martedì 18 marzo 2014

TRIDUO A SAN GIUSEPPE - terzo giorno -



TRIDUO A SAN GIUSEPPE - terzo giorno -
La fede condivisa sull'esempio di S. Giuseppe



 O Dio    onnipotente, 
che hai voluto affidare gli inizi della nostra redenzione 
alla custodia premurosa di san Giuseppe, 
per sua intercessione concedi alla tua Chiesa 
di cooperare fedelmente 
al compimento dell'opera di salvezza.

AMEN




Dall'esortazione apostolica "Redemptoris Custos" di Papa Giovanni Paolo II: 


"La fede di Maria si incontra con la fede di Giuseppe. 
Se Elisabetta disse della Madre del Redentore: «Beata colei che ha creduto», si può in un certo senso riferire questa beatitudine anche a Giuseppe, perché rispose affermativamente alla Parola di Dio, quando gli fu trasmessa in quel momento decisivo. 
Per la verità, Giuseppe non rispose all'«annuncio» dell'angelo come Maria, ma «fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa». Ciò che egli fece è purissima «obbedienza della fede» (cfr. Rm 1,5; 16,26; 2Cor 10,5-6).
Si può dire che quello che Giuseppe fece lo unì in modo del tutto speciale alla fede di Maria: egli accettò come verità proveniente da Dio ciò che ella aveva già accettato nell'Annunciazione. 

Di questo mistero divino Giuseppe è insieme con Maria il primo depositario. Insieme con Maria - ed anche in relazione a Maria - egli partecipa a questa fase culminante dell'autorivelazione di Dio in Cristo, e vi partecipa sin dal primo inizio. 
Tenendo sotto gli occhi il testo di entrambi gli evangelisti Matteo e Luca, si può anche dire che Giuseppe è il primo a partecipare alla fede della Madre di Dio, e che, così facendo, sostiene la sua sposa nella fede della divina Annunciazione. 
Egli è anche colui che è posto per primo da Dio sulla via della «peregrinazione della fede», sulla quale Maria - soprattutto dal tempo del Calvario e della Pentecoste - andrà innanzi in modo perfetto (cfr. «Lumen Gentium», 63)".


Pensare alla coppia "Maria-Giuseppe" in questa ottica di "fede" condivisa, mi fa tornare alla mente tanti uomini e donne che, nella storia bimillenaria della Chiesa hanno condiviso, sostenuto, portato avanti progetti richiesti da Dio in cui poco c'era di comprensibile, umanamente parlando, e tutto era un gettarsi nel volere e nelle richieste di Dio.
Guardo all'opera di don Bosco, sorta "dal nulla":  a nove anni lui sogna quello che sarà, un "educatore di ragazzi, sotto la guida di Gesù e di Maria, in quanto sacerdote. 
E solo a mamma Margherita,  presente a quella piccola riunione familiare in cui racconta il sogno, viene in mente "chissà che tu non abbia a diventar prete".
Più avanti, ormai sacerdote, lo stesso don Bosco vede quello che ancora non c'è: una casa per i suoi ragazzi, una grande Chiesa dedicata a Maria, un bell'oratorio, è sempre Mamma Margherita che molla la campagna, i suoi pochi averi e si fida del "progetto" su don Bosco.
Don Bosco accoglie qualcosa che gli è stato svelato, mamma Margherita ha fede accanto al figlio, in quel "disegno" di Dio.
La storia dei santi è ricchissima di situazioni simili, un po' - con le debite differenze - come quelle di Maria e Giuseppe, laddove uno dei due è il diretto depositario di una rivelazione, di un progetto e l'altro, che pure ne entra a pieno titolo a farne parte, deve quasi fidarsi, oltre che nella propria fede,anche della fede dell'altro!

Questo può essere di sprone a tutti i fedeli ad essere non credenti isolati, ma a professare anche nei fatti, come già si fà nel Credo domenicale, una fede condivisa, in cui ciascuno è supporto dell'altro nei momenti di incertezza, di stanchezza o, semplicemente, di difficoltà.

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