lunedì 2 febbraio 2015

GIORNATA MONDIALE DELLA VITA CONSACRATA




Signore, a Te ci rivolgiamo! 


Figlio di Dio,
mandato dal Padre agli uomini di tutti i tempi
e di ogni parte della terra!
Fà che nella Chiesa non manchino le vocazioni,
in particolare quelle di speciale dedizione al tuo Regno.


Gesù, unico Salvatore dell'uomo!
Ti preghiamo per i nostri fratelli e sorelle
che hanno risposto “sì” alla tua chiamata alla vita consacrata.
Fà che le loro esistenze si rinnovino di giorno
                               in  giorno, e diventino Vangelo vivente.
 
 
Signore misericordioso e santo,
continua ad inviare nuovi operai
nella messe del tuo Regno!
Aiuta coloro che chiami a seguirti in questo nostro tempo:
fà che, contemplando il tuo volto,
rispondano con gioia alla stupenda missioneche affidi loro per il bene del tuo Popolo
                               e di tutti gli uomini.
 
 
 Tu che sei Dio e vivi e regni
con il Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.
 
 
 




"Noi dobbiamo ascoltare Dio.
Dobbiamo aver coscienza che la vita" consacrata "suppone una vocazione divina e continuerà nella misura che questa vocazione persiste.
Se Dio ci dice una parola, non la dice soltanto passando.
La parola di Dio rimane.
E' quella parola che ti crea.
E fintanto che tu non l'avrai realizzata s'impone a te come legge della tua vita.
E siccome non la realizzeremo mai fino in fondo nella nostra vita mortale, per questo dobbiamo mantenerci sempre in ascolto.
Dovete mantenere questo contatto con la Parola che vi chiama.
Dio disse: - Sia fatta la la luce -, e la luce fu.
La creazione dell'uomo non è immediata.
Disse Dio:- Creiamo l'uomo -.
E' un atto continuativo.
La Parola che ci crea, o piuttosto, che è rivolta a noi per realizzare in noi un piano divino, è una Parola che si realizzerà attraverso tutto il nostro cammino terrestre.
Noi dobbiamo mantenerci in ascolto di quella Parola.
Vi ripeto: rinnovatevi davanti al Signore; rinnovate, nel silenzio della vostra anima davanti al Signore, l'ascolto della vocazione che avete un giorno ricevuto.
Troppo spesso ci si stanca di ascoltare, ci si riposa, si dorme.
Quando si dorme non si ascolta; la vita diviene l'adempimento di un regolamento, più o meno quello di sempre.
E così la nostra vita si appiattisce, s'impoverisce, diviene una vita mediocre, vuota.
Bisogna mantenerci in ascolto.
Se noi dobbiamo vivere di fede, rendiamoci conto che la nostra fede personale è nata per noi dall'incontro che Egli ha fatto con noi quando ci ha chiamato per nome.
Ritorniamo ad ascoltare quella parola.
Il rinnovamento della nostra vocazione dipende dal ritorno all'ascolto.
Allora forse non capimmo quel che il Signore voleva da noi; e tuttavia in quella parola che ci disse era già contenuto, in germe, tutto lo sviluppo che avrebbe avuto la nostra vita se si fosse mantenuta in ascolto di quella parola.
Era un seme che, piccolo in sé, portava in sé virtualmente l'albero che dal seme sarebbe scaturito.
In quella vocazione prima vi era già in potenza tutto lo sviluppo, vi era l'esigenza di tutto un processo che avrebbe dovuto portarvi alla santità, che avrebbe comunque dato un volto irripetibile, un senso ultimo, un'unità misteriorsa, ma reale, alla vostra vita.

Riandate al vostro passato.

Ritornate a quel primo incontro con Dio e rinnovate a Dio la vostra risposta.

- Forse non ho risposto. Forse ho dimenticato anche che Tu mi hai chiamato. Forse non ho più voluto ascoltarti. Ora mi rimetto di nuovo in ascolto di Te.
Ora voglio veramente che tutta la mia vita dipenda dalla Tua Parola che mi crea continuamente e mi solleva a Te. 
Perché, se non Ti ascolto, io cado nel nulla -"

(Don Divo Barsotti, 
"Esci dalla tua terra - il cammino della vita religiosa",
 pp. 14-15, Edizioni Parva, 2011)



Nella sua Lettera Apostolica indirizzata a tutti i consacrati, papa Francesco ha individuato alcuni "obiettivi" per l'anno in corso, ed uno di questi (il primo indicato) è: "Guardare il passato con gratitudine".

