"Tutta la terra è piena della sua gloria": così ieri rammentava Isaia (Is 6,3).
E' un versetto che in forma diversa riappare nelle Letture di quest'oggi, XV Domenica del Tempo Ordinario, in modo particolare nel Salmo 65 (vv 10-14), che è un inno alla "presenza" Divina in mezzo a noi:
"Tu visiti la terra e la disseti
la ricolmi di ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu prepari il frumento per gli uomini.
Così prepari la terra:
ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli.
Coroni l'anno con i tuoi benefici,
i tuoi solchi stillano abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza.
I prati si coprono di greggi,
le valli si ammantano di messi;
gridano e cantano di gioia!"
E' stupenda l'espressione del "fiume di Dio gonfio di acque": fa pensare ad un Amore sconfinato, incontenibile, che ha bisogno di riversarsi sull'amato, di inodarlo di affetto, di tenerezza, di premura.
L'Amore di Dio visita la terra e la disseta: in questo mese dedicato tradizionalmente al Preziosissimo Sangue, come non pensare alla "bevanda di salvezza" che Dio Padre ci ha donato nel Sangue del Suo Divin Figlio?
"Prepari il frumento per gli uomini": e ci lasci un Pane di Vita! Gesù Eucaristia, presente fra di noi "tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20).
Lo stupore del salmista per i benefici con cui l'Amore di Dio riveste la natura, la creazione intera, rimanda anche al Salmo 8, 4-5:
"Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l'uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell'uomo perché te ne curi?"
Lo spettacolo della creazione può dare all'uomo, l'idea pallida della grandezza e della meravigliosità del Dio Creatore.
Eppure, come San Paolo oggi ci ha ricordato (Rn 8,18-23), la creazione soffre, aspettando anch'essa di essere "rinnovata" nella Gerusalemme Celeste.
Dinanzi allo splendore di tanta bellezza, non può sfuggire il sottile legame tra la metafora del campo e quella dell'anima umana.
Il vero campo che il Signore prepara, irriga, spiana - come ha espresso il Salmo 65 - altro non è che l'essere umano, la creatura più alta di tutta la creazione.
Nel Vangelo (Mt 13,1-23), Gesù lo dice senza mezzi termini, allorché paragona i diversi "campi interiori" a terreni diversi: ad una strada, ad uno spazio sassosi, ad un altro pieno di rovi, e - infine - ad un terreno "buono".
Il Maestro non elenca le caratteristiche di quest'ultimo campo, ma rileggendo la Prima Lettura (Is 55,10-11) combinata al Salmo, è facile comprendere come Egli ci chieda di essere per lasciarci lavorare da Lui, "Seminatore di Parola":
solo se rimaniamo un terreno "vergine", privo di erbacce, di rovi, di sassi, possiamo lasciarci irrigare, fecondare" e "produrre germoglio".
Sono gli elementi che elenca Isaia, ma sono anche quelli che emergono dalle parole del salmista!
Nel Salmo 65 è bellissima l'immagine di Dio che "benedice" i germogli della buona terra.
Dio vuole "dire bene" di tutto ciò che in ciascuno dei Suoi figli produce frutto.
Le parole che il Padre pronuncia con riferimento a Cristo, in occasione del Battesimo sulle rive del Giordano e quelle che il Vangelo riporta sul Tabor, al momento della Trasfigurazione, sono un po' la "sintesi" esemplare di questo atteggiamento paterno e innamorato di Dio: noi possiamo essere figli "amati" in cui Dio pone il Suo compiacimento, la Sua gioia....se ci lasciamo trasformare da Lui, se da quell'argilla informe che sotto le Sue mani creatrici prende forma già nella Genesi, ci facciamo plasmare nell'Uomo Nuovo che è rinato in Cristo Gesù.
Questo Dio mi ama così tanto da volermi portare....a risorgere, per essere eternamente con Lui, Uno e Trino!
Isaia parla di una Parola che non ritorna indietro senza aver prodotto frutto: La Parola Incarnata, che è Cristo stesso, è tornata al Padre dopo la pienezza della Sua Missione Salvifica, di quel "tutto è compiuto" pronunciato sulla Croce.
Questa Parola chiede ora di agire in noi: Gesù continua ad essere quella "bocca del Signore" che "ha parlato" e la cui Parola rimane, "non passa".
"La Parola di Dio è viva, efficace" (Eb 4,12), ha un fascino incontenibile, se sappiamo "innamorarcene"! E' forza trasformante, sanante, capace di colmare di Amore!
E, soprattutto, questa Parola "ci conosce": Essa "discerne i sentimenti e i pensieri del cuore".
La Parola ci "conosce", la Parola Incarnata ci conosce perché "sa" come siamo fatti, vede nel nostro cuore, nei nostri pensieri....ma ci conosce anche biblicamente, ossia "ci ama".
La domanda che questa Domenica dovrebbe suscitare in noi è allora una soltanto: "ricambio" questo straripante Amore di Dio che si riversa nella mia vita?
La Parola mi "conosce"...mi ama: ed io, conosco, "amo" la Parola?
Santa Domenica a tutti voi!
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