Pilato e Gesù - Formella del portale di S.Maria del Popolo, Roma
"Cos'è la verità"? (Gv 18,38)
Il Vangelo di oggi (GV 17,11-19) colpisce per due richieste che Gesù rivolge al Padre nei versetti 15 e 17:
"Chiedo che tu li custodisca dal maligno"
e
"Consacrali nella verità"
Interessante è anche il "passaggio" tra "La tua parola è verità" (Gv 17,18) e "per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità" (Gv 17,19).
A partire da questi versetti conclusivi è possibile infatti risalire al senso delle due invocazioni del Figlio.
La parola VERITA' rimanda, etimologicamente, a "credere - scegliere - volere" e sottolinea così tutto il nocciolo dell'essere "credenti credibili": decidersi per la Parola che è Verità deve spingere l'uomo ad effettuare una scelta, ad optare per il bene, a rinnovare quotidianamente il proprio "sì" al Buono, al Giusto, al Vero, ad essere coerente con l'adesione alla Parola che è "viva, efficace" (Eb 4,12), una Parola che non è solo quella scritta, ma il Verbo stesso, Seconda Persona della Ss.Trinità.
Agire secondo verità è sempre scegliere: non si può adottare l'atteggiamento di Pilato che si lava le mani pur pensando che Gesù sia innocente, o quello di Pietro che rinnega solo per paura, o dei discepoli che si dileguano mentre il Cristo viene crocifisso.
Non si possono servire due padroni! (cfr Mt 6.24).
Detto in termini "moderni", operare secondo verità implica una cernità tra le tante cose cui gli interessi, gli egoismi, le passioni disordinate vorrebbero attirare l'uomo.
" Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono" (1Ts 5,21) potrebbe essere il teorema della credibilità nella verità.
Viceversa, chi agisce secondo il maligno, secondo il "mondo" - nella connotazione negativa che gli dà Giovanni - non ha necessità di scegliere, in quanto non assume un punto di riferimento che "ordini" le proprie decisioni.
Ragionare secondo il mondo implica, di volta in volta, prendere tutto quello che si desidera, fare tutto ciò che si ritiene più conveniente solo per sè stessi, parlare esclusivamente per interesse o egoismo.
Il decadimento della morale ne è una delle principali conseguenze, la distruzione delle famiglie, la poca attenzione verso bambini ed anziani, la corruzione. Sono tutte situazioni "morali e sociali" che derivano dalla non-scelta davanti al bene ed al male, dall'agire solo sulla base del desiderio personale.
Essere consacrati nella verità è allora costoso: è il famoso metter mano all'aratro per non tornare indietro (cfr Lc 9,62).
Seguire la scia, il solco tracciato da Cristo, vivere secondo gli insegnamenti del Vangelo, la dottrina della Chiesa, la morale cattolica.
Ed implica dunque un rendere "sacro" tutto ciò che si fa, si pensa, si dice.
Parole, opere, pensieri divengono un tutt'uno con il volere di Dio, se rispondono al criterio di "compatibilità" con la Parola Vivente ed il Suo insegnamento.
Essere tutti della verità, anzi, della Verità con la V maiuscola, determina quindi - e necessariamente - una lotta contro il maligno, satana il "divisore", ciòè contro colui che all'uomo vorrebbe suggerire il "finto pacchetto completo", la possibilità fatua di essere felici senza la fatica della scelta, l'illusione di raggiungere l'estasi spirituale laddove promette soltanto finti paradisi dei sensi e della materialità.
Torniamo ancora una volta alla storia di Adamo ed Eva, alla prima volta in cui, ai progenitori il "divisore" suggerisce l'opzione chimerica di rimanere nel Paradiso Terrestre rinnegando la necessità di dover "decidere" sulla base della volontà di Dio, della Sua Verità.
Dio aveva comandato di non mangiare del frutto dell'albero della conoscenza, il maligno invece suggerisce che si possa scegliere sia di seguire il Creatore sia di contravvenire a quel Suo Volere.
E' quella l'inizio della catastrofe spirituale della creatura: passare dalla libertà di scelta alla ribellione della non- scelta, dalla decisione univoca ad un calderone di "relativismo".
Ma Dio è più forte del divisore e ha mandato il Suo Figlio nel mondo proprio per salvare l'uomo da questa babele interiore.
Affidarsi alla Verità è credere nel Figlio che ha parlato.
Affidarsi alla Verità è ascoltare la Voce del Figlio.
Affidarsi alla Verità è mettere in pratica la Parola, anche quando costa il martirio della scelta, lasciando che a prevalere siano i desideri dello spirito, piuttosto che quelli della carne (cfr Gal 5,17).
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