha sottolineato quanto Dio apprezzi una tale richiesta e si mostri magnanimo nell'assecondarla: "Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: «Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole".

Ebbene, San Giacomo, nella sua lettera, sottolinea gli stessi aspetti che ieri ci sono stati presentati nella Liturgia della Parola:
"Se qualcuno di voi manca di sapienza, la domandi a Dio, che dona a tutti generosamente e senza rinfacciare, e gli sarà data.
La domandi però con fede, senza esitare, perché chi esita somiglia all'onda del mare mossa e agitata dal vento; e non pensi di ricevere qualcosa dal Signore un uomo che ha l'animo oscillante e instabile in tutte le sue azioni".
(Gc 1, 5-8)

Se dunque meditiamo su queste parole, possiamo ben ricollegare le letture di ieri con la festa di quest'oggi e con il messaggio che lo stesso San Giacomo ci ha lasciato.
La sapienza è cosa graditissima agli occhi del Signore, che è la Sapienza stessa e che ha fatto di Maria Santissima proprio la sua sede (nelle litanie lauretanee invochiamo la Madre del Signore come, appunto, "Sede della Sapienza").
La Bibbia dedica un libro intero a questa "qualità", che potremmo definire come la capacità di conoscere le cose e di saper applicare queste conoscenze nel giudicare con equilibrio, nel prendere le varie scelte della vita....
Quanto è dunque importante chiedere ed ottenere la sapienza!
"Donaci la sapienza del cuore" è il ritornello spesso usato in un salmo responsoriale della liturgia domenicale e San Giacomo  ci dice cosa sia questa sapienza "vera" e come vada distinta da quella falsa:
"Chi è saggio e accorto tra voi?
Mostri con la buona condotta le sue opere ispirate a saggia mitezza.
Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non mentite contro la verità.
Non è questa la sapienza che viene dall'alto: è terrena, carnale, diabolica; poiché dove c'è gelosia e spirito di contesa, c'è disordine e ogni sorta di cattive azioni.
La sapienza che viene dall'alto invece è anzitutto pura; poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocrisia.
Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace". (Gc 1,  13-18)


Donaci la sapienza del cuore: insegnaci, cioè, Signore, a fare buon uso di ciò che conosciamo non soltanto con la mente, ma anche con l'animo; a saper coniugare il sapere alla virtù, alla carità, alla fede ed alla speranza!

"Quanto amo la tua legge, Signore!"  è il ritornello del Salmo Responsoriale ascoltato ieri: la legge di Dio è, in un certo senso, causa e conseguenza della sapienza!
E questa legge la troviamo espressa proprio nella Parola di Dio e nel Santo Vangelo in particolare.
Non è la legge "antica", ma una legge "della libertà", come la definisce anche l'apostolo che oggi festeggiamo.
Scrive infatti San Giacomo: "Accogliete con docilità la parola che è stata seminata in voi e che può salvare le vostre anime.
Perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: appena s'è osservato, se ne va, e subito dimentica com'era.
Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato, ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla". (Gc 1, 21-25)

Anche la Sapienza fa parte di quel "tesoro nel campo" che ieri Gesù ci ha invitato a cercare.

"Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti,
allora il Signore te la concederà"
(Sir 1, 23)

Invochiamo Maria Santissima, affinché imparando a meditare sulla Parola di Dio, entrando nei suoi "tesori nascosti" attraverso la chiave che è la preghiera, possiamo scoprire la sapienza del cuore, per vivere secondo la legge dell'Amore!

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