(particolare della Madonna Addolorata- Oratorio del Santissimo Sacramento al Trifone-Roma) |
Stabat Mater dolorósa
iuxta crucem lacrimósa,
dum pendébat Fílius.
Quando corpus moriétur,
fac, ut ánimae donétur
paradísi glória. Amen.
Lo Stabat Mater è normalmente la preghiera che si recita in occasione della festa di Maria Ss. Addolorata, ma poiché ci rammenta le acute sofferenze di una Madre dinanzi al Figlio morente, quale preghiera migliore per ricordare, quest'oggi, l'incomparabile dolore che le trafisse il cuore?
"La Madre addolorata stava in lacrime presso la Croce, su cui pendeva il Figlio": così Maria Santissima ci viene rappresentata da questa preghiera (attribuita a Jacopone da Todi, vissuto a cavallo fra il XIII e il XIV secolo) e bene la possiamo immaginare afflitta oltre ogni misura per le immani sofferenze del Figlio: pensiamo ad una Madre che aspetta, aspetta, aspetta, senza poter far nulla....e vede il frutto del suo grembo morire fra atroci sofferenze, disprezzato e calunniato dagli uomini....
Quanta crudeltà in questo: il Figlio di Dio è stato letteralmente "appeso" ad un croce, da cui pende, trattenuto dai chiodi conficcati nei polsi e sui piedi.
Le Sue braccia si distendono sempre di più, irrigidendosi, il respiro diventa difficile, affannoso, Gesù, nudo sulla Croce, nell'agonia della morte, sente freddo...
La Madre, ai piedi di quel legno, con il cuore partecipa intimamente a quelle sofferenze: le vive quasi in simbiosi, come accade a chiunque di noi, quando soffriamo per qualcuno a noi caro che patisca grandi pene.
In tutto questo, però, rimane una speranza, quella speranza che ieri, nell' 0melia del Venerdì Santo, Padre Raniero Cantalamessa ha definito una "perla" che è "in fondo al calice amaro della Passione: la Risurrezione"!
Nello Stabat Mater, che prosegue -dopo la prima strofa- con una richiesta del fedele ad essere ammesso a "partecipare" al dolore di Maria Santissima e ad essere fortificato dalla Croce, le ultime parole sono di grande conforto anche per ciascuno di noi:
E quando il mio corpo morirà
fa che all'anima sia data
la gloria del Paradiso. Amen
Invochiamo la Madre di tutte le Madri, affinché ci spalanchi le porte del Paradiso, invochiamo colei che è la "Porta del Cielo" (come ci ricordano le litanie lauretane) affinché ci accompagni nell'ultimo viaggio da questa terra all'Eternità.
Ma quella Madre che ha vegliato sotto la Croce, veglia e attende sempre sul nostro cammino: è "Mater dolorosa" anche per ciascuno di noi e con noi soffre, spera, gioisce!
A lei fu detto, da Gesù morente: "Donna, ecco tuo figlio".
A lei fu detto, da Gesù morente: "Donna, ecco tuo figlio".
Ed in San Giovanni, che le veniva indicato come tale, è rappresentata l'umanità intera.
Di lui si dice: "Da quel momento il discepolo la prese nella sua casa".
Allora, prendiamo anche noi, nelle nostre case, Maria Santissima, per realizzare quello che ci viene detto nell'Ave Maria:
"Prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen"
"Prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen"
Questa buona Madre è sempre con noi, anche quando non ce ne ricordiamo, ma possiamo tramutare le sue lacrime di dolore in gioia, quando seguiamo fedelmente e con fiducia la Parola del Figlio suo; quando accettiamo la personale sofferenza con spirito realmente cristiano, di rassegnazione e di speranza; quando sappiamo, come San Paolo ci ricorda, che in noi si completa ciò che manca ai patimenti di Cristo.
Non siamo soli nel nostro soffrire quotidiano, c'è sempre con noi la Vergine Maria, che pur fra le lacrime, rimane sorretta dalla fede incrollabile nella Risurrezione.
Che la Santa Pasqua sia per ciascuno di noi il momento in cui diciamo anche noi "si" al calice amaro che a nessuno è risparmiato, sapendo che anche Nostro Signore lo ha bevuto, e che in fondo ad esso, vi è la perla della Risurrezione.
Buon Sabato Santo e buona Pasqua a tutti!
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