venerdì 12 settembre 2014

SANTISSIMO NOME DI MARIA - Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare: invochiamo Maria, la "Stella del Mare"!


Quella del Santissimo Nome di Maria è una memoria "facoltativa", ma di certo molto sentita nella devozione popolare e coltivata anche per via dell'onomastico che in tanti festeggiano proprio quest'oggi.

Ricollegando la Liturgia della Parola del Venerdì della XXIII settimana del T.O. all'Ufficio delle Letture proprio di questa memoria mariana, si può trovare qualche spunto di riflessione che ci aiuti ad incrementare l'affidamento a Maria.

Il Vangelo di oggi (Lc 6,39-42) è "duro", spinge ad un'introspezione approfondita, che non si fermi solo all'esteriorità di un dire da cattolici, ma che porti ad un "essere" e "fare" anche nell'interiorità da cattolici.


Il dire cattolico è quello di chi agisce un po' in stile farisaico: assolvere le esteriorità del cattolicesimo, quelli che sono "precetti" e poi....razzolare male. Conoscere, magari, anche tutta la dottrina e la teologia, ma non viverla sulla propria pelle. Fermarsi al rimprovero saccente verso i fratelli.
In sostanza proprio quello che Gesù non desidera, e che nel Vangelo di oggi non esita a definire come "trave nell'occhio".
Anche San Paolo, in fin dei conti, nella Prima Lettura (1Cor 9,16-19.22-27) sottolinea la stessa cosa: il Vangelo non va annunciato come fossimo professori a "pagamento".
Il Vangelo "feriale", quello del quotidiano, quello che ci fa sentire di essere "parte" (sono parole proprio di San Paolo, che scrive "diventarne partecipe"!) va annunciato per "necessità": solo quando il Vangelo entra in noi, quando comprendiamo che Esso è Parola, Verbo di Dio....allora possiamo comprendere l'esigenza paolina.
Chi vive il Vangelo come qualcosa di "reale", capace di trasformare la persona e la vita, non può separarsi da Esso.
Chi fa questa esperienza del Vangelo incontra non una cosa, ma una Persona: Dio Incarnato.
Questo incontro cambia l'esistenza, rende possibile un cammino "a due": l'uomo accanto a Dio, Dio con l'uomo. L'Emanuele "Dio con noi" diviene il compagno di viaggio verso la meta finale, quella che in San Paolo è descritta con la metafora della corsa.
Se vogliamo raggiungere Dio, il Suo Regno, allora dobbiamo vivere secondo quel Regno annunciato nel Vangelo e seguire la Parola di Dio, che ci è stata data dal Figlio.

Come passare dal....dire cattolico al "fare"-essere cattolico?
Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
Espressione popolare quanto mai adatta ad una riflessione mariana.
Maria, "Stella Maris", stella del mare.
Così la si invoca da secoli, così san Bernardo scrive in uno dei suoi sermoni, riportati nell'Ufficio delle Letture per la memoria facoltativa del Ss. Nome di Maria:

"Diciamo qualche parola su questo nome, che si traduce come "Stella del mare" e che conviene perfettamente alla Vergine Maria.
La si compara a ragione ad un astro che diffonde la sua luce senza diminuire d'intensità, così come la Vergine partorisce suo Figlio senza perdere nulla della sua purezza verginale.
I raggi non diminuiscono la luminescenza dell'astro ed il Figlio non toglie nulla all'integrità della Vergine.
Ella è questa nobile stella uscita da Giacobbe, i cui raggi illuminano l'universo intero, brillano nei cieli e penetrano fin negli abissi.
Ella irradia la terra, riscalda le anime anziché i corpi, favorisce lo sviluppo delle virtù e consuma i vizi.
Ella è questa stella bella e meravigliosa che, indispensabile, doveva levarsi al di sopra del mare immenso con la brillantezza dei suoi meriti e la luce del suo esempio.
Chiunque tu sia, in questo mare che è il mondo, tu che piuttosto che calcare la terra ferma ti senti sballottato quaggiù, nel mezzo di uragani e tempeste, non distogliere mai i tuoi occhi dalla luce di quest'astro, se non vuoi vederti subito sommerso dai flutti della marea. Se il vento delle tentazioni ti assale, se gli scogli della sventura ti si parano davanti, guarda la Stella, rivolgiti a Maria.
Se la collera, l'avarizia, la seduzione della carne sballottano la fragile barca della tua anima, rivolgi il tuo sguardo a Maria.
Quando, tormentato dall'enormità e dall'atrocità delle tue colpe, vergognoso per le sozzure della tua coscienza, terrorizzato dalla minaccia del giudizio, cominci ad essere afferrato dal baratro della tristezza e dall'abisso della disperazione, pensa a Maria.
Nei pericoli, nell'angoscia, nell'incertezza, invoca Maria.
Che il suo nome mai abbandoni le tue labbra ed il tuo cuore.
E per ottenere il sostegno della sua preghiera, non cessare di imitare l'esempio della sua vita.
Seguendola, non ti smarrirai; pregandola, non conoscerai la disperazione, pensando a Lei, non ti sbaglierai. Se Ella ti sostiene, non affonderai; se Ella ti protegge, non avrai timore di nulla; sotto la sua guida non temere la fatica; con la sua protezione raggiungerai il porto.
Tu proverai allora, con la tua personale esperienza, con quale verità siano state dette quelle parole: II nome della Vergine era Maria.

Maria è quell'occhio "vergine", puro, privo di pagliuzze e di travi che è capace di venire in nostro soccorso, per levare via dai nostri occhi tanto gli ingombri più grossi, quanto quelli più minuti.
Entrambi possono impedirci di "vedere oltre", appannandoci la vista o coprendo totalmente il campo visivo o una parte di esso.
Maria è colei che ci permette di passare dal dire al fare, dal dire all'essere...
Invochiamo allora il Nome di Maria; invochiamolo con fede!
Don Bosco diceva che già invocarla con il nome di Maria Ausiliatrice, nella famosa giaculatoria "Maria, Aiuto dei Cristiani, prega per noi"! era mezzo efficace per ottenere da lei molte grazie.

Meditiamo allora sulle parole di San Bernardo e impariamo quell'audicia di figli, di bambini piccoli che con fiducia, in ogni pericolo, pongono sulle proprie labbra il nome della Mamma!

Buon onomastico a quanti portano il nome di Maria!

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