domenica 19 luglio 2015

IL PASTORE E LE PECORE

Un viaggio attraverso l'etimologia della parola "pecora"
- Commento alla Parola di oggi -




"Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, 
e si mise a insegnare loro molte cose".


(Mc 6, 34)

L'etimologia della parola "pecora" ci aiuterà a meditare sulla Parola di oggi, in modo particolare sul tema del "pastore" e delle "pecore" che corre come un fil rouge per tutta la Liturgia di questa XVI Domenica del T.O.


LA PECORA
La parola "pecora" ci fa risalire alla radice "pac": "legare, unire" (la stessa radice di "pace, patto").
Può dirsi felice, una pecora "slegata" dal proprio pastore?
No, una pecora senza pastore è una pecora che non sa distinguere la destra dalla sinistra, è un animale che rischia di "sbandare", di non fare distinzione tra il pastore vero ed il "mercenario", il quale "non è pastore e al quale le pecore non appartengono". 
Il mercenario "vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore".  (Gv 10, 12-13) Gesù vuole impedire che le sue pecore vadano perdute.

IL GIOGO
Il significato profondo della parola "pecora" ci rimanda allora ad un altro passo evangelico, quello in cui Gesù parla facendo riferimento, ancora una volta, alle immagini agricole. Si tratta delle pericopi di Mt 11,28-30. "Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero»".
Giogo - è ancora una volta l'etimologia ad aiutarci" - ci riporta al mistero dell' "unire", del "congiungere". La parola contiene infatti la radice "jug", la stessa che ritroviamo anche in "coniuge", con riferimento, dunque, al mistero della sponsalità.
E' vero, il giogo ci fa pensare ai buoi, più che alle pecore, ma Gesù sfrutta questa immagine per il suo valore simbolico: la pecora deve rimanere unita al suo pastore, come i buoi sono legati tra loro dal giogo e così come i coniugi sono "uniti" assieme dal vincolo matrimoniale.

LE PECORE CONOSCONO IL PASTORE E IL PASTORE CONOSCE LE PECORE
La necessità dell' "unione" tra pecora e pastore è sottolineata dal verbo "conoscere" (e in secondo luogo da "ascoltare").
Nell'antifona al Vangelo Gesù dice che le sue pecore ascoltano la sua voce, e lo seguono; nel Vangelo di Giovanni, poi, leggiamo "Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore" (Gv 10,14-15).
Conoscere, nel linguaggio biblico, equivale ad amare: ecco il senso del "giogo". La pecora, unita al pastore, è come la sposa legata allo sposo. E' il mistero della Chiesa (di cui noi siamo membra) sposa di Cristo sposo, quel mistero che san Paolo, in Ef 5, 32, definisce "grande"!

IL PASTORE SPOSO E LE PECORE DOCILI
Il termine "pastore", che rimanda a "pascere", "nutrire", ci fa comprendere in cosa consista la donazione, l' "unione" sponsale che Cristo ha attuato nei nostri confronti.
Gesù ci ha dato la vita donandoci Sé Stesso. Ci ha lasciato Sé Stesso realmente presente in Corpo, Anima, Sangue e Divinità, nell'Eucaristia.
Le pecore possono mantenere l'unione sponsale attraverso la vita sacramentale che le congiunge totalmente allo Sposo, le fa una sola cosa con Lui (è l'unione "dei due" di cui parla san Paolo nella seconda Lettura di oggi!) e la coerenza al Vangelo, all'insegnamento dello Sposo (ecco il senso del versetto alleluiatico "Le mie pecore ascoltano la mia voce").

IL PATTO SPONSALE: LA FEDELTA'
Cominciavo questo commento sottolineando che la parola "pecora" ha la stessa radice di "patto, pace".
San Paolo parla infatti di pace nel brano tratto dagli Efesini che ascoltiamo quest'oggi, riferendosi all'armonia che Cristo ricrea tra "vicini e lontani"; il vincolo sponsale, poi, altro non è che un "patto" d'amore stretto tra due innamorati.
Se il legame tra pecora e Pastore è quello di un amore fedele, allora esso può durare e condurre la pecora a quell'ovile eterno, a quella "casa del Signore" dove potrà abitare "per lunghi giorni", come preghiamo oggi nel Salmo Responsoriale.
Noi oggi, alla luce della Risurrezione di Gesù, possiamo andare oltre: se la pecora segue il Pastore essa potrà dimorare per sempre nella casa di Dio.

1 commento:

  1. Sto per andare a Messa e dopo aver letto le tue riflessioni assaporerò ancora di più la parola di Dio. Buona domenica!

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