sabato 22 febbraio 2014

BICENTENARIO DELLA NASCITA DI DON BOSCO: la spiritualità di don Bosco. Mamma Margherita -terza parte



Qui potete leggere la seconda parte.

C'è un tratto  particolarmente "umano e spirituale" al contempo che accomuna Mamma Margherita e don Bosco.
Uno di quegli elementi caratteriali che rendono le persone squisitamente amabili e squisitamente furbe, attraenti, ma anche astute...
Parlo di quella dote definita anche come "santa furbizia".


Due sono gli episodi che vorrei ricollegare per delinare questo aspetto della spiritualità (proprio della spiritualità!) di Giovannino.
Non mi fermo ad osservare il lato esclusivo del "temperamento", perché nella Parola di Dio si legge: "Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe" . (Mt 10,16)

La santa furbizia, se vissuta alla luce di queste frasi di Gesù, si tramuta non semplicemente in uno stile di vita per avere sempre la meglio, ma in una regola che sappia coniugare ironia, prudenza e carità, al fine di non lasciarsi ingannare quando si è nel giusto, di non farsi rubare ciò che è proprio, di non mandare all'aria -per colpa d'altri- i piani di Dio.

Il primo dei due aneddoti riguarda il solo don Bosco.
Siamo prima dei fatti del 1846, e don Bosco si trova messo alle strette.
La marchesa Barolo -per la quale il santo torinese si occupava di alcune opere- gli dà un aut aut: o le sue attività o l'oratorio.
Entrambe no, troppo comprettente per le persone di cui la marchesa era benefattrice, anche a causa delle voci che corrono sulla..."salute mentale di don Bosco".
E Giovannino decide di tenersi stretto l'oratorio.
Si legge nelle "Memorie" : "La voce che don Bosco era diventato matto, intanto, si diffondeva sempre più. I miei amici soffrivano.
Gli altri ridevano.
Tutti stavano lontani da me,
L'Arcivescovo non interveniva.
Don Cafasso consigliava di aspettare.
Don Borel taceva.
Tutti i miei collaboratori mi lasciavano solo in mezzo a quattrocento ragazzi".

C'è quasi da ripescare, direttamente dalle lettere di San Paolo, quel suo stesso sfogo di...desolazione: "Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. 
Non se ne tenga conto contro di loro". (2Tn 4,16)


Il clima di tensione arriva al culmine quando "alcune persone ragguardevoli decisero, in quei frangenti, di prendersi cura della mia salute.
Una di esse mi propose:
-Don Bosco ha delle fissazioni. Se non affronta una buona cura lo condurranno inevitabilmente alla pazzia.
Conduciamolo al manicomio. Là, coi dovuti riguardi, i medici faranno ciò che la medicina prescrive.
Due preti furono incaricati di venirmi a prendere con una carrozza e di condurmi al manicomio.
Arrivarono, mi salutarono con cortesia.
Poi mi domandarono notizie sulla salute, sull'oratorio, sulla grande casa e la chiesa che io prevedevo come futura sede della mia opera.
Alla fine sospirarono profondamente, e mormorarono:
-E' proprio vero.
Mi indicarono la carrozza e mi invitarono a fare una passeggiata con loro.
Dissero:
-Un po' d'aria ti farà bene. Avremo tempo di chiaccherare un po' insieme.
Mi accorsi subito dello 'scherzo' che mi volevano fare, e senza far finta di niente li accompagnai alla carrozza.
Insistetti perché entrassero essi per primi.
Quando furono dentro, invece di seguirli, chiusi velocemente lo sportello, e dissi al cocchiere:
-Al manicomio, presto! Questi due preti vi sono aspettati".


La santa scaltrezza di don Bosco si dipana a noi in un quadretto che ha le tinte del...tragicomico.
Mi fa sempre sorridere la parte finale: penso alle facce basite dei due preti "barellieri" che si ritrovano imbarellati a loro volta, penso alle loro coscienze forse un poco ingarbugliate di fronte a quell'inatteso capovolgimento di copione.
Di certo si saranno chiesti: "E se avessimo sbagliato noi"?
Infatti, come si appura dalla storia, i due "molto amici di don Bosco, avevano agito spinti dall'amicizia. Dopo questo incidente continuarono ad aiutarlo nei catechismi, nella predicazione e nella musica".
E San Paolo, con quel "non se ne tenga conto" ci viene ancora una volta in aiuto, quasi a commento conclusivo del fatto.

Il secondo aneddoto ruota tutto attorno a Mamma Margherita.
La vita di madre e figlio a Valdocco è avviata da poco, cominciano a bussare alla loro porta dei ragazzi poveri in cerca di asilo...ma spesso si rivelano dei furbetti disonesti e con la scusa di un posto per dormire, scappano portando via con loro "coperte, lenziona, anche la paglia, per andare a rivenderla".

All'ennesima richiesta di aiuto, in una notte piovosa, mamma Margherita sfoggia anche lei un po' della santa furbizia che già abbiamo visto come tipica di don Bosco.
Un ragazzo di 15 anni giunge, "tutto bagnato e intirizzito", chiedendo "pane e ospitalità".
Mamma Margherita lo accoglie in cucina, gli dà da mangiare.
Don Bosco gli rivolge alcune domande, nel suo tipico stile salesiano centrato sull' integrità della persona (lavoro-istruzione scolastica-istruzione religiosa).
Il povero orfano commuove madre e figlio, ma don Bosco teme che possa fare come gli altri, scappando all'indomani con un po' di refurtiva.
A questo punto è mamma Margherita che interviene.
Il ragazzo passerà la notte in casa loro....ma....
"-Farò in modo che non succeda. 
Aiutata dal ragazzo, uscì fuori e raccolse dei mezzi mattoni, li portò dentro, fece quattro pilastrini, vi distese alcune assi, mise sopra un pagliericcio e preparò così il primo letto dell'Oratorio.
La mia buona mamma, a questo punto, fece a quel ragazzo un discorsetto sulla necessità del lavoro, dell'onestà e della religione.
Poi lo invitò a recitare" -con loro- "le preghiere.
Per non correre pericoli, la cucina fu chiusa a chiave fino al mattino dopo".

Il primo letto dell'oratorio salesiano fu condito da carità...e santa furbizia!
Rispolveriamo questi episodi delle Memorie salesiane per imparare qualcosa: quest'anno, ultimo del triennio in preparazione al bicentenario della nascita di don Bosco, ci viene chiesto di approfondirne la spiritualità.
Beh, proviamo a rileggere, in chiave veramente "spirituale" anche l'ironia, la furbizia...la "prudenza"! 




Per chi volesse...ancora una volta il link al vecchio sito di Valdocco, sul quale è presente "La carrozza", inserto del B.S. -anno 2011-. Il solito stile "brioso e simpatico" della rubrica "Le cose di don Bosco" si adatta più che mai all'argomento!





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