mercoledì 26 maggio 2010

A spasso fra l' "essenziale" d'Italia...


(al centro, formica con "provvista" di essenziale secondo il "mondo")

"Abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità"...
Questa è la solfa generalizzante degli ultimi giorni, ritornello della "rivelazione" della crisi che attanaglia l'Italia (rivelazione per chi? lo sapevamo già!).
Questa "frase fatta" la considero altamente offensiva per tutti quegli italiani che lavorano per mangiare (letteralmente!) e che non hanno condotto la bella vita fra barche e casinò, ma -con quotidiana onestà- hanno lavorato, fatto la spesa -magari al discount, per non parlare degli anziani che comprano il latte cinese!-, pagato le bollette, versato le imposte, istruito i propri figli.
Ma allora, questa Italia che vive al di sopra dei mezzi disponibili, qual è????????
Da cristiana cattolica, mi pongo il problema di un "perché" che è quello di molti: perché deve pagare sempre il poveraccio che non c'entra niente?
E perché il ricco si fa più ricco, froda il fisco, mangia e beve beatamente, mentre qualcun'altro è costretto a rovistare fra i sacchi dell'immondizia?
Sono domande che -in ogni caso- dovrebbe porsi chiunque abbia a cuore non solo la propria poltrona (che sia in Parlamento, o nel salone degli specchi di casa propria), ma anche e soprattutto il benessere di un intero Paese...a prescindere dal credo.
Il punto di fondo è: nella gestione di un "corpo sociale" (a partire dalla famiglia), badiamo all'essenziale?
Se la risposta è si, allora non si vive fuori dai quadretti dei quadernoni del bilancio.
Ci si rimane saldamente ancorati dentro. E i numeri non fanno i capricci.
Se la risposta è no....allora cominciano i guai...e se nessuno controlla quei guai, alla fine ci si ritrova con manovre finanziarie che gravano (come sempre) su parte della popolazione e su determinati settori. E che (di fondo) non cambiano nulla....perché oggi si taglia da un lato, domani si accorcia il vestito da un altro....e qualcuno rimane scoperto, mentre altri, hanno tutto il loro bel cappottino addosso.
Ieri sera, nel corso del programma di Rai3, Ballarò, in uno dei servizi, sono stati intervistati alcuni lavoratori di una (ex) ditta sarda. 
O meglio, (ex) lavoratori, in cassa integrazione. 800 euro al mese, diceva uno di loro.
I soldi destinati alla loro (ex) ditta, erano stati girati per sovvenzionare una "regata di lusso".
La regata (di lusso) è più importante del dare lavoro.
La regata di lusso, per qualcuno...è "essenziale".
Con i soldi spesi per il divertimento d'élite, si sarebbe dato lavoro a 300 di quei cassa integrazionisti.
L'inviata si è recata anche presso un hotel nuovo di zecca,costruito per il G8 alla Maddalena (saltato poi per il terremoto a L'Aquila).
L'intervistato (non so bene che ruolo rivesta nella gestione dell'albergo), con un gran sorrisone, rispondeva giulivo alla domanda della giornalista: "Quanto è costata quella lampada"? (lampada orrenda, di "una famosa" artista...bontà loro).
"100.000 euro". E ovviamente, continuava a sorridere.
CENTOMILA EURO!
L'albergo nuovo di zecca, ultra lusso, e l'orribile lampada da 100.000 euro....per qualcuno...sono "essenziali".
Se quei soldi fossero stati risparmiati, pensando di far alloggiare i "grandi del mondo" in uno degli hotel già esistenti, la catastrofe naturale che si è quasi contemporaneamente abbattuta su L'Aquila, non si sarebbe potuta affrontare meglio?
Scendiamo ora ad un livello più "basso": settore dipendenti pubblici.
I tagli previsti dalla manovra finanziaria, riguarderanno nettamente questo ambito: blocco degli scatti di stipendio, blocco dei nuovi contratti (quindi niente turn-over), riduzione delle finestre per i pensionamenti.
La questione importante (ossia, la qualità del lavoro del dipendente statale), non è naturalmente affrontata.
Il settore del lavoro pubblico  presenta una profonda spaccatura interna: da una parte ci sono degli ottimi dipendenti, che lavorano con piena padronanza delle proprie competenze, rispettosi di orari e incombenze.
Dall'altra, c'è una buona fetta che timbra i cartellini per poi passare il pomeriggio a casa propria (la cronaca ce lo ha spesso messo sotto al naso), poi c'è anche la porzione di "lavoratori ignoranti", per cui, telefonando (finanche!) al ministero "x", si rimane appesi alla cornetta per almeno 10 minuti, mentre il "ricevitore" di turno va alla disperata ricerca di un altro collega, che sappia finalmente fornirti l'informazione che cerchi!
