(illustrazione della "zizzania")
Ma attenzione, perché per sua signoria carta stampata, i cannibali dovremmo essere noi, che -come marionette prive di cervello pensante- ci dovremmo muovere esclusivamente nelle direzioni indicateci, divorando in un solo boccone il piatto che ci viene offerto.
Eppure ritengo che qualcosa stia andando storto nella maratona giornalistica del giochetto “caccia al Papa”: facciamoci due conti in tasca...e facciamoli anche alle testate, alle emittenti, a tutto il mondo dei mass media che continua a trapanare le nostre orecchie con questi urli di “abbasso Benedetto”, che ci rimbombano in testa a giorni alterni.
Loro credono d'essere intelligenti, snob e puritani. E ci stanno invece facendo una magrissima figura, a ben guardare le cose con un po' di lungimiranza.
Come si dice : il gatto si morde la coda ed i giornali se la stanno veramente azzannando!
Forse non se ne sono ancora accorti, accecati come sono dal desiderio di “affondare” Sua Santità Benedetto XVI e la Chiesa Cattolica, ma facendo attenzione ai “particolari” di queste vicende sgradevolissime, si può trarre già fin da adesso un bilancio positivo, applicando le parole dell'apostolo Paolo (“tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”).
Da un lato, i giornali stanno facendo la pessima figura di chi sbatte in prima pagina una notizia, -con l'indubbio (per loro) vantaggio di seminare una buona dose di zizzania e con l'altrettanto sperato (sempre per loro) intento di infartuare qualcuno-, per poi dover, seppure a malincuore, tornare sui propri passi, rimangiare in parte quanto scritto, ammettere a denti stretti che non era tutto vero.
Sul caso Murphy, il New York Times, ha adottato proprio questa “strategia”, sebbene già da qualche giorno, sul blog di Paolo Rodari, si fossero scoperti i “tasselli” mancanti di questa storia di pseudogiornalismo.
Questo, a ben vedere, mina probabilmente il senso di "fiducia" che molti riponevano (o hanno riposto fino ad oggi) negli operatori del settore...o meglio, in alcuni di essi.
Non solo: le grandi testate stanno dimostrando la loro “alta e qualificata” competenza settoriale, buttando sulle proprie pagine (come si butterebbero alla rinfusa in una lavatrice i panni da sciacquare!) lettere, dialoghi e quanto riescano ad ottenere (o reperire), senza un minimo di “inchiesta” giornalistica alle spalle.
I famosi “5 perché” del giornalismo (ossia, la regola basilare da rispettare per scrivere un buon pezzo “informativo”) sono andate a farsi benedire: si pubblica qualunque cosa, purché in grado di “danneggiare” (anche solo a livello di “sentito dire” popolare) Joseph Ratzinger.
Salvo poi scatenare il lavoro di altri (veri) giornalisti, o di “volontari” del Papa (come l'insostituibile Raffaella del blog degli amici di Papa Ratzinger!), che alacremente si impegnano per smascherare quanto pretestuosamente titolato dai grandi giornali.
Proprio oggi, abbiamo potuto apprezzare l'ancora una volta encomiabile Andrea Tornielli e la nostra carissima Raffaella, che hanno delucidato meglio il “retroscena” della lettera del Card. Ratzinger sul caso Kiesle, data in pasto ai lettori americani e poi a quelli di tutto il mondo.
Ora, a ben vedere, tutto questo, non sta “avvicinando” maggiormente i fedeli tra di loro e ancora di più intorno al Pastore, che è il Santo Padre?
Ecco, la zizzania seminata da altri, sebbene ancora non sia stata falciata e separata del tutto dal grano, sta costringendo proprio questo grano a fare “massa”, a rendersi “visibile”.
Nel campo del mondo secolarizzato, in cui ognuno ha la propria religione, ideologia o “visione” della vita, in cui i "ricchi e potenti" sembrano controllare tutto (finanche l'informazione!) questo grano non è del tutto disperso e nascosto o soffocato dalla zizzania.
No, è invece un grano che si sta stringendo accanto al suo simile, per farsi notare in un campo in cui -apparentemente- l'erba cattiva cresce a dismisura.
E' un grano che non si lascia intossicare dall'erbaccia che vorrebbe “ibridarlo” e farlo morire.
Forse questo non era previsto dai seminatori di vento malefico, forse non era la conseguenza da loro “ipotizzata”.
Ci sono forze insospettabilmente resistenti in questo grano, non sempre maturo, ma anche composto di spighe giovani, che guardano avanti senza retrospettive malinconiche, ma con il giusto equilibrio nell'ondeggiare sotto i colpi del vento, ancorate saldamente al terreno che non è -grazie a Dio- totalmente impregnato dal veleno diffuso dalla zizzania, ma concimato con grande pazienza dal buon “fertilizzante” di un saggio ed umile lavoratore, che con infinita e tenace amorevolezza, resistendo anche lui (soprattutto lui!) alle sferzate del vento, semina il suo campo, un campo che è stato affidato espressamente alle sue cure.
Alla fine, seminatore e grano daranno frutto, mentre la zizzania sarà estirpata.
E chi semina oggi vento, raccoglierà tempesta, come profetizzato da Osea:
E poiché hanno seminato vento
raccoglieranno tempesta.Il loro grano sarà senza spiga,
se germoglia non darà farina,
e se ne produce, la divoreranno gli stranieri.
Veramente bella questa riflessione! :)
RispondiEliminaGrazie.
Grazie a te e buona Domenica della Divina Misericordia!
RispondiEliminaL'omelia che ho ascoltato stamattina è molto simile a quanto tu hai scritto: i media,di qualsiasi tipo: cartaceo, televisivo, ecc. sono come i falsi profeti, non ascoltiamoli!!Filosofi, pseudo-teologi, psicologi,giornalisti: tutti hanno una loro verità da esprimere per convincere chi li ascolta! Dio solo è Verità, e il suo Successore in terra ha ricevuto il dono dell'infallibilità, attraverso il suo mandato. Non resta altro da dire, se non pregare affinché venga fatta chiarezza e tacitate le malelingue!
RispondiEliminaConcordo con Gabriella, la tua riflessione è straordinaria!!! Quanto Amore vi si legge!
Sono contenta che nell'omelia che hai ascoltato, si sia dato risalto a questo modo malsano di fare comunicazione! Preghiamo, si, perché non tutti sono capaci di andare oltre la superficie delle cose e guardare alla Verità assoluta!
RispondiEliminaUn abbraccio:)