domenica 19 ottobre 2014

PAOLO VI BEATO - La Verità Unica...cum Petro et sub Petro, come anche Papa Francesco ha rammentato al termine dei lavori sinodali -


Nel giorno in cui la Chiesa gioisce per la beatificazione di papa Paolo VI, vi propongo l' estratto di un discorso indirizzato dall'allora arcivescovo Giovan Battisti Montini - nel 1956 -  ai giovani dell'Azione Cattolica. 
Le sue parole erano rivolte a dei ragazzi...ma contengono un monito sempre valido. Sempre e per tutti. Specialmente in tempi come i nostri, nei quali anche molti degli "anagraficamente adulti" si atteggiano a perenni adolescenti, vivendo in balia dei desideri, degli istinti del momento; confondendo non di rado la verità e annacquando il senso del vivere, del crescere, dell'invecchiare. Finanche del morire.
Si tratta di parole forti ed attuali in un percorso storico, socio-politico e morale non  privo di tentazioni come "l'andare di corsa" (alla ricerca di rapide soluzioni ai problemi che coinvolgono l'etica, la sessualità, la vita nel suo ciclo di inizio e fine) o, al contrario, "l'arrestarsi", facendo vincere lo sconforto ed il timore di non riuscire a relazionarsi secondo Verità al mondo.
E - ancora - le parole di Giovan Battista Montini, sono attuali perché ci rammentano che finanche gli uomini di Chiesa, come tutti, subiscono o potrebbero subire entrambe le tentazioni davanti a certe problematiche delicate, ma ormai dilaganti.
Queste tentazioni potrebbero e possono giungere fino ai singoli fedeli, spingendoli a sostituirsi finanche all'autorità del Papa.

Ce lo ha rammentato ieri anche il Santo Padre Francesco, rivolgendosi ai Padri Sinodali, a conclusione del Sinodo dei vescovi:
«la Chiesa è di Cristo - è la Sua Sposa - e tutti i vescovi, in comunione con il Successore di Pietro, hanno il compito e il dovere di custodirla e di servirla, non come padroni ma come servitori. Il Papa, in questo contesto, non è il signore supremo ma piuttosto il supremo servitore - il "servus servorum Dei"; il garante dell'ubbidienza e della conformità della Chiesa alla volontà di Dio, al Vangelo di Cristo e alla Tradizione della Chiesa, mettendo da parte ogni arbitrio personale, pur essendo - per volontà di Cristo stesso - il "Pastore e Dottore supremo di tutti i fedeli" (Can. 749) e pur godendo "della potestà ordinaria che è suprema, piena, immediata e universale nella Chiesa" (cf. Cann. 331-334)».

Facendoci guardare a Maria, il beato Paolo VI ci spinge a riscoprire la centralità dell'UNICA VERITA' IMMUTEVOLE. Quella che non inganna mai, che non abbaglia accecando, ma che ILLUMINA e trasforma l'uomo.
Soprattutto, Paolo VI ci chiede di rimanere - come ha rimarcato ieri Francesco - "cum Petro et sub Petro" per "curare" prima e poi "fasciare" le ferite, trattando prima le cause...e poi i sintomi dei mali. Anche G.Battista Montini aveva espresso lo stesso concetto: "scopriremo il male" e lo "cureremo".

Buona Domenica e buona lettura a tutti!  



CIO CHE MARIA PORTA NELLA BABELE MODERNA
(Giovan B. Montini, Discorso ai giovani di Azione Cattolica - 13 maggio 1956
 da "Scritti sulla Madonna, © Edizioni Studium - Istituto Paolo VI)


"Noi chiedermo a Maria Santissima la grazia della sapienza.
Vogliamo comprendere.
Abbiamo bisogno di luce interiore.
Abbiamo bisogno di verità.
Abbiamo bisogno di principi.
Abbiamo bisogno di certezza.
La vita è varia, è ricca, è misteriosa. Il mondo è grande, bello, invitante. Questo stupendo fenomeno del vedere, del conoscere, del giudicare è incantatore. L'anima conquista il mondo e lo ricrea dentro di sé. Tanto si possiede quanto si conosce.
Ma questo è un fenomeno mutevole, incerto, difficile.
Tante volte lascia insoddisfatti; più da' di desiderio, che di conquista.
Tante volte genera illusioni: ci piace far presto; ci piace la chiarezza, la concretezza; e allora scambiamo per verità delle impressioni superficiali.
Tante volte sbagliamo; crediamo di conoscere, e siamo in errore.
Abbiamo allora paura della nostra intelligenza, e non ci crediamo più; perdiamo la fiducia nella verità. Preferiamo l'istinto; e andiamo avanti istintivamente, alla cieca; la passione ci giuda.
Ma volgendosi a te, o Maria, sede della Sapienza, anche il nostro volto può essere illuminato.
Ed è questo che chiediamo.
Vogliamo comprendere Cristo, tuo Figlio, come nostro Maestro.
Maestro di verità; Maestro unico.
Ciò che Egli ci ha insegnato e che la Chiesa Madre e Maestra, saviamente ci ripete e ci spiega, dev'essere per noi definitivo.
Deve essere sicuro; e perciò deve essere fondamento del nostro edificio di pensiero e di vita.
Vogliamo imparare a confrontare le nostre impressioni e i nostri pensieri con le sue parole; queste devono essere la nostra luce e la nostra guida.
Oggi sentiamo d'intorno a noi la confusione delle lingue.
La Babele dei cento maestri ci stordisce e ci tenta di scetticismo; ci scoraggia.
Ci fa credere che è più saggio dubitare, che affermare; ci fa indifferenti alle verità supreme; ci fa capaci di ogni utopia e di ogni opporturnismo.
Oggi sentiamo d'intorno a noi l'affermazione dogmatica di maestri stranieri; vediamo tanti nostri compagni seguire dottrine materialiste, che danno solo l'energia dell'odio e della negazione; vediamo nel nostro mondo il bisogno di idee sicure, umane, rinnovatrici.
Maria, da' a noi il conforto della verità.
Maria, da' a noi la difesa dall'errore.
Maria rendi limpida la nostra anima, affinché possiamo comprendere; rendi puri i nostri occhi, affinché possiamo vedere.
Da' a noi il dono e la gioia della sapienza.
Insegnaci ad ammirare; insegnaci a ben pensare; insegnaci a meditare.
La tua fortezza vogliamo, o Maria, dolce e mite, ed insieme libera ed intrepida, a fianco del tuo Figliolo, anche nel giorno supremo della croce.
Che cosa porteremo al mondo che ci aspetta?
Porteremo innanzi tutti l'amore a questo nostro tempo, in cui la Provvidenza ci ha chiamato a vivere.
E' tempo drammatico e decisivo; noi non deprecheremo la sorte che ce lo ha destinato, ma lo affronteremo con serena simpatia; scopriremo il bene ch'esso contiene; scopriremo il male; quello seguiremo; questo cureremo.
Porteremo un nuovo senso morale; una nuova virtù; se occorre, un nuovo eroismo cristiano.
Porteremo la sincerità della parola. La coerenza fra il pensiero e la vita. Il disinteresse, il coraggio, la bontà, la letizia, la speranza.
Col tuo aiuto, Maria, porteremo l'amore.
Siamo cattolici.
Perché alla Chiesa crediamo fortemente; vogliamo amore, ascoltare, seguire il suo capo visibile, il papa, con fedeltà filiale e cordiale; vogliamo meditare e servire la missione della Chiesa.
Ascolta, o Maria, la nostra preghiera; e tu che ce la metti nel cuore, ottieni che sia esaudita".

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