Eppure, proprio in questi ultimi giorni, è stata messa a disposizione (gratuitamente) di tutti i cittadini, una bella casella e-mail per i contatti con le P.A. Le stesse P.A. che, nella maggior parte dei casi, ignorano per mesi e mesi (quando va bene) o a tempo indeterminato (quando va meno bene), le missive ricevute sotto forma di posta elettronica.
Per qualcuno, solo "tagliare" i fondi è "essenziale". 
Non è invece essenziale fare in modo che non si "rubino" più soldi allo Stato, esigendo che chi lavora, lavori bene. Che non ci siano lavoratori assenteisti, impreparati, che frodano lo stato, facendosi pagare per un non lavoro!
Infine....gli enti locali.
Il discorso qui è ancora più intuitivo: sagre, sponsorizzazioni di eventi, cene "istituzionali" e quanto altro.
La finta cultura che si spaccia per vera cultura, sotto le mentite spoglie della "rassegna cinematografica" (= il contribuente paga l'albergo al regista, all'organizzatore, regala i soldi agli sponsor....), ancora, sotto le "feste di quartiere" (che si risolvono in una serie, spesse volte, di eventi senza né capo né coda), oppure sotto quelle dell' "incontro con il personaggio famoso".
Mi chiedo: perché con quei soldi non si finanzia la costruzione di una biblioteca comunale degna di essere chiamata tale?  E' solo uno degli esempi che si potrebbero portare...
Ora, ammesso che lor signori politici e politicanti non riescano a perseguire la "strategia dell'essenziale", che sarebbe la vera prima riforma (oltre alla reale lotta all'evasione fiscale), potremmo e dovremmo anche noi cittadini agire con maggiore coerenza.
Mi riferisco a quanti di noi si professano cristiani cattolici e magari poi, "cedono" ad alcuni comportamenti poco coerenti con il Vangelo.
Mi spiego meglio: un cristiano cattolico, che è ben consapevole di come una "sagra gratuita", sia finanziata con le tasse di tutti, perché non decide di disertare la suddetta sagra e magari provare anche a convincere altri? No...magari dice "ma tanto...E' GRATIS"!
O ancora: perché un cristiano cattolico decide di prendere parte alla serata "Miss estate", sapendo che quell'evento è "patrocinato" dalla Regione (= ancora con i soldi dei contribuenti).
Eppure, poi sono quegli stessi cristiani cattolici a lagnarsi :"Mio figlio non trova lavoro". "Mia nipote è disoccupata"....
E' vero, noi non possiamo fare molto, ma possiamo cominciare a dare l'esempio.
Non ne trascineremo mille, ma forse potremo spingere qualcuno a chiedere il perché del nostro agire...e magari anche a comprenderlo.
Nella libertà di agire che tutti possediamo (per dono del Signore), è ovvio che quello che rimane in mano al "debole" della catena sociale, non è realmente ciò che appare forte agli occhi del mondo. 
Ma assumere un atteggiamento "rinunciatario" perché presi dall'abbattimento davanti ad un sistema in cui vige la regola del "Tanto, che posso fare da solo"?, è sbagliato!
Noi siamo chiamati a testimoniare anche attraverso queste scelte che, apparentemente, possono sembrare "minuscoli" sassolini. 
Ma siamo chiamati ad agire così in base alla nostra coscienza di cristiani, di uomini che sanno di poter rinunciare al "superfluo", quando ce n'è bisogno.
E questa rinuncia la possiamo già effettuare nelle nostre case, evitando quegli sprechi che, dal piccolo, poco a poco innestano in noi la cultura del "di più", del "finto essenziale".
Pensiamo a quante persone hanno auto che non servono realmente, telefonini super costosi che potrebbero bene essere sostituiti da semplici cellulari; a quante volte si facciano telefonate, magari anche lunghe, quando basterebbe un sms...
Non è questione di diventare "avari", ma di forgiarci come cristiani nelle piccole cose, per provare anche a dare un segno tangibile di vita più "semplice" a chi ci sta intorno.
D'altronde, Nostro Signore ha scelto Lui per primo questa "strategia", nascendo in un'epoca storica in cui non esistevano televisioni, giornali, giochi elettronici, telefonini, cibi in scatola e lampade extra lusso....
Lui stesso ha seminato, pur sapendo che, nonostante il Suo esempio e quello degli apostoli, non tutti si sarebbero convertiti.
Non risolveremo di certo la crisi, agendo da cristiani cattolici (perché serve uno sforzo collettivo di tutti, non solo dei credenti!), ma semineremo forse più di un "campo" e tutti siamo chiamati ad essere "apostoli", non solo a parole, ma coi fatti...pur sapendo (come appunto lo sapeva Nostro Signore), che non abbiamo in mano il potere di "forzare" il cambiamento, ma solo di contribuirvi e di "indicare" la strada possibile per esso.
L'essenziale, è proprio questo.


