mercoledì 28 luglio 2010

E.R. ...emergenza relax...

E.R. sta per "Emergency room"....ossia : sala emergenze, detto in italiano spicciolo, altro non è che il nostro "Pronto soccorso".
Uso una sigla "ospedaliera", perché la mia riflessione è partita da una rivista presa in farmacia qualche giorno fa e che ieri ho finito di leggere.
Ebbene, al centro del giornale, incappo nel classico articolo sulle vacanze all'estero, con i consigli su assistenza sanitaria e accorgimenti vari da seguire per evitare spiacevoli inconvenienti.
Ma l'elemento più "curioso" del pezzo, è stato lo specchietto in verde, stile promemoria, trovato al centro della pagina.
"I PRODOTTI SANITARI DA PORTARE per affrontare piccole emergenze".
Nelle prime righe, niente di che, le solite, classiche cose, che forse si porta dietro anche chi, in ferie, non va in un Paese straniero.
Scendendo verso le ultime righe, mi scappa un'amara risata.
Vedo questa parola : "preservativi".


Ora, la risata era risata, per la grande "scemenza" della cosa in sè: da quando il preservativo sarebbe un prodotto sanitario antiemergenza "sanitaria"??????

Nel promemoria si parlava di cose come: disinfettanti, antidiolorifici, colliri, creme solari, antibiotici....insomma, prodotti farmaceutici per "tamponare" eventuali "incidenti" o prevenire malanni. 
Mi sembrava di leggere uno di quei quiz dal titolo: indovina quale, dei nomi della lista, non ha nulla a che vedere con gli altri!

Ma la mia era una risata "amara" proprio perché, vedere in quella lista la parola "preservativo", mi ha fatto considerare alcune cose:


1)che siamo davanti alla solita e ormai risaputa banalizzazione del sesso, che viene sempre più considerato come semplice passatempo, anzi, come "emergenza" da "affrontare".
Insomma, in vacanza, a quanto pare, l'emergenza sarebbe di incontrare una bella donna o un bell'uomo e usarli in stile usa e getta come i bicchierini da caffè del bar. 

Si badi bene: a questa amara riflessione, si può arrivare anche senza essere cristiani, ma semplicemente usando un pò di rispetto per le persone , che non sono oggetti! 

Se siamo cattolici, il discorso si fa, naturalmente, ancora più serio!



2) la seconda riflessione è stata questa: quanto è "povera" tanta gente, se crede che l'unico -o uno dei pochi- diversivi, "emergenza" di una vacanza, possa essere l'occasione di ricorrere al preservativo!

Insomma, se proprio dovessi parlare della "emergency room" delle ferie, preferirei dire:
che bello scoprire, appena girato l'angolo del percorso in programma,  un angolo interessante di un quartiere....
che fascino nell'entrare in una Chiesa dalla facciata ordinaria e scoprire poi un gioiello dell'arte...

che meraviglia, nel trovarsi in un museo e incappare nella mostra che non sapevamo fosse in programma e gustare con gli occhi dei capolavori splendidi!



E soprattutto, che "emergenza" è, per tutti, riscoprire Dio attraverso la bellezza dei luoghi, delle opere, delle persone, che visiteremo e incontreremo nel nostro percorso vacanziero.
Allora, nella nostra "emergency room", portiamo una scorta di elementi come:

STUPORE
DISPONIBILITA' ALL'OSSERVAZIONE DEL BELLO

CAPACITA' DI CONTEMPLAZIONE

RINGRAZIAMENTO AL CREATORE



Saranno sicuramente vacanze all'insegna della bellezza e del riposo vero!


Buone ferie a tutti!


venerdì 23 luglio 2010

SANTA BRIGIDA DI SVEZIA



Santa Brigida di Svezia, che si festeggia oggi, nacque in  Svezia nel 1302; fu moglie, monaca, mistica, fondatrice dell'ordine delle "brigidine".

Colmata di molti doni spirituali, ci ha lasciato vari scritti, consistenti nelle "rivelazioni" di Gesù e della Vergine Maria.


