giovedì 12 novembre 2009

Sguardo cristiano su notizie di attualità / 2

                                     

IL CROCIFISSO SEMPRE PIÙ IN CROCE
Riflessioni a margine della sentenza sul Crocifisso

                                          "Imparate da me, che sono mite e umile di cuore" (Mt 11, 29)

La sentenza di Strasburgo sul Crocifisso è ormai cosa nota a tutti, lo è ovviamente anche al diretto e principale interessato, Sua Maestà Gesù Cristo, Sommo Giudice, ma anche Somma Misericordia.
L'Italia, mi duole ammetterlo essendo italiana, è spesso il Paese degli esibizionismi, degli eccessi, e non è molte volte in grado di reagire con sobrietà ed "eleganza" a certi affronti,
trovandosi maggiormente nelle sue corde il tipico "sentimentalismo", dettato dalla sola emozione e non anche dalla ragione, che lascia sempre il tempo che trova...non portando quasi mai frutti duraturi.
Dopo la pronuncia dei giudici di Strasburgo si è passati dalla foga di Ignazio La Russa, che nel corso del programma "La vita in diretta", si è lanciato in una raffica di "elegantissimi": "possono morire, ma il Crocifisso resterà in tutte le aule della scuola", riferendosi agli organi giudiziari europei, alla "parata" dei Crocifissi costruiti in compensato ed esposti nelle aule degli istituti superiori di Massa Carrara, ben 100, realizzati dai giovani di Lotta studentesca, per arrivare infine alla "forzata" (in termini prettamente legislativi), ordinanza del sindaco di Corigliano Calabro, che ha sancito che nel comune calabrese il Crocifisso rimarrà nelle aule, "fino all'esito del ricorso presentato dallo Stato Italiano".
Davanti a queste "manifestazioni" pro-Crocifisso, mi sorge spontanea una domanda: sono dettate da vera fede o solo da spirito sentimentalistico, dall'emozione del momento?



