venerdì 14 agosto 2015

ASSUNTA PERCHE' IMMACOLATA

Il mistero di Maria Assunta in Cielo
Commento alla Parola 




"Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. 
Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto".
(Ap 12, 1-2)



Il mistero dell'assunzione di Maria al Cielo, in Corpo e Anima, ci rimanda ad un altro mistero della "vita" della Vergine: quello della sua Immacolata Concezione.

ASSUNTA PERCHE' IMMACOLATA
L'idea del binomio non è casuale, ma prende spunto dalla coincidenza veramente "fortunata" che la Chiesa stessa ci offre: festeggiare, alla vigilia dell'Assunta, un santo mariano, san Massiliano Maria Kolbe, il "folle" dell'Immacolata.
Questo susseguirsi di ricorrenze liturgiche ci porta a riflettere sul legame tra l'immacolatezza di Maria e la sua assunzione al Cielo.
Allo stesso modo, il brano dell'Apocalisse, altro non fa che descriverci Maria attraverso i riferimenti che poi diverranno tipici dell'iconografia dell'Immacolata: la luna, le dodici stelle...
La tradizione pittorica ha fatto il resto, e così, nel raffigurare il mistero dell'assunzione, aggiunge anche il serpente sotto i piedi della Vergine, rimando chiaramente allusivo all'idea di Maria Immacolata quale "nuova Eva", che sconfigge il peccato raffigurato dall'animale strisciante, simbolo del demonio tentatore della Genesi.
Maria, dunque, nasce e vive sulla terra quale creatura senza macchia e come tale viene assunta nella gloria di Dio. Anzi, proprio perché immacolata, Ella può presentarsi al cospetto di Dio nella sua interezza di persona umana e spirituale, senza il passaggio cruento della morte (bellissima è l'immagine della "dormizione" della Vergine), e senza la necessità di purificazioni in Purgatorio; ma, soprattutto, godendo del privilegio "immediato" di comparire nella sua umanità glorificata dinanzi a Dio, senza attendere il momento della risurrezione finale a seguito del Giudizio Universale.

SANTI E IMMACOLATI NELLA CARITA' (Ef 1,4)
Maria porta a compimento pieno la prerogativa della sua stessa venuta al mondo: essere Immacolata. La sua vita rispecchia la parola di san Paolo: l'uomo è chiamato, (addirittura - ci dice l'apostolo - scelti fin prima della creazione del mondo) ad essere santo e immacolato nella carità, in quel mistero straordinario (e gratuito) dell'essere "predestinati" ad essere figli di Dio.
Se Cristo Risorto è la primizia di coloro che sono morti (1 Cor 15,20), anche in Maria contempliamo una primizia, la primizia della Chiesa, come ascoltiamo nel Prefazio della Santa Messa: 

"Oggi la Vergine Maria, madre di Cristo, 
tuo Figlio e nostro Signore, 
è stata assunta nella gloria del cielo. 
In lei, primizia e immagine della Chiesa, 
hai rivelato il compimento del mistero di salvezza 
e hai fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, 
un segno di consolazione e di sicura speranza. 
Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro 
colei che ha generato il Signore della vita".

Commentava così, papa Benedetto XVI, le parole dell'Epistola di San Paolo, che quest'oggi la Liturgia ci propone:



«San Paolo, ci aiuta a gettare un po’ di luce su questo mistero partendo dal fatto centrale della storia umana e della nostra fede: il fatto, cioè, della risurrezione di Cristo, che è "la primizia di coloro che sono morti". Immersi nel Suo Mistero pasquale, noi siamo resi partecipi della sua vittoria sul peccato e sulla morte. Qui sta il segreto sorprendente e la realtà chiave dell’intera vicenda umana. San Paolo ci dice che tutti siamo «incorporati» in Adamo, il primo e vecchio uomo, tutti abbiamo la stessa eredità umana alla quale appartiene: la sofferenza, la morte, il peccato. Ma a questa realtà che noi tutti possiamo vedere e vivere ogni giorno aggiunge una cosa nuova: noi siamo non solo in questa eredità dell’unico essere umano, incominciato con Adamo, ma siamo "incorporati" anche nel nuovo uomo, in Cristo risorto, e così la vita della Risurrezione è già presente in noi. Quindi, questa prima "incorporazione" biologica è incorporazione nella morte, incorporazione che genera la morte. La seconda, nuova, che ci è donata nel Battesimo, è "incorporazione" che da la vita. Cito ancora la seconda Lettura di oggi; dice San Paolo: "Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo." (1Cor 15, 21-24). 
Ora, ciò che san Paolo afferma di tutti gli uomini, la Chiesa, nel suo Magistero infallibile, lo dice di Maria, in un modo e senso precisi: la Madre di Dio viene inserita a tal punto nel Mistero di Cristo da essere partecipe della Risurrezione del suo Figlio con tutta se stessa già al termine della vita terrena; vive quello che noi attendiamo alla fine dei tempi quando sarà annientato "l’ultimo nemico", la morte (cfr 1Cor 15, 26); vive già quello che proclamiamo nel Credo "Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà"».
(Benedetto XVI, Omelia, 15 agosto 2010)