Uno degli "insegnamenti" forti che ricorre nelle pagine della mistica svedese, insiste sulla necessità e utilità di non abbattersi davanti ai nemici, ma a cogliere le apparenti vittorie mondane dei cattivi, come strumento per la nostra santificazione.
Si tratta di un consiglio utilissimo, tanto più in questi momenti di forte relativismo religioso, in cui molti, pur dicendosi cristiani cattolici, creano in verità un nuovo "cristianesimo fai da te", che non è quello del Vangelo, bensì uno fondato su una visione personale delle cose (anche spirituali) e sulla dissociazione dei due aspetti di Gesù: misericordia e giustizia.

In una delle rivelazioni, Nostro Signore ci mette in guardia da una scuola di pensiero oggi molto di moda, quella che tende a vedere in Gesù non il "buono" per eccellenza, che è anche giusto, ma solo il "buonista" che perdoni tutto e tutti a prescindere dalla nostra quotidiana lotta contro il peccato.
Queste le parole che furono rivelate a Santa Brigida:



"Il castello è la stessa santa Chiesa, costruita con il sangue mio e dei miei santi, cementata con il cemento della mia carità; in essa posi i miei eletti e amici.

Suo fondamento è la fede, e cioè il credere che io sono giudice giusto e misericordioso.
Ma ora è scavato il fondamento, perché tutti mi credono e predicano misericordioso, però quasi nessuno predica e crede che io sono giusto giudice.
Essi mi ritengono quasi un giudice iniquo.

Iniquo infatti sarebbe il giudice, che per misericordia mandasse impuniti gli iniqui, sicché opprimano ancora più i giusti. 

Ma io sono Giudice giusto e misericordioso, sicché non lascerò impunito neppure il minimo dei peccati, né senza ricompensa il minimo bene.
Attraverso il muro scavato sono entrati nella santa Chiesa quelli che peccano senza timore, che negano la mia giustizia, tormentano gli amici miei come quelli che sono legati ai ceppi.

Per gli amici miei stessi non c'è infatti gaudio e consolazione.
Ma ogni obbrobrio e ogni dolore è dato a loro, come se fossero demoni.
Se di me dicono il vero, sono confutati e accusati di menzogna".

Il Signore, se volesse, potrebbe in un solo istante, mettere a tacere i nemici della Chiesa, ma "per le preghiere della Madre mia e di tutti i santi, sono ancora così misericordioso e paziente che voglio far arrivare a loro le parole che uscirono dalla mia bocca e offrir loro la mia misericordia. 
Se la vorranno avere, mi placherò; altrimenti sperimenteranno la mia giustizia".

In altre pagine di quello che costituisce il libro delle rivelazioni, la Vergine Maria, richiama un aspetto importante del comportamento del cristiano, a fronte della "confusione" e della falsa dottrina che alcuni vorrebbero diffondere.
Più incalza il relativismo, la falsa visione del cristianesimo, più compito nostro, è di essere "sale della terra".

Queste, le parole della Madonna a Santa Brigida: "i nemici di Dio sono molti, ti do pure tre rimedi [...]
Il primo è questo: considera come il tuo Dio e creatore è anche il loro giudice e mai saranno essi i giudici, sebbene Egli sopporti con tanta pazienza la loro malizia durante questa vita.

Il secondo è questo: considera che son figli della dannazione e quanto grave e terribile sarà per loro il fuoco eterno.
Ma allora -dirai tu- non bisogna predicar loro?
Si, certo.
Pensa che spesso con i cattivi ci sono i buoni.
 E i figli di adozione, a volte, si allontanano dal bene, come fece quel figliol prodigo.
Ma essi, pentiti per mezzo della predicazione, ritornano al Padre e saranno tanto più accetti quanto più peccarono.
A loro dunque bisogna predicare di più, perché, sebbene il predicatore vede tutti cattivi, rifletta tuttavia se non vi siano forse, fra quelli, dei futuri figli del mio Signore.
Questo predicatore avrà un'ottima ricompensa.

