Nel corso del triduo a santa Teresa di Lisieux ho voluto focalizzare l'attenzione sull'aspetto "missionario" della sua vocazione, in relazione anche all'Evangelii Gaudium di Papa Francesco.
Oggi che festeggiamo la sua memoria liturgica ho pensato di condividere con voi alcuni stralci di una testimonianza resa nel corso del Processo Informativo Ordinario.
Ho scelto la deposizione di Padre Elia della Madre di Misericordia, italiano, carmelitano scalzo, missionario e poi segretario del Generale dell'Ordine.
E' interessante notare come, in questa sua tesimonianza, emergano due elementi:
- le molteplici grazie ottenute da Santa Teresa nelle terre di missione, come riportate anche nella "Pioggia di rose". Si tratta di un testo che veniva affiancato - dalle monache di Lisieux - al manoscritto teresiano, ed in cui erano documentati i miracoli attribuiti all'intercessione della Serva di Dio;
- la potente forza della preghiera di Santa Teresa - che possiamo indubbiamente considerare in proporzione al suo grado di santità - e che padre Elia ebbe modo di sperimentare in modo "straordinario" nel suo apostolato missionario.
Ho curato personalmente la traduzione dal francese, avendo adoperato un testo in lingua, ripubblicato negli anni 70.
Vi sarà una breve parte introduttiva e biografica su padre Elia, così come contenuta negli atti e poi parte della sua deposizione.
Buona lettura, buona festa a tutti i carmelitani e membri della Famiglia del Carmelo, e agli amici di Teresina...nonchè a quanti festeggiano l'onomastico.
Colgo l'occasione per ricordare che oggi è giorno in cui è possibile - non solo per i carmelitani consacrati e per i terziari, ma anche per chi indossa lo Scapolare della Madonna del Carmelo - acquistare le sante indulgenze, alle solite condizioni prescritte dalla Santa Chiesa.
che apri le porte del tuo regno
agli umili e ai piccoli,
fa' che seguiamo
con serena fiducia la via tracciata
da santa Teresa di Gesù Bambino,
perché anche a noi
si riveli la gloria del tuo volto.
AMEN
DAL "PROCESSO DI BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE DI SANTA TERESA DEL BAMBIN GESU' E DEL VOLTO SANTO -
I PROCESSO INFORMATIVO ORDINARIO
TESTIMONE V
ELIA DELLA MADRE DI MISERICORDIA, O.C.D."
Il quinto testimone non conobbe suor Teresa del Bambin Gesù.
La sua deposizione si riferisce alla fama di santità che ella conobbe dopo la sua morte.
Egli ne era bene informato.
Nato a Savona il 13 dicembre 1845, padre Elia della Madre di Misericordia è una delle figure più caratteristiche del Carmelo missionario italiano alla fine del XIX secolo.
Ancora studente di teologia, partì per l'India nel 1867 e qui venne ordinato il 7 marzo 1868.
Missionario per trent'anni, richiamato in Italia fu segretario del Generale per più anni, a partire dal 1899, cosa che gli diede modo di conoscere svariate province dell'Ordine.
Fu nominato in seguito maestro degli studenti a Milano, poi inviato al Monte Carmelo, di cui fu vicario nel 1915.
Qui morì il 20 febbraio 1920.
Il padre Elia depose il 28-31 ottobre 1910.
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La prima volta che sentì parlare della Serva di Dio suor Teresa del Bambin Gesù e del Volto Santo, fu nel 1899, quando la reverenda madre Agnese di Gesù, da parte della reverenda madre Maria di Gonzaga, priora di Lisieux, inviò una copia di "Storia di un'anima" al nostro reverendo padre Generale, di cui ero a quel tempo, da un anno, segretario.
Il nostro reverendo padre mi incaricò di scrivere a suo nome alla reverenda madre priora, per ringraziarla di questo invio, cosa che feci qualche giorno dopo.
E fu leggendo questa mirabile ed incantevole autobiografia, che mi sentì preso da un tale entusiamo per questa fino ad allora sconosciuta sorellina, che da allora concepì la più tenera devozione per la Serva di Dio, e la certezza che un giorno molto prossimo ella sarebbe stata beatificata dalla Chiesa.
Questa devozione, dal primo momento, ben lungi dall'indebolirsi in me, non ha fatto che crescere ogni giorno durante questi undici anni, a motivo delle grazie e dei prodigi che si sono prodotti in tutto il mondo, in questo lasso di tempo, invocando la Serva di Dio; e la conoscenza di questi fatti mi veniva di volta in volta comunicata dal Carmelo di Lisieux, con il quale ero in corrispondenza intermittente.
Sono stato missionario apostolico nelle Indie Orientali, dal 1867 al 1898; ora, sebbene in in primo periodo (dal 1867 al 1885 incluso) il mio ministero fosse stato di una fecondità ordinaria, fui notevolmente scosso dal successo straordinario che ottennero i miei sforzi nella conversione dei pagani e dei protestanti, a partire dal 1886 fino alla mia partenza nel 1898.
A quei tempi, senza conoscere assolutamente suor Teresa, ebbi sempre il pensiero d'essere debitore di questi successi innatesi a qualche carmelitana, a me sconosciuta, di qualche Carmelo d'Europa, che pregava per me senza saperlo; e mi ricordo molto bene d'aver espresso questa convinzione in una lettera indirizzata molti anni prima del 1898 al reverendissimo padre Alfonso a Matre Dolorosa, zelatore attuale delle nostre missioni del Malabar.
Questa lettera deve trovarsi stampata fra le molte delle mie che questo padre, a mia insaputa, fece pubblicare in una rivista del Belgio.
Questa lettera deve trovarsi stampata fra le molte delle mie che questo padre, a mia insaputa, fece pubblicare in una rivista del Belgio.
Ora, quando più tardi, lessi a Roma la "Storia di un'anima", vedendo lo zelo apostolico da cui era divorata la nostra cara sorella, e l'amore che nutriva specialmente per i missionari, ricordai anche che ella stessa faceva datare al 1886 questa espansione di zelo per le anime nel suo cuore, mi venne l'idea che fosse lei la carmelitana a me sconosciuta, che pregava per me e otteneva le conversioni che il suo povero fratello Elia aveva allora la conosolazione di procurare tra gli infedeli e i protestanti.
Questo pensiero ha contribuito molto in me per amare tanto la nostra cara sorella; e posso affermare che fu anche motivo della mia devozione per la Serva di Dio".
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