sabato 3 aprile 2010

ERA PREVISTO ANCHE QUESTO? Le ultime rivelazioni sul Pontificato di Giovanni Paolo II aiuteranno o danneggeranno Papa Benedetto e la Chiesa?

Gli attacchi mediatici alla Chiesa cattolica, hanno cominciato ad andare a ritroso, investendo pontificati e Papi diversi. Tutti sapevano, nessuno ha detto, nessuno ha fatto.
Si potrebbe riassumere così la solfa di questi giorni. 
Ma -conclusione della solfa- l'unico a dover battersi il petto in ginocchio e fare un sonoro e plateale mea culpa, dovrebbe essere l'attuale Santo Padre. 
L'ultima, in tal senso, la si legge sul blog " periodistadigital".
Già...decenni (mezzo secolo e oltre!) di presunti silenzi, macchinazioni, coperture,  “spazzatura” di “pseudo preti”, dovrebbero poi ricadere su un Papa che tanto si sta battendo (più di chiunque altro!) per sconfiggere la piaga della “sporcizia nella Chiesa”. 
Su chi ha incontrato vittime,  detto senza mezzi termini “mi vergogno”, voluto fare “piazza pulita” , insomma, su chi ha preso in mano la ramazza, per togliere questa sporcizia che veniva quasi “profeticamente” rivelata al mondo, 5 anni fa, in occasione della Via Crucis -l'ultima di Papa Giovanni Paolo II- con le meditazioni dell'allora Card. Ratzinger.
A ripensarci bene, quelle parole hanno oggi un peso maggiore di quanto ne ebbero all'epoca.
Lo hanno perché, alla luce di quanto sta emergendo in questi giorni (ecco i link al blog di Raffaella: link 1; link 2 , link 3) da Cardinale, Joseph Ratzinger non poteva (per ovvie ragioni!) avere sempre l'ultima parola su tutto. E nonostante questo veniva (con quale frequenza non lo si sa!) investito di documentazioni sulla peggiore delle spazzature che l'uomo sia in grado di “produrre”. 
E su questa spazzatura doveva svolgere parte del suo lavoro....dovendo fare i conti, a volte, con l'impossibilità di poter operare quella pulizia da lui tanto desiderata e per la quale tanto ha e continua a, lavorare alacremente.
Sarebbe veramente un peso enorme per qualsiasi persona “normale”...figuriamoci per una della levatura morale e del senso di giustizia di Ratzinger!
Ebbene, una volta scoppiata a livello mondiale la bomba ad orologeria preparata da tempo, si viene ora delineando un quadro che appare, per molti versi, positivo e negativo.
Il positivo, volendo proprio andare a cercare il pelo nell'uovo, sta nel fatto che le ultime “rivelazioni” di questi giorni, dimostrano a chiare lettere come non sempre il “parere” del Cardinal Ratzinger sia stato quello dominante, in un ambiente, quale la Curia Vaticana, in cui ci sono figure che possono -in varie maniere- imporre un “veto” ad un "non-Pontefice".
E se questo, usando un termine improprio, “scagiona” Papa Benedetto, d'altro canto, viene anche a gettare una luce che per molti sarà “nuova” ed insolita, su Papa Giovanni Paolo II.  E qui siamo al negativo!
Leggere che durante il pontificato di Papa Wojtyla, fu impossibile procedere contro alcune discusse figure di sacerdoti, innescherà infatti anche delle inevitabili “ritorsioni” che -in questo momento- c'è anche da ammetterlo, non fanno bene alla Chiesa, alla ricerca  (faticosamente alla ricerca!) di equilibrio e di unità.
Ci si può aspettare che le ultime notizie si ritorceranno in primo luogo contro la tempistica della causa di beatificazione del Papa polacco, peraltro già “incidentata” per chissà quale motivo (non mi fido molto delle voci che corrono, sulla sola questione del "miracolo")  ed a seguito delle troppo frettolose ed ottimistiche dichiarazioni del postulatore generale.
Ma questa, si badi bene, rischia di essere una ritorsione che non inciderà solamente sull'iter “burocratico”, ma anche su quella “concezione” popolare di un Papa che, a mio avviso, in buona fede (e per l'impronta molto "itinerante" impressa al suo pontificato) avrà accordato molta fiducia a personaggi curiali, a volte poco informati, a volte (speriamo non sia questo il caso!), interessati a cedere a fronte di pressioni di varia natura, manipolando anche la verità.... per quale bene maggiore, non ci è ancora dato di saperlo.
In tutta onestà, credo che vicende relativamente recenti, come il caso “Williamson”, aiutino ad aprire gli occhi, in tal senso. 
Impossibile pensare che nessuno, in Vaticano, tanto più fra i preposti allo “studio” della questione lefebvriani, fosse a conoscenza delle affermazioni di Monsignore. 
Eppure, sul tavolo del Santo Padre, non è trapelato niente e la bomba è scoppiata solo dopo. 
Con quali esiti, lo sappiamo tutti. E con quale “attacco” mediatico (ed ecclesiastico!) al Santo Padre...anche. E pure in quell'occasione, il Papa si è quasi dovuto “scusare” di aver operato una scelta a favore dell'unità, per il bene dei cattolici, sperando di incontrare la FIDUCIA della SUA CHIESA! 
Fiducia, che, evidentemente, anche all'epoca non era piena e non era di TUTTA la comunità.
Ecco, riportando la dinamica dell' “interesse prevalente” che spinge qualcuno ad agire contrariamente a come dovrebbe, per poi cagionare discredito alla Chiesa ed al Papa, non credo di pensare male, nel ritenere che, con buona probabilità, all'epoca del pontificato di Giovanni Paolo II, qualcosa, nell'ambito dei casi di pedofilia, andò più o meno così.
Si delineerebbe allora quel “movimento” di parti che i giornali sbandierano in questi giorni, con il Cardinal Ratzinger, in un certo senso, lasciato solo anche all'epoca, attorniato da altri personaggi tendenti a tutelare questi citati “interessi prevalenti” (buon nome della Chiesa? Fattori economici? Interessi progressisti o lobbystici, come affermato da qualche giornalista?). 
Personaggi che ebbero, in alcuni casi, la meglio sulla decisione ultima di Papa Karol.