Il terzo rimedio è questo: considera che i cattivi son tollerati in vita per la prova dei buoni, affinché esasperati dai loro costumi raccolgano il frutto della pazienza, cosa che potrai capire con un esempio.
Una rosa è tutta profumata, bella a vedersi, lieve al tatto e tuttavia non cresce se non fra le spine, che pungono al tatto, brutte a vedersi e senza profumo.
Così pure i buoni e gli uomini giusti, sebbene miti per la pazienza, belli per i costumi, profumati per il buon esempio, non possono tuttavia progredire ed essere provati, se non in mezzo ai cattivi.
Talvolta accade che la spina difende la rosa, affinché non sia colta innanzi tempo; così i cattivi sono occasione per i buoni di non cadere in peccato; a volte sono trattenuti dalla malizia dei cattivi perché non siano guastati dall'euforia o da altri peccati.

Perciò, tu sopporta volentieri i nemici del Figlio mio. Sopportali finché Egli li sopporta".

Predichiamo dunque, innanzitutto con l'esempio di vita e la fedeltà al Vangelo, invocando anche l'aiuto della Santa che festeggiamo oggi:


PREGHIERA A SANTA BRIGIDA


Con cuori confidenti a te ci rivolgiamo, Beata Brigida,
per domandare in questi tempi di oscurità
e di miscredenza la tua intercessione in favore
di quelli che sono separati dalla Chiesa di Gesù Cristo.
Per la chiara cognizione che tu avesti dei
crudeli patimenti del nostro Crocifisso Salvatore,
prezzo della nostra redenzione, ti supplichiamo di ottenere
la grazia della fede a coloro che sono fuori dell'unico ovile,
cosi che le disperse pecorelle possano ritornare all'unico
vero Pastore. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
S. Brigida, intrepida nel servizio di Dio, prega per noi.
S. Brigida, paziente nelle sofferenze e nelle umiliazioni, prega per noi.
S. Brigida, mirabile nell'amore verso Gesù e Maria, prega per noi.
Pater, Ave, Gloria.

martedì 20 luglio 2010

FESTA DI SANT'ELIA PROFETA


"Il profeta Elia appare nella Sacra Scrittura come l'uomo che cammina sempre alla presenza di Dio e combatte, infiammato di zelo, per il culto dell'unico vero Dio.
 Ne rivendica i diritti nella sfida con i profeti sul monte Carmelo, gode sull'Oreb dell'intima esperienza del Dio vivente". 
(Proprio della liturgia delle ore dell'ordine dei Carmelitani Scalzi)




Oggi si festeggia Sant'Elia profeta, le cui vicende sono narrate nel primo libro dei Re.
Il nome Elia significa: "il mio Signore è Jahvé" e realmente, il profeta, fece del Signore la sua vita, il suo programma, il centro del suo annuncio.


Scriveva Papa San Gregorio Magno: "Noi stiamo dove teniamo fissi gli occhi della mente. Perciò Elia dice: Vive il Signore, alla cui presenza io sto.
Egli stava dove teneva fisso il cuore.
La mente umana, quando vede le cose superiori e divine, per quanto nell'oscurità, già abbandona il corpo per mezzo del pensiero elevato e adora umilmente Dio; sebbene non ne possa vedere l'essenza, tuttavia ne ammira la potenza per un'illuminazione dello spirito.

Perciò è detto che Elia, mentre ascolta la voce del Signore che parla, stava davanti alla spelonca e aveva la faccia coperta; perché, mentre per mezzo della grazia della contemplazione comprende una comunicazione del cielo, ormai non sta più nella spelonca, perché l'anima non si cura più delle cose terrene; ma stava davanti alla porta, perché pensa di fuggire dalle preoccupazioni di questa vita.

Ma chi sta davanti alla spelonca e percepisce col cuore le parole di Dio, deve coprirsi la faccia, perché, mentre siamo condotti alla comprensione di verità sublimi per mezzo di una grazia superiore, quanto più siamo elevati in alto, tanto più dobbiamo tenerci bassi nella nostra stima, per non presumere di sapere più del necessario, ma di sapere con sobrietà; per non tralignare mentre trattiamo a fondo delle cose invisibili e per non cercare qualcosa di terreno in quella sostanza incorporea.

Infatti, tendere l'orecchio e coprirsi la faccia significa ascoltare con lo spirito la voce di Dio e parimenti distogliere gli occhi del cuore da ogni immagine materiale; perché l'animo non pensi che abbia una certa materialità colui che si trova tutto in ogni luogo senza essere circoscritto".


