Dal martirologio romano:
Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith) Stein, vergine dell’Ordine delle Carmelitane Scalze e martire, che, nata ed educata nella religione ebraica, dopo avere per alcuni anni tra grandi difficoltà insegnato filosofia, intraprese con il battesimo una vita nuova in Cristo, proseguendola sotto il velo delle vergini consacrate, finché sotto un empio regime contrario alla dignità umana e cristiana fu gettata in carcere lontana dalla sua terra e nel campo di sterminio di Auschwitz vicino a Cracovia in Polonia fu uccisa in una camera a gas.
DA SCIENTIA CRUCIS, opera di Santa Teresa Benedetta della Croce:
"Chi si è messo dalla parte del Cristo risulta morto per il mondo, come il mondo risulta morto per lui.
Egli porta nel suo corpo le stimmate del Signore; è debole e disprezzato nell'ambiente degli uomini, ma appunto per questo è forte in realtà, perché nelle debolezze risalta potentemente la forza di Dio.Profondamente convinto di questa verità il discepolo di Gesù non solo abbraccia la croce che gli viene offerta, ma si crocifigge da sé: «I seguaci di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e le sue concupiscenze».
Essi hanno ingaggiato una lotta spietata contro la loro natura, per liquidare in se stessi la vita del peccato e far posto alla vita dello spirito. È quest'ultima sola quella che importa.
La croce non è fine a se stessa. Essa si staglia in alto e fa richiamo verso l'alto. Quindi non è soltanto un'insegna, è anche l'armapotente di Cristo, la verga da pastore con cui il divino Davide esce incontro all'infernale Golia, il simbolo trionfale con cui Egli batte alla porta del cielo e la spalanca. Allora ne erompono i fiotti della luce divina, sommergendo tutti quelli che marciano al seguito del Crocifisso".
"TUTTO POSSO, IN COLUI CHE MI DA' FORZA" (Fil 4,13) ci dice San Paolo: cosa può distruggerci?
Niente, neanche la morte, perché abbiamo una Speranza Viva, che è Cristo!
Santa Teresa Benedetta oggi ci ricorda questo: se sappiamo che Dio è con noi, in Lui troviamo la forza per vincere le apparenti sconfitte del mondo, il disprezzo umano per certe nostre scelte che vanno controcorrente, le umiliazioni che ci vengono gratuitamente inflitte quando decidiamo di agire secondo la legge divina, l'isolamento in cui -non di rado- il mondo ci "ingabbia".
Santa Teresa Benedetta oggi ci ricorda questo: se sappiamo che Dio è con noi, in Lui troviamo la forza per vincere le apparenti sconfitte del mondo, il disprezzo umano per certe nostre scelte che vanno controcorrente, le umiliazioni che ci vengono gratuitamente inflitte quando decidiamo di agire secondo la legge divina, l'isolamento in cui -non di rado- il mondo ci "ingabbia".
Santa Teresa ci dice anche: noi non solo abbracciamo la Croce, ma in un certo senso, la cerchiamo.
E' un po' una questione di...delicatezza nell'amore: se amiamo davvero qualcuno ci spingiamo a quelle mille finezze, a quelle piccolezze che possono far contento l'amato.
Amiamo veramente Gesù?
Proviamo a riempirLo di mille attenzioni, di quelle che a volte passano anche inosservate agli occhi dei più, ma che Lui vede, riconosce e per le quali di certo dimostra gratitudine e gioia.
La lotta contro la natura umana -lotta che non si finisce mai di portare avanti- a volte offre dei momenti in cui tutte le nostre passioni paiono sedate: in quei momenti possiamo ricercare piccoli atti di mortificazione apparentemente insignificanti, rinunce "microscopiche" che hanno un duplice scopo: diventare moneta per l'acquisto di anime nelle mani di Gesù, e al contempo mantenerci in un sano allenamento per quando quelle nostre inclinazioni naturali torneranno alla carica.
Mai smettere di allenarsi, perché il nemico dell'anima non smette mai di tentarci, nonostante le "pause" che a volte ci concede!
"La croce non è fine a se stessa. Fa richiamo verso l'alto": verso quell'alto monte su cui Nostro Signore fu crocifisso con pene atroci, ma anche verso quell'altezza in cui avvennero la Trasfigurazione prima e l'Ascensione dopo la Risurrezione poi.
Anche noi siamo chiamati a queste vette, ma l'altitudine della santità si raggiunge solo dopo la salita del Calvario.
Non scoraggiamoci nel portare la nostra Croce:" Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua". (Lc 9,23)
Seguiremo poi Gesù anche nella Patria vera, nella Gerusalemme Celeste dove finalmente potremo godere in eterno della Gloria dei beati.
Nessun commento:
Posta un commento