domenica 16 maggio 2010

TORINO-FATIMA. Dalla Crocifissione alla "deposizione" nelle braccia della Madre


"In diverse altre occasioni mi sono trovato davanti alla sacra Sindone, ma questa volta vivo questo pellegrinaggio e questa sosta con particolare intensità: forse, e direi soprattutto, perché sono qui come Successore di Pietro, e porto nel mio cuore tutta la Chiesa, anzi, tutta l’umanità".
Con queste parole, Papa Benedetto XVI dava avvio alla sua splendida meditazione davanti alla Sindone di Torino, in occasione del suo quattordicesimo viaggio apostolico, svoltosi il 2 maggio scorso. Parole forti, accompagnate dall'altrettanto intenso sguardo  con cui il Pontefice si rivolgeva all'"Uomo della Sindone", crocifisso, avvolto in un lenzuolo, e le cui "tracce", ancora oggi visibili, rappresentano un enigma per la scienza, specialmente per la scienza "non credente".
Il mistero della Sindone è il mistero del Sabato Santo, ha affermato il Papa, il mistero di un Dio che si è fatto uomo ed ha voluto condividere con l'umanità il silenzio della permanenza nella morte. 
Un silenzio che l'uomo, nelle sue infinite evoluzioni -spesso non verso il bene- ripete di giorno in giorno, facendo della "nostra epoca in misura sempre maggiore un Sabato Santo: l’oscurità di questo giorno interpella tutti coloro che si interrogano sulla vita, in modo particolare interpella noi credenti."
Benedetto XVI, davanti alla Sindone, ha ripercorso quel cammino sofferto dell'umanità che, pur in tensione verso il bene, non sempre riesce a vincere gli istinti negativi, le seduzioni del male e che finisce così per “schiacciare” l'essere umano stesso, il fratello, il più debole, colui che non può o non sa difendersi. 
“Passio Christi, Passio hominis”: la passione di Cristo è la passione dell'uomo, è quel dolore, quel peccato di cui Gesù ha voluto farsi carico. 
In quella passione c'era e c'è anche la passione della Chiesa, che in questo momento vive un momento doloroso, una sofferenza di cui il Pontefice, non solo perché tale, ma anche perché oggetto di un duro e ingiusto attacco ad personam, si fa carico, vivendo così la sua “crocifissione”, in unione con quel Cristo Crocifisso che i cattolici riconoscono nei segni del Sacro Lino di Torino.
“Non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia”. 
Il viaggio del Papa in Portogallo, conclusosi pochi giorni fa, iniziava con queste frasi, pronunciate nel corso dell'intervista rilasciata ai giornalisti durante il volo verso la terra delle apparizioni di Fatima. Un viaggio che ha riservato un vero bagno di folla per Papa Benedetto, una folla composta, ma festante, che con particolare cura ha dimostrato di aver minuziosamente preparato i momenti di preghiera vissuti poi col Santo Padre.
Ma anche una trasferta che ha saputo ridonare il sorriso ad un Papa che, pur duramente colpito da diffamazioni mediatiche, davanti alle calunnie e alle “percosse”personali, ha optato per la scelta del silenzio, continuando invece imperterrito il suo cammino verso la “tolleranza zero alla pedofila”, come testimoniano la lettera ai cattolici irlandesi, le decisioni recenti sui Legionari di Cristo, l'incontro con alcune delle vittime maltesi della pedofilia.
Ma, per fortuna, dopo la “Crocifissione”, la Via Crucis presenta la dolorosa, ma pur sempre toccante e carica di speranza, immagine della tredicesima stazione: la deposizione dalla Croce e la consegna alla Madre.
E Fatima, per Benedetto XVI, sembrerebbe essere realmente stata una deposizione dalla Croce, per ricevere il materno abbraccio della Vergine Maria, che ha lenito le ferite, incrementato il coraggio, fornito nuovo sostegno per le prove a venire. 
Il Portogallo ha offerto una diretta televisiva no-stop dei quattro giorni del viaggio apostolico del Pontefice; una folla “oceanica” ha seguito il Papa nel corso dei vari appuntamenti previsti dal programma, e non è davvero “eccessivo” definirla “oceanica”, considerando che la spianata del santuario di Fatima, ha una superficie doppia rispetto a quella già enorme di Piazza San Pietro. 
“Donaci una fedeltà che resista nello smarrimento e un amore che ti accolga nel momento più estremo del tuo bisogno, come la Madre tua, che ti avvolse di nuovo nel suo grembo”, scriveva il Card. Ratzinger, nelle sue meditazioni della Via Crucis del 2005. 
Il Portogallo, e i numerosi fedeli riunitisi oggi in Piazza San Pietro, per la giornata di “solidarietà al Papa”, appaiono come le "braccia" di Maria, che con affetto di Mamma, hanno avvolto il Vicario di Cristo in terra!

1 commento:

  1. Meraviglioso articolo da meditare profondamente!
    Grazie!!
    Un abbraccio!!

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