2 commenti:

  1. L'immagine delle formichine, racchiude tutto il contesto del tuo articolo. Spronare i cattolici a boicottare il consumismo è un bene, perfino il nostro Cardinale Tettamanzi ha suggerito la sobrietà pastorale nelle parrocchie che ritiene più ricche di quanto non appaiano.(chiesa, locali vari, oratori mega, auditorium, sala cinematografica, ecc.) Non tutte le parrocchie, naturalmente, così come non tutti le famiglie italiane possiedono gli extra! Direi anzi che sono proprio pochine, rispetto alla maggioranza dei cittadini che faticano ad arrivare a fine mese. Allora cominciamo: io la barca non ce l'ho, se non quella di Pietro che getta le reti, non ho neppure il cellulare di ultima generazione, ma solo il suo antenato! Non indosso abiti griffati e sai perché? Perché non mi interessa "avere", non mi importa di "apparire", ma solo di "essere", e di essere coerente con gli insegnamenti evangelici!
    Grazie Maria per le tue riflessioni veementi, bisogna svegliare i cattolici, e fare in modo che si chiedano se sono davvero in sintonia con la Parola del Cristo o se anche il loro essere cristiani è solo apparenza o consuetudine, tradizione familiare! Ti abbraccio

    RispondiElimina
  2. Carissima,
    noi possiamo scegliere se essere formiche che accumulano tesori per il Cielo, oppure tesori su questa terra.
    Nel primo caso, non solo facciamo un "favore" a noi stessi, ma diamo anche un esempio a chi ci sta intorno.
    La rinuncia al non essenziale non è alla fine solo una questione di materialità, serve a temprare alla rinuncia di cose inutili anche ad un altro livello: attraverso l'atto esteriore della rinuncia, indubbiamente mortifichiamo la volontà e lasciamo maggiore spazio alla vita interiore, diventando più docili alle inclinazioni dello Spirito.
    Un abbraccio e grazie come sempre!

    RispondiElimina