Rivolgiamoci allora a Sant'Elia profeta, perché ci renda capaci di stare alla presenza di Dio, senza superbia:

Dio onnipotente ed eterno, che hai concesso a Sant'Elia profeta di vivere alla tua presenza e di consumarsi per lo zelo della tua gloria, dona ai tuoi servi di cercare sempre il tuo volto, per essere nel mondo testimoni del tuo amore.

Amen


domenica 18 luglio 2010

MEDITIAMO IL SANTO ROSARIO. I misteri della gioia



Qui  potete leggere la meditazione del primo mistero






2° mistero


 La visita di Maria alla cugina Elisabetta



In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.



Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?



Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore".



Allora Maria disse:



L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua”. (Lc 1 39-48; 56)


Maria, da poco incinta, decide di affrontare un viaggio (di certo non con i comfort della nostra epoca!) e di recarsi dalla cugina Elisabetta, avanzata negli anni e incinta da sei mesi.
Rimane con lei fino alla fine della gravidanza della parente, per prestarle il suo aiuto, mettendo a disposizione le sue energie di giovane donna.

Ci si sofferma spesso, nel contemplare questo mistero, sull'importanza e sull'aspetto del “portare Dio agli altri”, comunicarlo, donarlo. 
Quanta gioia avrà provato Maria nel rendersi il tramite di questa “comunicazione”, di questo annuncio della prossima nascita del Messia!

Lo stupore gioioso dinanzi all'annuncio della venuta del Messia, si comunica da Maria ad Elisabetta e quest'ultima irrompe in un saluto festoso alla “Madre del mio Signore”, e Maria risponde con il bellissimo canto del Magnificat.

Ma c'è anche altro che questo mistero può comunicarci.
Maria, giovane donna incinta, decide di non risparmiarsi in un momento così delicato per il suo equilibrio fisico, per la sua salute.
 Si mette in viaggio, rimane presso la cugina, l'aiuta di certo nei lavori domestici, le tiene compagnia, l'aiuta nel momento del parto.
Eppure, anche lei era incinta, anche lei avrebbe dovuto prendersi cura di sé, e del Bambino che portava in grembo.

Ecco che allora, questo mistero, ci fa intendere che la nostra attività di servizio, di apostolato, di testimonianza gioiosa, deve conservare intatto il suo profumo di stupore e di gratitudine a Dio, anche nei momenti in cui portiamo “un peso” (gravida, incinta, deriva dal latino “gravis” =che ha un peso, che è carico, quindi non va inteso in senso “negativo”, ma nel suo significato letterale), in cui abbiamo anche noi le nostre fatiche quotidiane da affrontare, le nostre pene interiori, ma anche le nostre gioie che ci porterebbero a dimenticarci dei bisogni di chi può invece aver bisogno del nostro aiuto.
Siamo in grado di rispondere sempre con gioia e stupore, al mistero di un Dio che ci chiede di donarci SEMPRE senza riserve, mettendo la carità al primo posto?

Buona Domenica a tutti!

venerdì 16 luglio 2010

SUPPLICA ALLA MADONNA DEL CARMELO

(Madonna del Carmelo, Chiesa di San Benedetto in Piscinula -Roma)


O Maria, Madre e Decoro del Carmelo, in questo giorno solenne innalziamo a te la nostra preghiera e, con fiducia di figli, imploriamo la tua protezione.




Tu conosci, o Vergine Santa, le difficoltà della nostra vita; volgi sopra di esse il tuo sguardo e donaci la forza di superarle. Il titolo con il quale oggi ti celebriamo, richiama il luogo scelto da Dio per riconciliarsi con il popolo quando, pentito, volle ritornare a Lui. E’ stato dal Carmelo, infatti, che il profeta Elia innalzò la preghiera che ottenne la pioggia ristoratrice dopo una lunga siccità.
Fu un segno del perdono di Dio, che il santo Profeta annunciò con gioia quando vide levarsi dal mare la piccola nube che in breve ricoprì il cielo.
In quella nuvoletta, o Vergine Immacolata, i tuoi figli hanno visto te, che t’innalzi purissima dal mare dell’umanità peccatrice, e che ci hai dato con Cristo l’abbondanza di ogni bene. In questo giorno sii per noi ancora una volta sorgente di grazie e di benedizioni.
Salve, Regina...


