venerdì 8 ottobre 2010

Terzo giorno della novena a Santa Teresa d'Avila. Il vero amore del prossimo



O Santa Teresa di Gesù, che in terra hai tanto amato il tuo e nostro Dio ed ora in cielo lo ami con amore più puro e più grande: tu che hai sempre desiderato di vederlo amato da tutti gli uomini, ottieni, ti preghiamo, anche per noi la scintilla di questo santo amore. 
Fa' che tutte le nostre opere siano sempre impiegate nel compiere la volontà di Dio, che merita di essere infinitamente ubbidito e amato. 
Ottienici queste grazie, tu che tanto puoi presso di Lui, affinchè veniamo a goderLo con te, nella beata eternità del Paradiso. Amen



Santa Teresa ci ha introdotti, ieri -secondo giorno della novena- nel discorso dell'amore reciproco, invitandoci ad amare senza "preferenze" e anche a distaccarci dalle amicizie "imperfette".
Sempre nel "Cammino di Perfezione", la Santa prosegue la sua argomentazione sull'amore verso il prossimo, sottolineando due punti molto importanti del nostro modo di voler bene, se vogliamo  raggiungere, anche in questo, la perfezione.

Santa Teresa parla innanzitutto della necessità di amare in maniera "spirituale", mirando cioè al bene vero della persona: la salvezza eterna!
E' solo così che si potrà infatti essere per sempre uniti nell'amicizia, anche dopo la morte "fisica".
Ma questo è un tipo di amore che "costa" sacrifici, preghiere...che a volte determina delusioni maggiori di quelle causate da amicizie mondane, perché si è ben consapevoli di come, ogni passo  indietro, rischi di privare l'altro del bene più grande: l'eternità in Dio!
"E' straordinario vedere quanto sia appassionato questo amore, quante lacrime costi, quante penitenze e preghiere, quante sollecitudini nel raccomandare la persona amata a tutti coloro che si pensa possano giovarle.
E' una preoccupazione continua e un tormento assillante.
Quando poi, nonostante sia parso di notare un miglioramento, la si vede tornare indietro, sembra che non si possa godere più di alcuna gioia in questa vita; non si mangia né si dorme se non con questa preoccupazione, nel timore continuo che l'anima tanto amata si perda e ci si abbia a separare per sempre da essa (della morte temporale non si fa alcun caso), perché non ci si vuole attaccare a qualcosa che in un soffio sfugge di tra le mani senza che si possa trattenerla. 
Il suo amore -come ho detto- è senza ombra d'interessi personali; l'unica sua aspirazione e il solo desiderio sono vedere quell'anima ricca di beni celesti; infine, è un amore che somiglia sempre più a quello portatoci da Cristo, perciò merita il nome di amore".

Non sono affatto parole "esagerate": Nostro Signore, non si è forse offerto fino all'ultima goccia di Sangue, pur di averci tutti salvi?
E la Sua preoccupazione costante, non è, ancora oggi, di averci tutti con Lui in Paradiso?
Il tempo storico è proprio quello in cui Gesù continua a rinnovare, sull'Altare ed in modo incruento, il Suo Sacrificio.
Non certo per divertimento, ma per redimerci, per salvarci, perché l'essere umano, come recita anche il Salmo 49, "nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono".
E allora noi esseri umani, troviamo sempre mille scuse per dire che...abbiamo tempo, che faremo meglio domani, che ci scuseremo il giorno dopo, che ci comporteremo meglio la prossima volta!
Ma, intanto...il tempo passa e l'eternità si avvicina!
Ecco, se comprendiamo quanto valore abbia il singolo ISTANTE nel nostro cammino verso la santità, verso l'eternità, allora possiamo anche capire lo zelo di cui parla Santa Teresa.
Uno zelo che dobbiamo avere anche per i nostri amici, se realmente li amiamo, perché amare è desiderare il bene dell'altro!
Questo amore vero per gli amici, ci rende capaci di "accompagnarli" meglio nel caso in cui li attendano periodi di prove e sofferenze, consapevoli del fatto che non sempre vada a loro giovamento una vita "tutta rose e fiori", ma che anche i dolori contribuiscono ad arricchire l'anima di meriti, davanti a Dio.
Afferma infatti Santa Teresa: "quantunque per la nostra umana fragilità si provi subito un primo moto di sensibilità naturale, la ragione, poi, considera se le prove di quell'anima giovano alla sua perfezione, se per esse si arricchisce in virtù e come le sopporta; si prega, pertanto Dio di darle pazienza e di aiutarla ad acquistare meriti con quelle prove.
Se la si vede rassegnata, non si prova più alcuna pena, anzi si provano letizia e consolazione.
E anche se si preferirebbe soffrire al posto suo piuttosto che vederla soffrire, purché le si potesse dare tutto il merito e il guadagno della sofferenza, non per questo se ne ha inquietudine o si muore dalla pena".

Preghiamo perché anche noi possiamo incontrare, per intercessione di Santa Teresa d'Avila, amici che ci amino di amore "disinteressato come quello che per noi Cristo".
Saranno amici che ci aiuteranno a progredire sulla strada delle virtù: "per possedere Dio, un buon mezzo è trattare con i suoi amici; se ne ricava sempre un grande vantaggio".

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