Ma il "negativo", non riguarda, a ben vedere, solo il pontificato di Papa Giovanni Paolo II, ma ha una sua capacità "espansiva" che, come i tentacoli di una piovra, rischia di afferrare dimensioni (spirituali e non solo) ben più grandi di quelle attualmente investite dall'inchiostro del "mostro marino", allargandosi così a macchia d'olio.
La faccenda è duplice: da un lato, le “rivelazioni”  che portano ora a “scagionare” Papa Benedetto XVI hanno l'indubbio merito di far luce ancora di più sul pedestre (ma diabolico!) tentativo di reperire un solo capro espiatorio per le “mancanze” altrui –da quella dei preti pedofili stessi, a quelle dei presunti bugiardi che avrebbero spacciato per vere notizie false sui processi  in corso!-.
Ma dall'altro, hanno anche l'innegabile potenzialità di seminare ancora di più la zizzania nel campo della Chiesa. 
C'è da aspettarsi che, soprattutto fra la gente che normalmente non segue in maniera approfondita la cronaca (ma si limita a leggere distrattamente i titoloni dei giornali, o a soffermarsi su pochi articoli) l'idea del “Papa Wojtyla” che è stata per anni cementata dal bene indubbiamente da lui apportato alla Chiesa cattolica, verrà stravolta da queste nuove mine vaganti. 
E questo, a mio avviso, non porterà alcun bene alla Chiesa, anzi, forse potrebbe danneggiarla ancora di più.  Per un doppio ordine di motivi: da una parte, prettamente “spirituale”, potrebbe sovvertire il concetto di santità, associando in maniera erronea questo concetto a quello di “perfezione nell'agire”. Laddove conta specialmente, invece, la perfezione d'intenti. Laddove occorra anche vagliare, con particolare attenzione, ciò che fu detto, riferito, sottoposto ad un Papa, in merito poi ad alcune decisioni rilevanti da assumere (ribadisco, ancora una volta, l'esempio del caso Williamson). 
La seconda motivazione è questa: vista la profonda amicizia fra Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI, il venire a galla di questi particolari sul pontificato del primo, porterà ad un semplice “ridimensionamento” dell'attacco mediatico al secondo e della straripetuta (e noiosa!) campagna di paragoni fra i loro due pontificati? 
O avrà l'unico merito di far dire a qualcuno (e non mi meraviglierebbe affatto la cosa), che tutta l'erba faccia un solo fascio? Che allora non c'è da fidarsi di nessuno? Che, in linea di fondo, nessuno si salva, che il Papa non sia così tanto ispirato dallo Spirito Santo? 
Non solo, ma si potrebbe riproporre l'annosa questione sul concetto di "infallibilità papale", nonché sulla paventata (da alcuni) "collegialità" al vertice del Vaticano.
In ogni caso, sia che queste ultime rivelazioni siano state progettate dagli originali costruttori della bomba contro Papa Benedetto XVI, o che siano invece saltate fuori “per una loro vita autonoma” -come conseguenza della campagna diffamatoria contro il Vicario di Cristo- esse si potrebbero prestare in ogni caso, ad una manipolazione (giornalistica e “popolare”), che potrebbe rivelarsi sordida, meschina e contro l'unità della Chiesa, tanto quanto la prima, ordita contro il solo Benedetto XVI. 
In sostanza, tutto potrebbe essere ulteriore accumulo di polvere pirica contro il “fidato” amico di Papa Giovanni Paolo II, che forse a qualcuno, dopo queste ultime notizie, potrebbe non apparire tanto più fidato.  
Allora il rischio è, o di separare ancora di più i due Pontefici, nell'infinito parallelo giornalistico, o di minare ancora di più l'unità della Chiesa, che opera attraverso uomini, guidati dallo Spirito, ma anche “umani”, facendo propendere l'ala della Chiesa (intesa come "comunità" anche di fedeli laici), per una visione molto materiale del Papato e per nulla spirituale. Minando, in linea generale, la già traballante (di molti) fiducia nella figura del Pontefice e nella gerarchia ecclesiastica (come linea "strutturale".... ovvio che poi, al suo interno, non è sempre detto che tutto funzioni a meraviglia, saremmo già in Paradiso!), nel senso di obbedienza al magistero...
Insomma, a ben vedere, c'è da chiedersi: era previsto anche questo?
Qualunque sia la risposta, si può dire con certezza che, nel minestrone del diavolo che semina zizzania, tutto fa buon brodo. 
Anche gli ingredienti vecchi e scaduti.

Nessun commento:

Posta un commento