 Tu riconosci, o Madre, come simbolo della nostra devozione filiale, lo Scapolare che portiamo in tuo onore; per dimostrarci il tuo affetto tu lo consideri come veste tua e come segno della nostra consacrazione a te, nella particolare spiritualità del Carmelo.


Ti ringraziamo, o Maria, per questo Scapolare che ci hai dato perché ci sia di difesa contro il nemico della nostra anima. Nel momento della tentazione e del pericolo ci richiami il pensiero di te e del tuo amore.
O Madre nostra, in questo giorno che ricorda la tua continua benevolenza verso di noi, ripetiamo commossi e fiduciosi la preghiera che da secoli ti rivolge l’Ordine a te consacrato:
"Fior del Carmelo,
o vite in fiore,

splendore del cielo,

tu solamente sei Vergine e Madre.
Madre mite
e intemerata,
sii propizia ai tuoi devoti,
stella del mare".



Questo giorno che ci riunisce ai tuoi piedi, segni uno slancio nuovo di santità per tutti noi, per la Chiesa e per il Carmelo.
Vogliamo rinnovare con la tua protezione l’antico impegno dei nostri padri, perché anche noi siamo convinti che "ciascuno deve vivere nell’ossequio di Gesù Cristo e servire fedelmente a Lui con cuore puro e buona coscienza".
Salve, Regina...




E’ grande, o Maria, il tuo amore per i devoti dello Scapolare del Carmelo. Non contenta di aiutarli a vivere la loro vocazione cristiana in terra, ti prendi cura anche di abbreviare loro le pene del purgatorio, per affrettarne l’ingresso in paradiso.
Davvero ti dimostri pienamente madre dei tuoi figli, perché ti prendi cura di loro ogni volta che ne hanno bisogno. Mostra dunque, o Regina del purgatorio, la tua potenza di Madre di Dio e degli uomini e soccorri quelle anime che sentono la pena purificatrice della lontananza da quel Dio ormai conosciuto e amato.
Noi ti supplichiamo, o Vergine, per le anime dei nostri cari e per quanti in vita furono rivestiti del tuo Scapolare, cercando di portarlo con devozione e impegno. Ma non vogliamo dimenticare tutte le altre anime che aspettano la pienezza della visione beatifica di Dio. Per tutte ottieni che, purificate dal sangue redentore di Cristo, siano ammesse quanto prima alla felicità senza fine.
Ti preghiamo anche per noi, specialmente per gli ultimi momenti della nostra vita, quando si decide la scelta suprema del nostro destino eterno. Prendici allora per mano, o Madre nostra, quale garanzia della grazia della salvezza.
Salve, Regina..

 Vorremmo domandarti tante altre grazie, o dolcissima Madre nostra! In questo giorno che i nostri padri hanno consacrato alla gratitudine per i tuoi benefici, ti chiediamo di continuare a mostrarti generosa.
Impetraci la grazia di vivere lontani dal peccato. Liberaci dai mali dello spirito e del corpo. Ottienici le grazie che ti chiediamo per noi e per i nostri cari. Tu puoi esaudire le nostre richieste, e abbiamo fiducia che le presenterai a Gesù, tuo figlio e nostro fratello.
Ed ora benedici tutti, Madre della Chiesa e decoro del Carmelo. Benedici il Papa, che in nome di Gesù guida la sua Chiesa. Benedici i vescovi, i sacerdoti e quanti il Signore chiama a seguirlo nella vita religiosa.
Benedici coloro che soffrono nell’aridità dello spirito e nelle difficoltà della vita. Illumina gli animi tristi e riscalda i cuori inariditi. Sostieni quanti portano e insegnano a portare con frutto il tuo Scapolare quale richiamo all’imitazione delle tue virtù. Benedici e libera le anime del purgatorio.






Benedici tutti i tuoi figli, o Madre nostra e nostra consolatrice. 
Resta con noi sempre, nel pianto e nella gioia, nella tristezza e nella speranza, ora e nel momento del nostro ingresso nell’eternità. 




Questo nostro inno di ringraziamento e di lode, diventi perenne nella felicità del Cielo. Amen.


Ave Maria...

Buona festa a tutti!

martedì 13 luglio 2010

Piccolo vademecum per bambini "distratti"...o per i loro educatori?????





