martedì 7 maggio 2013

SEMPLICITA' EVANGELICA?




 «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?»

(Gv 6,60)



Il concetto di semplicità evangelica, riferito al parlare dell'uomo, mi fa pensare, immediatamente, alla famosa uscita di Cristo nel Vangelo di Matteo:

"Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno". (Mt 5,37)

Si e no: bianco o nero, pieno o vuoto, vero o falso...
Non la via di mezzo che rischia di nascondere la giustizia o di annacquarla, non la parola falsamente diplomatica che fa correre il pericolo di smarrire la propria identità di cristiano per salvare le apparenze mondane.

A discorrere di semplicità evangelica sembra quasi che Cristo abbia stupito le folle con discorsi banali, sempliciotti (non semplici!), insulsi...
Invece, rileggendo i Vangeli e specialmente il testo giovanneo, scopriamo un Gesù che -accanto ad un parlare veramente sminuzzato, quasi omogeneizzato,  reso masticabile e digeribile per i più duri d'orecchio- ha spesso sconvolto le folle, i Suoi stessi discepoli, con argomentazioni veramente ostiche, difficili da comprendere.

In un certo senso "scandalizzando" anche quelli che a Lui erano più vicini.

In Giovanni, al capitolo 6, Gesù parla della Santa Eucaristia, "la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda" (Gv 6,55) e invita a nutrirsi di questo "cibo" e di questa "bevanda".
Tutti rimangono sconvolti, nessuno riesce a comprendere.
Lo stupore e l'incomprensione raggiungono un livello tale che "da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui". (Gv 6,66)

Probabilmente erano quelli che avevano osato dire:  «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?» (Gv 6,60)

Forse non c'era "semplicità evangelica" in quel parlare di Cristo?
Forse non c'erano la Verità e quel "si, si, no, no" che proprio Gesù invita a mettere in pratica?

La risposta va cercata nel corretto modo di intendere la  semplicità: essa non ha nulla a che vedere con la "banalità": si può essere semplici anche nell'esporre un discorso complesso e la stessa origine etimologia e il significato del sostantivo ce lo fanno comprendere.

SEMPLICE= PURO, SENZA MALIZIA, SENZA ARTIFICIO. NON DUPLICE O TRIPLICE...MA UNITARIO

Ecco che, allora, la semplicità evangelica del parlare la si può avere tanto nell'esporre concetti facili, alla portata di molti (pensiamo alle parabole evangeliche!), quanto nell'addentrarsi in discorsi più complessi, potremmo dire "teologici", come quello sull'Eucaristia o, per fare un altro esempio, quello che Cristo fa profetizzando la Sua Risurrezione: 
«Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere» (Gv 2,19)

E' semplice chi dice la verità, chi parla rettamente, chi sa mettere al primo posto le esigenze della giustizia...

Non a caso, la frase sul parlare secondo il "si, si, no, no" Gesù la pronuncia in un paragrafo del capitolo 5 di Matteo, a proposito della "giustizia" dei Suoi discepoli, che deve superare quella "degli scribi e dei farisei".

Ripensando al discorrere farisaico, appare chiaro il senso di quello che Cristo vuol dirci: la parola non può essere usata per distorcere la verità o la correttezza.
Non può dirsi una cosa e farne un'altra, non si può imporre un fardello pesante ad un fratello e non portarlo poi personalmente, non si può annunciare una Legge di Dio e poi trasgredirla.

In sintesi: la parola, se vuole essere veramente "semplice" nel senso evangelico del termine, deve tradursi in azione coerente con la Parola.
La parola deve tradursi in stile di vita.

E Gesù è Parola Vivente, che dice e fa ciò che pronuncia, che fa la Volontà del Padre.

Ci aiuti Lui, nostro Modello, Parola, Via, Verità e Vita, ad apprendere la semplicità evangelica nel parlare...


 "Il parlare dello stolto è come un fardello nel cammino,
ma sulle labbra dell'intelligente si trova la grazia".


(Sir 21,16)



Ci aiuti Lui a non avere paura di "ascoltare" una Parola apparentemente "dura", difficile da masticare, difficile da assimilare, da applicare.


"Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?». 
Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna » "
(Gv 6,67-68)



Ci aiuti Lui a non scappare davanti a quel parlare più difficile, che vuole spingerci a vette più alte, più sublimi...PIU' DIVINE!


"Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano"!.
(Lc 11,28)

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