Sono mai state corroborate da un vero rispetto per quel Crocifisso, di quello che non si esterna in gesti eclatanti, ma rimane ben noto solo al Signore e al singolo uomo? ("Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli... In verità vi dico hanno già ricevuto la loro ricompensa" -Mt 6, 1-2-).
Da seguaci di Cristo, non possiamo che essere infinitamenti addolorati per questa strenua lotta che si fa, non al Crocifisso ligneo, ma al Crocifisso reale, al CRISTO CROCIFISSO, che evidentemente "spaventa" molto i suoi detrattori, per il grande "potenziale salvifico" che è indubbiamente scomodo per i "religiosi fai da te", per i "seguaci della religione dell'egoismo" e via dicendo..., per il suo "potere rivoluzionario delle società", che opera con la mitezza e con l'amore.
Da italiani, dovremmo esserne almeno sofferenti perché, salvo essere italiani solo di nome, ma non di fatto, chiunque di noi dovrebbe sapere che buona parte della storia e della cultura del nostro Paese, in tutti i campi, da quello letterario al cinematografico, hanno trovato humus e ispirazione in Gesù' Cristo e nella religione cattolica.
Per non parlare poi della storia della Chiesa Cattolica che con l'Italia, Stato laico, non laicista (cose diverse, nell'apparente somiglianza degli aggettivi!), ha sempre avuto un rapporto privilegiato, non da ultimo sancito nei Patti lateranensi.
Vero è che l'Italia, nella carta costituzionale, riconosce piena ed eguale libertà a tutte le confessioni religiose, ma dare libertà, non implica anche rispettare quella religione che da secoli è stata terreno privilegiato (perché negarlo? allora si è ciechi anche dinanzi alla realtà storica!) dei rapporti tra umano e divino, nella nostra terra? Non significa anche concedere il giusto tributo a quel Crocifisso simbolo di uguaglianza e di pace, di giustizia sociale????
Quale altra religione prospetta, racchiudendoli in una singola Persona-Dio, questi valori umani, etici, sociali, oltre che religiosi?
A fronte di queste considerazioni, lo sdegno ci sta e ci sta tutto... ma proprio per rispetto a quel Cristo Crocifisso, che si è fatto inchiodare alla croce, mite come un agnello, dovremmo "metterci nei suoi panni" e a fronte di tante scempiaggini, pronunciate dai giudici di Strasburgo, scegliere la via del dialogo e della lotta non esagitata e fagocitante, ma pacata e umile.
Perchè, come dice anche San Paolo, "tutto concorre al bene di coloro che amano Dio" (Romani,8,28) e soprattutto, tutto è permesso da Dio, anche questa insulsa sentenza!
Ben venga allora, la pacata, ma ferma, reazione di Santa Romana Chiesa, che pur manifestando uno sdegno fermo e sofferto, non ha ecceduto né negli "elegantismi" di Ignazio La Russa, né nelle "proliferazioni" di Lotta Studentensca, né, infine, nelle forzature legislative coriglianesi.
Tarcisio Bertone, segretario di Stato del Vaticano, ha invece sottolineato il progressivo svuotamento della nostra società, che mantiene vive tradizioni inutili e prive di effettivi valori umani, etici, sociali, come quelli della festa di Halloween, snaturando invece le nostre radici religiose e sociali (il Crocifisso è simbolo di libertà, di equità, di giustizia sociale e morale, tutti valori universali e condivisibili dunque dall'umanità intera, racchiusi in un simbolo che per noi è anche di fede, ma che è principalmente, per la società laica, o almeno dovrebbe esserlo, portatore di valori di fratellanza). 
Le parole di Monsignore sono state le seguenti : "Io dico che questa Europa del terzo millennio ci lascia solo le zucche delle feste recentemente ripetute e ci toglie i simboli più cari. Questa è veramente una perdita. La nostra reazione non può che essere di deplorazione e ora dobbiamo cercare con tutte le forze di conservare i segni della nostra fede per chi crede e per chi non crede".
Cercare con tutte le forze non è però sinonimo di "cercare forzatamente", tra il fare tutti gli sforzi possibili e il forzare la mano, passa una bella e significativa differenza.
Prima di tutto l'Italia ha deciso di ricorrere in appello, davanti ai giudici di Strasburgo, visto che la Corte Europea dei diritti e delle libertà fondamentali, è organizzata in doppio organo di giudizio; sarebbe allora opportuno attendere la nuova sentenza europea, prima di sbandierare in maniera flokloristica e poco cristiana, il nostro amore per il Crocifisso...per qualcuno scoppiato "improvvisamente" e altrettanto repentinamente in stile "patriottistico".
Sarebbe opportuno in ogni caso ribadire, con i fatti, il nostro rispetto per questo simbolo, in svariati modi, da quelli prettamente culturali (conferenze sulla valenza culturale-storica del Crocifisso e della nostra religione, pubblicazioni a tema, tanto per fare alcuni esempi), a quelli prettamente cristiani (perché non organizzare veglie di preghiera, invece di limitarsi a chiedere ai vescovi di celebrare con il Crocifisso al centro della Chiesa, quando c'è già Dio stesso, al centro, nel Tabernacolo? perché non dimostrare coi fatti il nostro essere seguaci di quel Cristo crocifisso, applicando realmente nella nostra vita quotidiana, la legge del perdono?)
In secondo luogo a fronte di un'eventuale, speriamo solo ipotetica, conferma della sentenza già pronunciata in primo grado, si potrà decidere come intervenire, per affermare quello che è un nostro diritto: mantenere ferme le nostre radici culturali, sociali, storiche, religiose. 
Personalmente, se l'Europa unita deve essere così ignorantemente fonte di "disunione" e di svilimento dei nostri valori storici-culturali (dall'euro moneta unica, che ha avuto le sue disastrose conseguenze per le nostre tasche, a questa sentenza che calpesta le nostre radici), preferirei essere solo italiana e non europea.
Detto in parole povere, da una CEE che ragiona con questa testa (o con questi piedi?) io scapperei a gambe levate...perché oggi ci dicono di togliere i Crocifissi dalle aule, domani ci diranno di riformare i programmi scolastici, perché hanno troppi riferimenti al nostro Gesù e fra un po' di tempo ci obbligheranno a costruire le Chiese in bunker sotterranei, stile catacombe, per non offendere la libertà religiosa altrui, rendendo bene evidenti le Croci che campeggiano sui nostri edifici di culto...