LA PUREZZA VINCE LA MORTE
"Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio"(Mt 5,8): è la beatitudine di Maria Assunta in Cielo. Nella purezza possiamo ricomprendere tutte le altre sue virtù. Ogni prerogativa, ogni qualità di Maria, ogni suo pregio, ogni suo talento è totalmente "puro", elevato all'ennesima potenza, sviluppato in sommo grado, coltivato senza ombra, senza doppio fine, senza egoismo alcuno. 
L'immacolatezza di Maria è dunque questo essere completamente "trasparente" agli occhi di Dio in ogni sfaccettatura. Tutto ciò che Maria ha ricevuto lo ha utilizzato e perfezionato solo per la maggior gloria del suo Creatore e per collaborare con Cristo all'opera della salvezza.
La purezza di Maria non è solamente, però, spirituale. Il cuore rimanda, nel linguaggio biblico, al nucleo della persona, e la persona è fatta di corpo e di anima, di materia e di spirito. Non a caso, nel Vangelo, leggiamo:
"La lampada del corpo è l'occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!". (Mt 6,22-23)
La purezza interiore si trasmette all'esteriorità della persona. Se Maria è Immacolata, la Tutta Pura, questa sua purezza è "luce" tanto nel suo cuore, quanto nel suo corpo.
L'Apocalisse pennella Maria esattamente in questa dimensione di "bellezza" vittoriosa sulla morte tanto nello spirito quanto nel corpo: è l'immagine della "donna vestita di sole"!

RIVESTITI DELLA LUCE DI CRISTO
Nel Cantico del Benedetto facciamo memoria di Cristo quale "sole che sorge" (cfr Lc 1,78) e l'immagine della luce ricompare anche nelle parole stesse di Gesù, che si autodefinisce "la luce del mondo" e afferma: "chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Gv 8,12).
Maria Assunta in Cielo ci rammenta, quale nostro modello di pellegrini nella fede verso la Patria celeste, che solo lasciandoci inabitare dalla luce di Dio possiamo sconfiggere la morte e avviarci verso quel destino di vita eterna in cui lei ci precede.
Nel suo mistero dell'assunzione, Maria ci rimanda alle parole del profeta Isaia: "Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te". (Is 60,1)
Rivestiti della luce di Cristo possiamo sconfiggere "il pungiglione della morte", ossia "il peccato" (Cor 15,56), ciò che ci separa da Dio, ciò che impedisce di presentarci al suo cospetto e di contemplarlo "così come egli è" (1 Gv 3,2).
L'assunzione di Maria non è, allora, un mistero che non ci riguardi da vicino, o qualcosa da contemplare solo a bocca aperta, ma... a braccia conserte.
No, l'assunzione è invito al movimento, ad agire per costruire il nostro futuro di "risorti" con Cristo assieme a lei, passo dopo passo, in questo pellegrinaggio verso quel Cielo che Lei, primizia della Chiesa, ha già raggiunto nella sua umanità, nella sua spiritualità, nel suo essere donna, madre, figlia, vergine e sposa. In sintesi, nel suo essere tutto ciò per cui Dio l'aveva "pensata".
Maria Assunta in Cielo si presenta a noi quale modello da imitare, affinché possiamo purificare noi stessi, per partecipare con lei alla gloria del Signore, risorgendo, alla fine dei tempi, nella nostra umanità. In lei vediamo, già oggi, come in uno specchio,  "ciò che saremo" e che "non è stato ancora rivelato". Il mistero della nostra corporeità che verrà "assunta" da Dio nella sua vita eterna, ci renderà ciò che già Maria è: essere "simili a lui, perché lo vedremo così come egli è"   (1 Gv 3,2) e avremo la luce della vita, cioè Dio stesso.

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