Il vademecum altro non è se non un piccolo manuale, un prontuario tascabile, da portarsi sempre dietro, da sfogliare all'occorrenza, da consultare per trovare notizie pratiche su una certa materia e, in molti casi, regolette di facile applicazione e di sicuro ausilio in svariate situazioni.
Spesso non è necessario sborsare soldi per comprare questi libricini, l'esperienza fa apprendere tante cose, così come la saggezza e i consigli di parenti e amici....basta solo avere la pazienza di "annotare" mentalmente i vari insegnamenti nel manuale appropriato che conserviamo...nel bagaglio della memoria.

Qualche giorno fa, mi sono appunto imbattuta in una di queste "offerte in super sconto", anzi, addirittura gratuite, che mi ha consentito di arricchire il "vademecum bambini e religione", ottimo nel caso in cui dovessi avere figli, in ogni caso sempre utile potendo avere a che fare con bimbi.

La scena di partenza dell' "aggiornamento vademecum" è stata la Messa animata dai ragazzi dell'oratorio, cosa non insolita nella mia parrocchia, come non insolite sono alcune scene che la contraddistinguono...ma solo stavolta ho riflettuto meglio su questi aspetti.
C'è da premettere che spesso, in queste Messe "made in oratorio", i celebranti abbiano l'abitudine di sottoporre ad un piccolo interrogatorio i "malcapitati" bambini presenti....malcapitati perché, poveretti, si vede chiaramente che il momento del quiz sia quello meno amato: i volontari non ci sono mai, le risposte sono spesso precedute e intervallate da pause (a volte di tipo muto, altre volte sonoro come "Ehm...ehhhhh....uhmmmm"), e, tranne i casi in cui noi ascoltatori siamo fortunati, fanno venir voglia di mettere le mani nei capelli.

Ora, diciamolo chiaramente, è vero che alcuni passi del Vangelo o dell'Antico Testamento siano un pò ostici per dei bambini, ma è anche vero che in molti casi, almeno a livello "testuale", essi altro non appaiono (sempre a dei bambini) che delle "storielle", che con un pò di attenzione, si potrebbero seguire e ricordare nel complesso.
E' altrettanto vero che l'oratorio sia frequentato da ragazzine e ragazzini dalla terza elementare in su e se questi sono capaci di imparare la storia, la geografia e la matematica, che sarà mai ricordare un brano di Vangelo appena ascoltato?



Infine, non dimentichiamolo, se questi ragazzini frequentano l'ambiente parrocchiale in maniera abituale, si dovrebbe pensare che:




1) i genitori siano cattolici (salvo essere solo scaricabarile - parcheggiamo fuori casa i figli)
2) gli animatori dell'oratorio, abbiano anche una funzione di "preparazione"..... (dovrebbero essere il "foglietto della Domenica", che noi adulti leggiamo prima della Messa, per cominciare a capire cosa ascolteremo)

Dunque, torniamo alla nostra scena di riflessione: il meccanismo è il solito.
Si leggono le letture, e già qui cominciano i guai....
"Dal libro del Deunomio"....più aggiustamenti vari (malriusciti)
Il salmo è un susseguirsi di frasi senza intonazione (non capivamo nemmeno di dover rispondere col ritornello, non avendo foglietti!)
La lettera di San Paolo proviene dai "colossi" o "colossei" (più o meno).
Il quiz-time è ancora più tragicomico, tanto che il sacerdote dichiara che sono stati composti dei nuovi Vangeli apocrifi....

Ecco, da questi (a mio avviso) penosi, non comici, episodi, sono sorte in me alcune domande:
Per questi bambini, qual è il significato dell' andare a Messa?
I genitori hanno loro spiegato l'importanza dell'incontro con Gesù e con la Parola?
Gli animatori dell'oratorio fanno altrettanto, o assegnano solo le letture ai vari ragazzi?




Non diciamo che non capirebbero o che non servirebbe una “preparazione”....è ovvio che il discorso vada affrontato con toni e parole che siano adatte all'età. Ma, se i bambini vanno a scuola, perché distinguere tra la capacità (esistente) di apprendere le materie scolastiche, e quella (inesistente) di prepararsi alla Messa?




