giovedì 31 marzo 2011

TRIDUO A SAN FRANCESCO DI PAOLA- secondo giorno: il santo dei miracoli






O Dio, con la vita povera di Cristo, ci hai voluto 

arricchire dei beni celesti: 

concedici che, sull'esempio del nostro 

protettore san Francesco, 

possiamo vivere col cuore distaccato 

dai beni di quaggiù e 

rivolto sempre ai beni del tuo Regno.

AMEN





"Se aveste fede quanto un granellino di senapa potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe." (Lc 17, 5)

E' Gesù che ci ricorda da dove proviene la capacità di operare miracoli ed il santo cui rivolgiamo questo triduo di preghiera fu definito il santo dei miracoli! 

San francesco fu taumaturgo, cioè reso capace da Dio di operare miracoli mentre era ancora in vita a sollievo delle pene spirituali e temporali di quanti a lui si rivolgevano.
 Sono molti i fatti prodigiosi ricordati dalla tradizione e molti altri ancora  quelli accertati nei processi di canonizzazione, che sono dunque pervenuti fino a noi con la certezza assoluta di affermazioni sotto giuramento, di cui la Chiesa si è servita per accertare la santità dell'umile frate.
Leggendo la vita del Santo paolano, si è subito colpiti da dal numero straordinariamente elevato di prodigi che non solo il santo operò, ma che caratterizzarono la sua esistenza, fin dalla nascita.
Ci si potrebbe chiedere, perché tanti fatti inspiegabili, e cosa possono insegnare, oggi a noi, questi eventi miracolosi?

Scrive Padre Roberti, nella biografia del santo: "in generale il signore opera i miracoli, sia per ricordare all'uomo che egli esiste al di sopra della natura, e che è continua nel mondo l'azione del suo governo,sia per accreditare presso i popoli coloro ai quali egli affida una missione speciale"  

Specifica poi il Bossuet:"sono due le ragioni principali, per le quali Iddio stende il suo braccio ad opere prodigiose: la prima è per mostrare la sua grandezza e per convincere gli uomini della sua potenza, la seconda per manifestarci la  bontà e l'amore che porta ai suoi servi. 
Ora in querte due specie di miracoli io noto questa differenza,  che allorquando Iddio vuol mostrare col miracolo la sua onnipotenza, egli si serve delle occasioni più volgari, il che deriva anche dalla differenza che corre tra questi due divini attributi.
L'onnipotenza affronta i più grandi ostacoli e li sormonta, la bontà invece discende a sovvenire i più piccoli bisogni".

Innegabile è che, al giorno d'oggi più che mai, ci sia bisogno sia dell'uno, che dell'altro tipo di miracoli!
Immersi in un ambiente fortemente secolarizzato, in cui l'uomo crede di essere il dominatore incontrastato della scienza, della natura, della salute, l'onnipotenza divina in casi ritenuti umanamente non "risolvibili", serve a sottolineare l'unica ed esclusiva signoria di Dio sul mondo creato.
Quanto l'essere umano la dimentichi, è sotto gli occhi di tutti proprio in questo periodo, in cui si assiste alla tragedia nucleare del Giappone ed a tanto dibattito sulla necessità dell'energia nucleare anche per l'Italia, nonostante i rischi palesi che essa comporti.
Ma è anche vero che a volte, l'uomo avverta fortemente la necessità di un aiuto in casi meno importanti e seri, in situazioni spicciole della vita quotidiana, che, come ha scritto appunto il Bossuet, ci dimostrino un amore "materno" di Dio, quello che Lo spinge a preoccuparsi anche delle nostre piccole necessità, come fa una mamma, che oltre ad interessarsi alle nostre necessità primarie di figli (il cibo, i vestiti etc etc), non di rado ci "coccola" con piccole delicatezze che danno al suo affeetto un tocco in più e ci fanno sentire ancora più amati.

San Francesco operò dunque miracoli in entrambi le direzioni e ne ricordiamo oggi due, che possano inserirsi nelle due categorie descritte nella sua biografia.

Il primo, molto conosciuto da chi si reca al Santuario di Paola, è il miracolo della "cucchiarella", uno dei tanti miracoli che San Francescò operò per venire incontro alle materilai esigenze di quanti lavoravano presso le fabbriche dei suoi conventi.
Ecco come l'episodio viene narrato nella biografia di Padre Roberti:
"Il sito, dove si costruiva il convento, difettava d'acqua potabile, e gli operai, per dissetarsi, erano costretti a discendere nel rivo, che scorreva lì sotto.
Francesco, nel pomeriggio di un'agosa giornata estiva, dopo aver trascorso alcune ore nella preghiera, si recava appoggiato al suo bastone, sul luogo del lavoro.
Cammin facendo incontrò alcuni lavoranti, i quali con parole alquanto vivaci esprimevano il loro malcontento per la lontananza dell'acqua; e taluno di essi, con tono ironico, trovava da ridire sulla sulla condotta del Santo, il quale, pur operando tanti prodigi, non si dava pensiero di rimediare a quel bisogno.
Francesco, che aveva capito tutto, con l'accento consueto della sua dolce bontà: non vi affliggete, o fratelli, rispose, il Signore è tanto buono, che si degnerà di venire in nostro aiuto.
Ciò detto batte col suo bastone sopra un masso tufaceo, e immediatamente, da quel punto, si vede sgorgare una vena d'acqua". 

