Da "Cristo Risorto, leva della storia", di don Sabino Palumbieri, sdb:
Il cielo-paradiso non può non interessarmi.
E' il mio essere eterno.
E' il mio io nella forma più perfetta dell'essere.
Devo rendermente conto in termini di concretezza, riflettendomi e proiettandomi, al di là delle meschine riduzioni di talune sottoculture di ieri e di oggi.
Per evadere dai miei compiti terrestri?
Tutt'altro.
"L'attesa di una terra nuova - attesta il Concilio Vaticano II - non deve indebolire, bensì piuttosto stimolare la sollecitudine nel lavoro relativo alla terra presente, dove cresce che quel corpo della umanità nuova, che già riesce ad offrire una certa prefigurazione, che adombra il mondo nuovo".
Il riferimento, dunque, alla patria pasquale non si deve porre per evadere, ma piuttosto per pervadere.
Di che?
Di cielo, questa terrra.
Proprio come nell'incarnazione, ove il cielo si interra, affinché la terra si incieli.
L'obiettivo supremo della incarnazione è che il cielo si riempia di terra.
Ci saranno cieli nuovi e terra.
La storia del mondo non è una vincenda di nuvole che si formano, si sminuzzano, scompiaiono, si riformano, per poi dissolversi nel nulla.
La storia è un passaggio verso Qualcuno o non ha senso, perché non ha meta.
Alla luce della pasqua, la storia è esodo verso la terra promessa.
E' ritorno a Dio per le strade della libertà.
E' salita al monte delle beatitudini, non più solo proclamate, ma realmente sperimentate.
BUONA SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI!
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