Insomma, se devo essere un'italiana "europeizzata standard", preferisco essere semplicemente un'italiana. 
Ma ovviamente, la mia è utopia, perché nessun politico sarebbe così fermamente convinto da adottare una strategia talmente "inusuale" e politicamente "azzardata".
Per chi ha buona memoria, sarà facile andare alle parole di Papa Giovanni Paolo II, che dal 2002 al 2004, in tutti i modi aveva portato avanti una strenua lotta per l'inserimento, all'interno della Costituzione Europea, delle "radici cristiane" della nostra società.
Aveva la vista lunga, il Papa, e intuiva che un negare, per omissione, queste nostre radici, avrebbe portato in futuro ad una manipolazione delle stesse, snaturandole, sovvertendo l'idea della libertà religiosa e della tutela delle coscienze, definendo il Cristo in Croce un "cadavere" che turba gli animi più delicati.
Eppure questo è il sistema che i nostri stessi Paesi Europei hanno voluto costituire, lasciando poche Nazioni (e chissà con quale effettiva, concreta convinzione, non mossa solo da interessi "elettorali")  a farsi promotrici dell'appello lanciato da Sua Santità.
I frutti, sono questi che raccogliamo quest'oggi.
Nella "Gazzetta di Sondrio", in un articolo dell' ottobre 2003, Mario Mussini scriveva :" Se la Costituzione Europea non conterrà alcun riferimento alle "Radici Cristiane", la colpa non sarà né di quelli di destra, né di quelli di sinistra; né dei laici, né degli atei; né dei conservatori, né dei progressisti. Tale colpa, secondo me, va ricercata più a fondo. Ritengo che il Cristianesimo si snodi entro due concetti fondamentali: "la carne è debole" e "il perdono". Tutti gli uomini, infatti hanno le loro debolezze, chi più, chi meno; ma la forza del Cristianesimo sta appunto nel lasciare ad ognuno ed in qualsiasi momento una possibilità di riscatto.Così andrebbe letto il significato del Perdono, che è molto più profondo del semplice "io ti perdono" riferito a chi ci ha offeso. Visto così non vedo quale uomo non abbia radici cristiane e, di conseguenza, quale Paese non le abbia a sua volta. Nemmeno si può togliere a Gesù Cristo il merito di essere stato il primo apostolo di questa "filosofia". Purtroppo sono ancora troppi quelli che vedono il Cristianesimo solo sotto il profilo confessionale o, peggio ancora, sotto quello politico."Dio è morto" ha avuto il coraggio di dire qualcuno; " Se Dio è morto, allora tutto è permesso", ha fatto eco prontamente qualcun altro, che ha scambiato Dio con una lunga serie di divieti. Per fortuna ci viene in aiuto John Fowles (in "La donna del Tenente francese"), che dice: "C’è solo una buona definizione di Dio: la libertà che permette l’esistenza di altre libertà".Stiano tranquilli tutti: se il riferimento alle Radici Cristiane verrà inserito nella Costituzione Europea nessuno costringerà qualcun altro ad andare in Chiesa, ma tutti avranno, come sempre, la "vera" libertà di agire secondo coscienza."
Disamina, a mio avviso, secca e precisa: la libertà vera, quella che mi spinge a perdonare al mio fratello, anche quando la mia "carne" vorrebbe coltivare l'odio, mi è scomoda, mi è d'impaccio, mi impedisce il "progresso" alla mia maniera. Eliminiamo questa libertà reale e avrà spazio solo la libertà egoista, quella delle multinazionali che fagocitano le piccole imprese, quelle della legge della domanda e dell'offerta che fa morire di fame la gente, quella dell'euro che ha portato alla "riconversione" dei prezzi, lasciando immutati gli stipendi, quella dei governi "mangioni" che consumano i nostri denari in chissà cosa, lasciando giovani senza lavoro, padri di famiglia senza casa, pensionati allo sbando con pensioni sociali da fame. Quella della lotta per un parcheggio che finisce in rissa, con il morto che alle volte ci scappa.