Se ci guardiamo intorno, è possibile incontrare bambini che partecipano con molta attenzione alla Funzione Eucaristica, il che vuol dire che sono stati indubbiamente educati a farlo.
Allora, prima di dire (da parte dei genitori) che non è cosa fattibile, occorre provare, anche in più tappe, a far capire cosa sia la Santa Messa e quale "scopo" abbiano le letture...

L'oratorio don boschiano si caratterizza proprio per essere un luogo di gioco, ma col gioco si "attira" il ragazzo verso Dio, si "utilizza" il divertimento per non rendere eccessivamente gravoso, per dei piccoli, un semplice insegnamento religioso...il fatto che dunque, anche sugli animatori di un oratorio gravi questo compito, non esonera i genitori dal proprio (come insegna il Catechismo della Chiesa cattolica). E' anche vero che ci debba essere compartecipazione: l'oratorio aiuta la famiglia, la famiglia aiuta l'oratorio. Entrambi i “gruppi” devono essere al servizio del bambino che si vuole far diventare amico di Gesù.

Il compito, sarebbe oggi anche più semplice rispetto al passato: viviamo nell'era di Internet, di libri a basso costo perché in tirature elevate e formati economici e tascabili....allora, perché non usare appunto il web (gratis), o un piccolo Messalino (spesa irrisoria per molti) per leggere in famiglia, coi propri figli (bambini o adolescenti "distratti), le letture della Messa domenicale?
Male non farebbe di certo, è ovvio che non servirà questo espediente per fare mandare giù a memoria il Vangelo, né lo scopo sarebbe questo.
Lo scopo è invece quello di aiutare i ragazzi a prendere dimestichezza con quella Parola che ascolteranno il giorno dopo: come dice il motto “a mali estremi, estremi rimedi”.

Se il rischio che si corre è che i bambini non capiscano nulla di quello che ascoltano o leggono a Messa, che prendano l'abitudine (trascinandosela dietro anche da adulti), di non "gustare" le letture e quindi di "dimezzare" la bellezza della partecipazione consapevole alla Santa Messa, allora è meglio ricorrere all'estremo rimedio di una sana "ripetizione".
Naturalmente, non è una semplice lettura che aiuterà i bambini. Bisogna renderli partecipi, quindi:
1) fare che siano loro stessi a leggere, perché così saranno già in partenza più attenti
2) se sbagliano parole di una certa importanza, non avere timore a dire loro :"leggi meglio"
3) alla fine, discutere insieme il passo letto, in maniera molto semplice, cercando di far dire ai bimbi cosa abbiano capito loro e poi magari condividendo anche il nostro pensiero “adulto”, ma con termini semplici....
e se ci riteniamo inadatti a farlo (perché non siamo biblisti o esegeti), non dimentichiamo che in rete si trovano sempre i commenti alle letture domenicali e anche su molti messalini! 





Alla fine, penso che ci domanderemo: ma questo vademecum, serve solo ai bambini, o anche a noi educatori distratti?

sabato 10 luglio 2010

LA MADONNA DEL CARMELO E LO SCAPOLARE



Lo scapolare, come il Rosario, è tra le devozioni più antiche e più universali della Chiesa, approvata dai Pontefici, consigliata dai Santi, e confermata con grazie e miracoli. 
L'abitino, insegna dei figli di Maria, è il richiamo della protezione della Madre, l'ammonimento ad una vita degna e santa. 
La Madonna vuole che tutti indossino lo Scapolare del Carmine”.  (Lucia di Fatima)

(Madonna del Carmelo- Chiesa di Santa Maria della Scala- Roma)

Il 16 luglio ricorre la memoria della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.
L'origine di questa devozione è antichissima. 
Nel libro della Liturgia delle ore, si legge: nella Sacra Scrittura si celebra la bellezza del Carmelo, dove il profeta Elia difendeva la purezza della fede di Israele nel Dio vivente. 
Nel secolo XII alcuni eremiti si ritirarono su questo monte (si trattava di fedeli cristiani che provenivano dall'Europa, arrivando sul Monte in pellegrinaggio, probabilmente, reduci dalle crociate), ed in seguito fondarono un Ordine di vita contemplativa sotto il patrocinio della Santa Madre di Dio, Maria”, ossia, l'ordine Carmelitano.



