mercoledì 13 ottobre 2010

NOVENA A SANTA TERESA D'AVILA. Ottavo giorno: l'orazione vocale e mentale





O Santa Teresa di Gesù, che in terra hai tanto amato il tuo e nostro Dio ed ora in cielo lo ami con amore più puro e più grande: tu che hai sempre desiderato di vederlo amato da tutti gli uomini, ottieni, ti preghiamo, anche per noi la scintilla di questo santo amore. 
Fa' che tutte le nostre opere siano sempre impiegate nel compiere la volontà di Dio, che merita di essere infinitamente ubbidito e amato. 
Ottienici queste grazie, tu che tanto puoi presso di Lui, affinchè veniamo a goderLo con te, nella beata eternità del Paradiso. 
Amen


Santa Teresa ci ha aiutato a comprendere quanto sia importante il distacco da tante cose e anche da noi stessi, ci ha invitati a seguire sempre ciò che dice la Santa Chiesa, e, nel "cammino di perfezione", non può ovviamente mancare lo spazio da dedicare alla preghiera.
La mistica d'Avila è famosa soprattutto per aver illustrato il concetto di "orazione mentale", un "a tu per Tu con Gesù", in cui crescere nell'amore verso il Signore e farGli compagnia, parlandoGli come si fa con un grande amico....ma non disdegna nemmeno la tradizionale preghiera vocale, sapendo che non per tutti, vadano bene le stesse cose.
Ciò che conta è sempre l'attenzione, il rispetto, la meditazione, con cui ci rivolgiamo a Dio, nella preghiera.
Se riusciamo a comprendere e attuare questo concetto, allora potremo unire la preghiera vocale a quella mentale, cosa ottima, per rivolgerci al Signore!

Ecco come la stessa Santa Teresa, illustra questi pensieri, nella sua opera: "la differenza fra l'orazione mentale e vocale non consiste nel tener la bocca chiusa o no.
Se, pregando vocalmente, sono del tutto consapevole di parlare con Dio, più attenta a Lui che alle parole che dico, l'orazione mentale e vocale sono unite.
Se poi mi si viene a dire che state parlando con Dio quando, recitando l'Ave Maria avete il pensiero alle cose del mondo, non posso che tacere.
Ma se starete attente a Lui, com'è giusto fare parlando con un tale Signore, è bene che consideriate chi è colui con il quale parlate e chi siete voi, non fosse altro che per rispettare la convenienza dovuta.
Come potete, infatti, chiamare il principe Altezza, e osservare il cerimoniale di prammatica per parlare a un grande, se non vi rendete conto della sua condizione e della vostra?
Il rispetto da testimoniargli formalmente deve conformarsi alla sua dignità e alle regole d'uso, che dovrete pur conoscere e osservare, altrimenti, sarete mandate via come persone grossolane, e non tratterete alcun affare.
Io vi dirò sempre, ogni volta che me ne ricorderò, di unire l'orazione mentale a quella vocale, e vi raccomando di non intimorirvi  questo riguardo; io so come vanno a finire certi timori, e quindi non vorrei che alcuno vi procurasse qualche turbamento, essendo gran danno procedere per questo cammino con paura.
E' molto importante rendersi conto che si è sulla buona strada.
Infatti, se si dice a un viandante che ha sbagliato, che ha smarrito la strada, lo si costringe ad andare da una parte all'altra stancandosi nella ricerca del cammino che deve percorrere: perde tempo e arriva più tardi.
Chi può dire che fate male se, cominciando a recitare le Ore e il rosario, cominciate anche a pensare con chi state per parlare e chi siete voi che parlate, per vedere come dovrete trattare con lui?
Ora io vi dico, che se la profonda riflessione richiesta da questi due punti si facesse come conviene, prima di cominciare l'orazione vocale, cioè le Ore e il rosario, avreste dedicato già molto tempo a quella mentale.
Certamente non dobbiamo parlare alla buona a un principe, come si fa con un contadinello o come con una poveretta come noi, alla quale non importa se le diamo del tu o del voi.
E' vero che l'umiltà del nostro Re è tale che, per quanto io, grossolana come sono, non sappia parlarGli se non con rozzo linguaggio, non tralascia di aiutarmi né mi vieta di avvicinarmi a Lui" ma "non perché egli è buono noi dobbiamo essere irriverenti.
Non foss'altro che per ringraziarlo di sopportare il cattivo odore che sente per la nostra vicinanza, è bene che si cerchi di conoscerLo".

Seguendo il consiglio di Santa Teresa, cominciamo a parlare amichevolmente, ma con grande rispetto, al Re dei re...e, ogni qualvolta cominceremo a pregare, anche seguendo formule "scritte", ricordiamoci chi è Colui al quale stiamo per rivolgere le nostre suppliche, raccogliendoci interiormente, in atteggiamento di umile venerazione e di amichevole confidenza verso Dio.
Così facendo, qualunque preghiera potrà essere una forma di orazione, molto gradita a Dio e utilissima per il nostro progresso spirituale!
Che Santa Teresa ci aiuti, in questo ulteriore passo del nostro cammino di perfezione!

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