UN ANGELO
SEGNO DELLA DIGNITÀ UMANA
SEGNO DELLA DIGNITÀ UMANA
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo:
«Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
(Mt 18, 1-5; 10)
Siamo tutti così preziosi agli occhi di Dio da avere accanto a noi un angelo che ci protegge, ci consiglia, ci guida. Per farlo capire agli uomini del suo tempo, Gesù usa il riferimento alla figura del bambino, che nella scala sociale non ha importanza e capacità decisionale, non possiede nessun potere, non gode di nessuna ricchezza personale. Il bambino dipende dai genitori, non esercita diritti. Eppure anche lui, anzi, potremmo dire, proprio lui, è talmente rilevante per il Signore da "meritare" la presenza angelica, cioè quella di una creatura che ha uno strettissimo rapporto con Dio, così profondo e spirituale da poter vedere ogni giorno il volto del Padre. Lo stesso volto che neppure Mosè (cfr. Es 33,20) – pur conversando come un amico, faccia a faccia con l'Altissimo – aveva potuto contemplare liberamente; il volto che nell'Antico Testamento a nessuno era concesso guardare senza morire.
L'uomo è così importante, nella scala divina delle priorità, da avere accanto qualcuno che pur godendo di un tale privilegio si mette a suo servizio, per volere di Dio stesso. Ciascuno è come un bambino, se rapportato al Signore: creatura piccole, che non può accampare pretese, vantare diritti e possedimenti propri. Eppure il Signore fa dell'uomo un figlio, coerede di Cristo, destinato a entrare nella casa del Padre. Per questo il dono dell'angelo ha una rilevanza speciale: è un aiuto per camminare più speditamente verso la meta ed è anch'esso uno dei parametri per valutare la grandezza dell'uomo agli occhi di Dio. La dignità non si misura con il metro umano. Occorre guardare dalla prospettiva dell'Alto per vederla e comprenderla e anche questo può aiutare nel rapportarsi al proprio fratello non con atteggiamento di superiorità, ma in spirito di solidarietà, nella riconoscenza per quel dono che abbiamo ricevuto: l'angelo custode.
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