Riflessioni "intorno" al Sinodo
«MASCHIO E FEMMINA LI CREÒ»
Angelo Scola*
«Oggi la moda dei giovani (e non solo) si diverte a confondere e mascherare la differenza sessuale. Per non parlare poi della pubblicità in cui dominano indecifrabili e ambigui modelli androgini, che non sono né uomini né donne. O meglio, potrebbero essere indifferentemente tutti e due.
Eppure nella "realtà reale" non è così: la differenza sessuale è un dato insopprimibile e prezioso, con innumerevoli valenze positive. Cercare di eliminarla non è ragionevole.
"Maschio e femmina li creò" (Gn 1,27) dice la Bibbia, fin dalla sua prima pagina. Comunque, anche senza far ricorso all'autorità della Parola di Dio, basta uno sguardo semplice e leale sull'esperienza comune: per l'uomo di tutti i tempi e di tutte le latitudini quest è un'evidenza così lampante che non ha bisogno di essere dimostrata. Del resto, anche la scienza conferma che la differenza sessuale pervade tutto l'essere umano, fin nell'ultima particella: il corpo dell'uomo è, in ogni sua cellula, maschile come quello della donna è femminile.
La differenza sessuale è perciò un dato costitutivo, originario; non qualcosa di sopraggiunto con l'evoluzione delle culture, di esterno alla persona e come tale di modificabile.
Attenti bene a non far confusione: dire differenza non è dire diversità.
Come suggerisce la radice latina della parola, differenza (dif-ferre) significa "portare lo stesso altrove", mentre diversità (di-versus: "volto altrove") indica sempre una relazione con l'altro.
A ben riflettere, quindi, la differenza sessuale è una proprietà della persona, sta prima della relazione e indica piuttosto la capacità della persona di entrare in relazione. Pertanto non può mai generare diseguaglianza e discriminazione. Le diversità invece, che implicano sempre relazione con l'altro, possono diventare fonte di diseguaglianza e di discriminazione , come si vede bene nel caso della razza, del censo ecc.
La donna, in nulla inferiore all'uomo né per dignità né per sostanza, è tuttavia un essere del tutto irriducibile all'uomo. La donna costituisce il richiamo più potente a uscire da sé. Esprime, in un modo del tutto singolare, la forza dell'altro.
Posso aggiungere un'altra osservazione un po' ardita? L'altro per eccellenza è Dio. In un certo senso allora la donna è il segnaposto di Dio.
Mi pare che, quanto a valorizzazione, non si scherzi... Altro che complesso di inferiorità! Scimmiottare l'uomo, invece, snatura sia la donna che, alla fine, l'uomo stesso.
Purtroppo però in società come quelle del vecchio Occidente in cui si va sempre più affievolendo la familiarità con il Dio Uno e Trino, si fatica a comprendere il valore di ogni differenza, anche di quella sessuale.
Quelli della mia generazione l'hanno imparato fin da piccoli con il catechismo: in Dio, Uno e Trino, vive la massima differenza all'interno della assoluta unità. L'uomo e la donna, creati "a Sua immagine" sono differenti e questo nulla toglie alla identità e alla dignità personale dell'uno e dell'altra».
* Angelo Scola, Famiglia. Risorsa decisiva, Edizioni Messaggero di Padova, 2012, pp. 25-29.
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