mercoledì 23 luglio 2014

RIMANERE NELL'AMORE! Riflessioni sulla Parola di oggi


"Rimanete in me e io in voi"
(Gv 15,4)



"Rimanete nel mio amore, dice il Signore,
chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto"

(Antifona al Vangelo)



Il Vangelo di oggi (Gv 15,1-8) ci proietta in una realtà interiore meravigliosa: abitare, dimorare in Cristo, rimanere in Lui.
Non si tratta di un qualcosa di "esteriore", che tocchi solo la nostra realtà materiale; qui viene coinvolta l'essenza del cristianesimo e del nostro rapportarci a Gesù.
Di più, viene chiamata in causa l'essenza di Dio e del Suo farSi incontro a noi.

L'antifona al Vangelo ci porta infatti in questa direzione: rimanere in Lui è accedere alla Sua stessa "ontologia" divina  (a ciò che Dio "è"): l'Amore.

Rimanere in Cristo è dunque rimanere nell'Amore perché "Dio è Amore", "formula" che troviamo in  1Gv 4,8 e che poi viene specificata - nello stesso capitolo - al versetto 16:
"Noi abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi. 
Dio è amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui".

Entrare nella realtà più vera, più intima di Gesù è dunque lasciarsi conquistare, avvolgere dall'Amore del Dio Uno e Trino di cui Egli ci svela il "volto"; è sentirsi amati da Lui, ma anche amare a nostra volta i fratelli.
Gesù che è Amore ha vissuto esattamente in questo modo: totalmente avvolto dall'Amore del Padre e obbediente alla Sua volontà, legato a Lui dallo Spirito Santo Amore, Si è fatto dono totale per tutti gli uomini, per la salvezza di quanti vogliono credere in Lui, accoglierLo, ricambiarLo.
In questo ultimo punto c'è per noi il salto di qualità: non basta solo sentirSi amati da Dio, occorre amarLo in Sè stesso e nei nostri simili, che sono creature "ad immagine e somiglianza" Sua.

San Giovanni insiste su questo ultimo punto, al pari del primo.
Se Gesù ci ha lasciato il "comandamento nuovo" (Gv 13,34) dell'amore reciproco sul modello del Suo amore per noi, allora ecco che "rimanere nell'Amore" è rimanere nella TOTALITA' del dono che Dio stesso è.

Rimanere in Cristo è rimanere nel Suo dono più grande, nel Suo Tutto che Si è dato per amore, con amore, nell'Amore, fino al sacrificio della Croce.
L'amore "costa" sacrificio, l'amore a volte è far morire l'uomo vecchio che è in noi, ma il taglio del tralcio di cui parla il Vangelo di oggi è stato - paradossalmente - vissuto anche dalla Vite: assumendo la nostra natura umana, Gesù si è fatto "potare" prima di noi, affinché noi divenissimo capaci di sopportare il dolore connaturale ad ogni potatura.
E' esattamente ciò di cui parla San Paolo, nella prima Lettura proclamata oggi: "Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me". (Gal 2,19)


Rimanere nell'Amore è dunque "conoscere" Dio, nel senso biblico del termine: amarLo donandoci a Lui e agli altri.

Che la Vergine Maria, che veramente ha compreso e "conosciuto" l'Amore di Dio, anzi, "Dio Amore", ci aiuti a vivere come ci esorta San Giovanni, nella Sua Prima Lettera e a fare nostre le parole del Salmo 34, affinché, liberati da ogni paura, corriamo con gioia sulla strada dell'Amore! (cfr Sal 34, 5): 


"Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: 
chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio.
 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. 

In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi:
 Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito,
 perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. 

In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, 
ma è lui che ha amato noi 
e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.

Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri,
 Dio rimane in noi 
e l'amore di lui è perfetto in noi. 

In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: 
egli ci ha donato il suo Spirito".

 (1 Gv 4,7-13 )


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