Ma questa è storia sotto gli occhi di tutti e non c'è bisogno di andare avanti con gli esempi.
Tuttavia, fermamente convinta che tutto rientri in un piano di salvezza (la Croce stessa appariva un "fallimento" agli apostoli che attendevano un Messia re, sovvertitore politico, ma è stata la nostra SALVEZZA e tappa obbligata verso la resurrezione) rimango d'accordo con quanto affermato dal Sommo Pontefice, Benedetto XVI, che nel corso dell'omelia di Domenica scorsa, pronunciata a Brescia, ricordando le parole di Papa Paolo VI, si è così espresso: "Tanti – disse – si aspettano dal Papa gesti clamorosi, interventi energici e decisivi. Il Papa non ritiene di dover seguire altra linea che non sia quella della confidenza in Gesù Cristo, a cui preme la sua Chiesa più che non a chiunque altro. Sarà Lui a sedare la tempesta… Non si tratta di un’attesa sterile o inerte: bensì di attesa vigile nella preghiera. È questa la condizione che Gesù ha scelto per noi, affinché Egli possa operare in pienezza. Anche il Papa ha bisogno di essere aiutato con la preghiera” (Insegnamenti VI, [1968], 1189)"
Si tratta di parole bene adattabili anche ad una situazione come quella che stiamo vivendo attualmente e ci ricordano che, prima di agire (come si sta facendo, all'eccesso, in questo momento) è necessario ricorrere alla vera arma che abbiamo a nostra disposizione: la preghiera! E ritengo bellissima l'immagine che il nostro Papa ha voluto dare di sè, richiamando le parole del suo predecessore Papa Montini: un Sommo Pontefice mite, umile, che non compie gesti clamorosi -si badi bene, pur potendolo fare, qualora volesse- ma che aspetta i tempi migliori per l'azione, fortificato ed illuminato dalla preghiera, alla quale anche noi siamo a chiamati a contribuire, in quanto "corpo" della Chiesa, quindi di Cristo stesso che si perpetua nella storia umana.
In fondo, tutta questa contorta e triste vicenda e le stesse parole di Sua Santità, non fanno altro che ricordarci come sia veramente, quell'amabile nostro Signore sulla Croce, un Cristo Crocifisso per amore, che si lascia crocifiggere ancora oggi, dalla nostra libertà distorta. Ancora per amore.

"Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo". (Is 53, 7-8)

"Il terzo giorno risuscitò dai morti; ascese al cielo; siede alla destra di Dio Padre onnipotente; da dove verrà per giudicare i vivi ed i morti". (Credo apostolico)

2 commenti:

  1. Questo articolo era necessario, non ci dobbiamo lasciar sopraffare dall'imperante laicità, che peraltro, a mio avviso è piuttosto indifferenza.
    Bello quel viso di Cristo sofferente! Pensavo proprio in questi giorni,con tutto questo baillame di articoli,e show televisivi mi pare non affrontino il problema alla radice, ma sia solo un modo di mettersi in mosta e gridarsi in faccia la propria opinione. Anche Alessandro Meluzzi, che ha tutta la mia stima, si è messo ad urlare (in difesa del Crocifisso)ed ha avuto una caduta di stile.
    Pensavo, dicevo, che più oggi che ieri Cristo è ancora crocifisso, e se vogliono togliere la Croce dalle scuole, non tolgono però Lui dal legno, ma ce lo inchiodano ancora una volta!

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  2. D'accordo con te su tutta la linea.
    E aggiungo, che oltre che inchiodarLo di più al legno, lo "incollano" al nostro cuore! Da là non Lo può levare nessuno!

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