La fonte della "cucchiarella", o fontana che dir si voglia, esiste ancora oggi nel Santuario di Paola ed è meta dei pellegrini che vi si recano per bere un po' dell'acqua o per raccoglierne e portarne nelle proprie case, si tratta di un'acqua prodigiosa, che più volte è servita come strumento di guarigione da molte malattie.
Questo, uno dei tanti miracoli "spiccioli" del Santo Paolano, si aggiunge al novero di altri simili, in cui a volte viene "moltiplicato" il pane per sfamare gli operai, altre volte viene trovato miracolosamente del cibo dove non doveva esservene, altre volte il Santo ottiene la guarigione da malattie non gravi, ma comunque fastidiose.
Ma oltre a dimostrare la "bontà" de Signore questi miracoli possono anche dirci un'altra cosa: sono spesso e volentieri prodigi che avvengono in favore di persone che stanno lavorando per costruire i conventi di San Francesco, dunque, dimostrano anche tangibilmente, come il Signore ricompensi ogni nostro sforzo per la diffusione del Vangelo, attraverso le sue opere, sia che vi partecipiamo direttamente, attraverso il nostro aspostolato, sia che prestiamo, a vario titolo, la nostra collaborazione!

Il secondo miracolo, molto famoso anch'esso, rientra invece in quelli della prima categoria sopra descritta, volta a dimostrare l'"onnipotenza di Dio".
Si tratta del "miracolo del mantello" su cui San Francesco attraversò lo stretto di Messina.
Sebbene alcuni particolari divergano nella tradizione e nei processi (quindi nelle relative testimonianze) il miracolo è accertato nei processi e dunque, degno di fede.
San Francesco di Paola, usciva per la prima volta dalla terra calabra nel 1464, per recarsi a Milazzo, in Sicilia, dove gli era stato chiesto di fondare un nuovo convento.
Giunto a piedi fino a Catona, nei pressi di Villa San Giovanni, il frate sperava di trovare qualche barcaiolo che gli facesse la carità di trasportare lui e i due frati che lo accompagnavano, dall'altra parte dello Stretto, per puro amore di Gesù Cristo.
Rammentiamo che San francesco fondò un ordine mendicante e viveva di sola carità, non aveva dunque denaro per pagare un traghetattore.
Avvicinatosi ad un pescatore, e avanzata la richiesta di soccorso, il santo si sentì rispondere seccamente: "Volentieri, purché mi paghiate".
A fronte della resistenza del pescatore, "l'Uomo di Dio, visti gallire i mezzi umani, ricorse con maggior fiducia all'aiuto divino.
Senza più insistere avvertì i compagni i attenderlo un momento, mentr'egli avanzanodsi lungo la spiaggia quanto un tiro di pietra, si mise in ginocchio a pregare per pochi istanti Colui, che altra volta, atttraverso le acque del Mar Rosso, aveva aperto al suo popolo sicuro passaggio.
Il Signore ascolta la sua preghiera e gli ispira il da farsi.
Francesco si alza, benedice il mare, e in quell'istante, quanti erano presenti lo vedono distendere il suo mantello sulle onde, montarvi sopra risolutamente, e tenendone stretto un lembo alla estremità superiore del suo bastone, come a servirsene di vela, procedere rapido e sicuro verso le coste siciliane".

Pur nella "diversità dei due miracoli, è facile notare subito una cosa: ogni prodigio si compie dopo la preghiera, che è atto di lode di richiesta di aiuto all'Altissimo, l'unico in grado di soccorrere le umane necessità, grandio piccole che siano!
San Francesco ci lascia dunque un duplice ammonimento:

  • pregare sempre, perché solo la preghiera smuove le montagne, unita alla nostra FEDE, secondo l'insegnamento del Divino Maestro!
  • preghiera vuol dire anche avere fiducia che veramente Colui al quale ci rivolgiamo può tutto, tanto nei nostri bisogni quotidiani, quanto nelle occasioni particolarmente gravi della nostra vita!
Che San Francesco ci impetri dal Signore questo stesso spirito di preghiera fervente e fiduciosa!

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