Scrive il Santo Padre: 
"Ogni nostro Istituto viene da una ricca storia carismatica. 
Alle sue origini è presente l’azione di Dio che, nel suo Spirito, chiama alcune persone alla sequela ravvicinata di Cristo, a tradurre il Vangelo in una particolare forma di vita, a leggere con gli occhi della fede i segni dei tempi, a rispondere con creatività alle necessità della Chiesa. 
Raccontare la propria storia è indispensabile per tenere viva l’identità, così come per rinsaldare l’unità della famiglia e il senso di appartenenza dei suoi membri. Non si tratta di fare dell’archeologia o di coltivare inutili nostalgie, quanto piuttosto di ripercorrere il cammino delle generazioni passate per cogliere in esso la scintilla ispiratrice, le idealità, i progetti, i valori che le hanno mosse, a iniziare dai Fondatori, dalle Fondatrici e dalle prime comunità. 
E' un modo anche per prendere coscienza di come è stato vissuto il carisma lungo la storia, quale creatività ha sprigionato, quali difficoltà ha dovuto affrontare e come sono state superate. Si potranno scoprire incoerenze, frutto delle debolezze umane, a volte forse anche l’oblio di alcuni aspetti essenziali del carisma.  
Tutto è istruttivo e insieme diventa appello alla conversione. 
Narrare la propria storia è rendere lode a Dio e ringraziarlo per tutti i suoi doni".

Credo sia interessante ricollegare idealmente i due testi che ho citato: il primo, di don Divo Barsotti, religioso, sacerdote, fondatore di una Comunità Religiosa e mistico di cui è stata recentemente aperta la causa di beatificazione; il secondo, di papa Francesco, religioso, sacerdote, Sommo Pontefice.
In entrambi gli scritti si invita a puntare lo sguardo sul passato, in uno in chiave personale e nell'altro comunitaria.
Per un consacrato sono necessarie entrambe le prospettive: la vocazione è qualcosa di personale, che coinvolge il singolo nel rapporto a tu per tu e questo si colloca in un momento preciso della propria storia, in quell'essere "chiamati per nome" dal Signore.
D'altro canto, la vocazione è anche qualcosa di "comunitario" che rimanda ad un determinato carisma, quello della Famiglia Religiosa di appartenenza (cosa valida tanto per i religiosi, quanto per i laici consacrati). 
La scelta della consacrazione riguarda il soggetto singolo coinvolto e abbracciato in e da una storia d'amore con il Signore, ma è anche inserimento all'interno di un carisma ben determinato (almeno per la maggior parte dei consacrati è così, anche nell'ambito di molte consacrazioni diocesane, vi è sempre un modello di riferimento).
Ma se la vita consacrata diventa "appello" anche per i non consacrati, riandare al passato può essere uno stimolo per ogni cattolico: c'è stato un momento della storia personale in cui le esigenze del Battesimo si sono fatte più pressanti, in cui è scattata una "nuova" e più profonda conversione, in cui si è sentitito rivolgersi una Parola di cambiamento più coerente al Vangelo? C'è stata una fase della vita in cui si è percepito il fascino di un carisma ben preciso, rintracciato nel modello di un santo, di un beato?

La festa di oggi è un richiamo principalmente per i consacrati, invitati a fare memoria della loro scelta di seguire Cristo casto, povero e obbediente; ma è anche un richiamo anche per i non consacrati, invitati a dimostrare che è possibile vivere - anche nella loro condizione di chiamati a vocazioni differenti dalla vita consacrata - quelle promesse battesimali che nella consacrazione vengono rinnovate con radicalità assoluta.

Lo stesso papa Francesco, indicendo questo speciale anno giubilare, ha voluto indirizzarsi a tutti, spingendo tutti i membri del popolo di Dio a ringraziare per il dono della vita consacrata e  valorizzarla in maniera conveniente (cfr. Francesco, Video-messaggio per la veglia di preghiera a S. Maria Maggiore in occasione dell'apertura dell'Anno della Vita Consacrata, 29 novembre 2014).

Possa dunque, questa giornata, diventare giornata della memoria, della gratitudine e dell'impegno per i consacrati e momento di riflessione per i non consacrati, nella consapevolezza che le due vocazioni sono complementari, manifestazione in maniera diversa di quella "sponsalità" con Cristo Sposo di tutta la Chiesa, di tutte le anime.

Buona festa a tutti i consacrati!  

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