Ma la tradizione narra che già prima del Cristianesimo, un gruppo di eremiti si riunisse sul Monte Carmelo (che significa giardino-Paradiso di Dio), e in seguito, prese il nome iniziale di “Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo” costruendo anche una cappelletta dedicata alla Vergine.
Nei primi decenni del 1200, il patriarca di Gerusalemme, S. Alberto Avogadro, dettò la Regola di vita, approvata da Papa Onorio III nel 1226.
I carmelitani furono poi costretti a lasciare la Palestina a seguito dell'invasione saracena, giungendo in occidente, dove iniziò la fioritura dei vari conventi.

E proprio in questa fase che si collocò una tappa importante nella devozione mariana nel Carmelo: la Vergine Maria apparve, il 16 luglio 1251, al beato Simone Stock, padre generale dell'ordine: recava in braccio il Bambino ed era circondata dagli angeli. 

Gli consegnò lo scapolare , parlando del privilegio sabatino ad esso connesso: salvezza dall'inferno per chi lo indossa e pronta liberazione dal Pugatorio, il sabato successivo alla morte.
E' ovvio che questa devozione e questo privilegio, non vanno considerati come degli amuleti.

Indossare lo scapolare significa impegnarsi a vivere alla scuola di Maria, che è infatti Madre e modello di tutta la Chiesa e che, a maggior ragione nell'ordine carmelitano, è “giardino di Dio” .
Lo scapolare viene infatti anche detto abitino e l'abito è qualcosa di più di un semplice vestito...
L'origine etimologica della parola, è infatti “habitus”, che significa “modo di essere, disposizione dell'animo” e poi indica, “nel fisico, la complessione, la figura, il vestimento”.
Ma esso è anche un concetto omnicomprensivo che richiama “ciò che siamo destinati o soliti ad avere con noi, a portarci dietro continuamente”.

Ecco, se indossiamo lo scapolare, portiamo sempre con noi Gesù e Maria, e proprio sotto la guida della Madre Celeste, dobbiamo imparare a raggiungere il Figlio...seguendo il modello mariano in tutto!
Chi porta questo segno speciale di devozione mariana deve sforzarsi di imitare Maria nella virtù, nel silenzio, nella carità, nella preghiera, ma anche negli atteggiamenti esteriori, quindi nel modo di vestire, di comportarsi, di parlare. 
Dobbiamo renderci docili come la creta, per farci modellare, dalle mani della stessa Vergine, ricorrendo agli strumenti della preghiera (e specialmente del Santo Rosario), della meditazione del Vangelo (e della sua concreta applicazione nel quotidiano), del ricorso ai Sacramenti.
Allora l'abitino diventa non un accessorio (cioè, qualcosa di secondario che si accompagna ad una principale), ma un nostro complemento, vale a dire, qualcosa che ci aiuta a completarci come persone...e come persone cristiane cattoliche, in quanto simbolo di appartenenza e consacrazione a Maria, che soccorre i suoi figli in vita, in punto di morte e dopo morte”.

In questo indubbiamente difficile compito, avremo l'aiuto della stessa Vergine e anche le preghiere dell'Ordine Carmelitano.
Infatti, chi riceve lo Scapolare, “è ammesso alla famiglia del Carmelo, partecipa ai meriti, alle grazie e alle indulgenze dell'Ordine e beneficia delle opere buone e delle preghiere che vengono fatte in seno all'Ordine”.
Essere devoti della Madonna del Carmelo, specialmente indossandone l'abitino, è dunque un donarsi totalmente a Maria, affinché lei ci aiuti a diventare veri cristiani, presi per mano da una Mamma che ci ama immensamente e che ci vuole condurre a Gesù.
Pio XII, scriveva: per tutti coloro che indossano lo Scapolare, diventi memoriale della Madonna specchio di umiltà e di castità, breviario di modestia e di semplicità, eloquente espressione simbolica della preghiera d'invocazione dell'aiuto divino”.

Per approfondire la conoscenza di Maria e dello Scapolare, visitate anche la pagina speciale del sito Madonna di Fatima...
...e se volete effettuare una visita virtuale ad un "vero" Carmelo (e magari contattare le sorelle carmelitane per chiedere qualche preghiera)...non vi resta che fare clic qui: